opinioni

Cronaca di una giornata particolare

sabato 27 aprile 2024
di Sergio Pepe

Ho quasi 83 anni e sono affetto da sclerosi multipla recidivante progressiva. Dato il mio stato di parziale mobilità, ho una forte ritenzione idrica alle gambe e, pertanto, il mio medico di base e la mia fisioterapista mi hanno consigliato di mettere un catetere urologico fisso per 15 giorni accompagnato da un diuretico. Accettata la proposta, considerata la mia patologia, il medico invia alla Usl la richiesta di intervento domiciliare. E qui inizia l'avventura.

Mercoledì 17 aprile alle 8.15 arriva l'infermiera incaricata che, preparata l'attrezzatura, inizia ad eseguire la manovra d'inserimento del catetere. Manovra che non riesce causando sanguinamento. Il tentativo viene effettuato quattro volte negativamente con la dichiarazione della stessa di aver effettuato nella sua carriera molteplici interventi andati tutti a buon fine. A questo punto l'infermiera mi dice di chiamare il mio medico e va via perché ha altre visite da effettuare.

Il medico arriva subito e, con disappunto, nota l'assenza dell'operatrice sanitaria e, visto il mio stato, chiama il 118 per portarmi all'Ospedale di Orvieto. Arriva l'ambulanza e, constatato il problema, la dottoressa di turno decide di provare lei la manovra ma dopo quattro insuccessi si decide il trasporto all'Ospedale. Arrivato al Pronto Soccorso, dopo aver effettuato le pratiche di accettazione, mi sistemano su una barella parcheggiandomi nel corridoio.

Dopo circa tre ore mi visita il medico di turno e mi sottopone a nuovi tentativi, non andati a buon fine, d'inserimento del catetere. Verso le 15 mi comunicano che avrei dovuto attendere il giorno successivo perché sarebbe stato presente un urologo che presta servizio solo nei giorni di martedì e giovedì, in alternativa dovevo recarmi all'Ospedale San Giovanni Battista di Foligno.

Alla mia richiesta di un'ambulanza mi è stato detto che questa sarebbe stata disponibile solo in tarda serata. Poiché le ripetute manovre mi avevano provocato un notevole sanguinamento ho deciso di andare a Foligno, accompagnato da mia moglie e mio figlio, con i miei mezzi.

Partito alle 16 sono arrivato a Foligno alle 18 circa recandomi prima all'ambulatorio di Urologia dove non era presente il medico e dopo sono salito nel reparto in quanto il medico di Orvieto aveva segnalato il mio caso e il mio arrivo. A questo punto dopo altre manovre negative finalmente un medico è riuscito a posizionare il catetere.
Alle 20.30 mi hanno comunicato che mi trattenevano per la notte in osservazione.

GiovediÌ€ 18 aprile, in tarda mattinata sono stato dimesso e nuovamente, poiché non c'era la disponibilitaÌ€ di un'ambulanza per il trasporto, accompagnato dai miei familiari, sono ritornato a casa. Per martedì 7 maggio eÌ€ stata fissata la data per la rimozione del catetere presso l'ambulatorio di urologia dell'Ospedale di Orvieto. Mi auguro che tutto vada per il meglio e che non insorgano ulteriori problemi.

Ho voluto raccontare quanto mi è accaduto senza esprimere giudizi di merito, per evidenziare le carenze organizzative e assistenziali della nostra sanità regionale nei confronti dei cittadini e soprattutto di quelli, come il sottoscritto, anziani e fragili augurandomi che tutto ciò possa in futuro essere evitato.