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Questi "maledetti" gratta e vinci...

mercoledì 1 maggio 2024
di Pasquale Di Paola

Gli ultimi dati statistici sul gioco d'azzardo nel comprensorio orvietano mostrano, dati aggiornati al 31 dicembre 2023, un incremento abbastanza preoccupante sui numeri inerenti la quantità di denaro "impiegata" e soggetti coinvolti in questa attività. Si gioca alle slot, si gioca al lotto, si gioca online ricorrendo ai tantissimi casini virtuali facilmente accessibili, e soprattutto si "gioca" tanto, tantissimo con i famosissimi biglietti "gratta e vinci". I dati affermano che nel comprensorio orvietano, in linea più o meno con i dati a livello regionale, il 40% della popolazione, con prevalenza di quella maschile, ha speso nel corso dell'anno delle somme di denaro in giochi di azzardo.

La voce più corposa e sostanziosa, che da sola raccoglie quasi il settanta per cento di quanto speso in questo particolare settore, è quella relativa si cosiddetti biglietti "gratta e vinci". Una vera e propria piaga sociale, assolutamente sottovalutata e che spesso, vuoi per vergogna, vuoi per altre motivazioni, viene tenuta sotto traccia dai giocatori. Tante, tantissime persone ritengono di fare un banale, innocente acquisto prendendo uno di questi biglietti. Senza capire che la situazione è più complessa, e implica nel tempo conseguenze personali e sociali molto gravi.

Questi biglietti cosiddetti "gratta e vinci" sono acquistati dalle più disparate categorie: dalle mamme dopo aver fatto la spesa, dai pensionati, dagli operai, dai ragazzini prima o dopo la frequenza scolastica. Da benestanti e da persone che a volte "arrancano" per arrivare alla fine del mese. Vengono pubblicizzati in spot televisivi, spesso fuorvianti e equivoci, e si possono acquistare in tutti i bar, edicole e perfino negli uffici postali.

E, cosa molto grave, fenomeno questo in aumento esponenziale in questi ultimi anni, vengono "grattati" sempre più frequentamente da soggetti minorenni. Secondo una ricerca del CNR, a livello nazionale, aggiornata sempre a dicembre 2023, oltre il 63% dei ragazzi tra i 15 e i 18 anni acquista "gratta e vinci". Nonostante una legislazione molto severa prevede pene cospicue per i gestori che permettano l'acquisto di questi tagliandi, equiparati in tutto e per tutto a lotterie istantanee di gioco di azzardo, a soggetti minorenni.

E questo avviene senza che nessuno riesca a rendersi conto che se si vuole perdere facilmente e in maniera scientificamente provata del denaro, la soluzione più sicura e più rapida è quella di acquistare questo tipi di tagliandi. Purtroppo dalla popolazione, anche quella orvietana, questo tipo di biglietti vengono considerati poco "insidiosi", un innocente passatempo. Il più delle volte non vengono percepiti nemmeno come gioco d’azzardo (sebbene il loro termine tecnico è "lotteria istantanea") e spopolano tra i giovanissimi proprio perché non visti come un "pericolo", né da loro né dagli incoscienti gestori di bar e tabaccherie che non vanno tanto per il sottile nel venderli loro.

Questi biglietti possono diventare nel tempo micidiali trappole,una vera e propria irrinunciabile dipendenza. Con sempre in testa l'illusoria meta del colpo di fortuna,della vincita che potrebbe cambiare la vita. Purtroppo, dati scientifici alla mano, non è così. Le vincite al gratta e vinci sono preparate e studiate a tavolino da chi elabora e gestisce questo tipo di attività. Spesso le vincite sono appositamente rese frequenti, per creare continuità nell'acquisto e per creare i semi della dipendenza patologica.

Le vincite nel 99,9 per mille dei casi sono vincite del tutto irrisorie: spesso infatti si limitano a restituire il denaro speso per l’acquisto del biglietto, quindi non rappresentando una vera vincita. Bensì una pericolosa trappola. Uno spietato specchietto per le allodole. Infatti con questo sistema chi li acquista viene indotto a pensare che vincere è facile, equiparando psicologicamente la facilità di aver ottenuto un rimborso al fatto di ricevere una vincita significativa. A questo punto scatta un perverso meccanismo psicologico che spinge a ritenere che vale la pena insistere. Continuare ad acquistarli.

Stesso perverso meccanismo che porta il giocatore a elaborare in automatico il concetto che il valore ricevuto dalla "vincita" non valga la pena conservarlo, ma piuttosto fare un affare nel "reinvestirlo" nell’acquisto di un nuovo biglietto. Anche un questo caso la statistica mostra l'evidenza della asserzione: il 98% di chi vince un premio minore non incassa la piccola vincita ma riacquista un nuovo tagliando. E nel diventare vittima di questi meccanismi ripetitivi, e sempre più complessi da tenere a freno,si crea la dipendenza dall'acquisto.

Dipendenza che porta tante, tantissime persone, a bruciare intere fortune e a rovinarsi inseguendo un sogno che altro non è che una mera illusione. Che altro non è che una micidiale trappola che, scala dopo scala, apre le porte all'abisso senza fine della dipendenza dal gioco.