opinioni

"Cosa spinge i cittadini al cambiamento se non l'esigenza profonda di rinnovamento?"

sabato 6 aprile 2024
di Daniela Tordi 

In un articolo di qualche giorno fa, il sindaco uscente Roberta Tardani si è detta certa che "...gli Orvietani sapranno scegliere se andare avanti e correre veloce o ripartire da zero". Che cosa intendeva appare a tutta prima chiaro, eppure questo ragionamento contiene una verità che Tardani non sospetta. Perché, se gli Orvietani dovessero scegliere di eleggere un suo rivale, cambiare passo e correggere il tiro rispetto ai criteri con cui ha amministrato, si troverebbero effettivamente a dover ripartire da uno zero. Inteso, però, come quel poco che resta di cinque anni di governo speso - a nostro parere - in modo assai poco produttivo.

Un indicatore della perniciosa apnea in cui la città si è vista relegata sono proprio la varietà e la ricchezza di proposte alternative in termini di candidature, appelli e prese di posizione che sono affiorate a questa tornata. Un coro di voci che si levano a reclamare la presa in carico di problemi annosi e irrisolti, nonché il rilancio complessivo della città, che viene evidentemente vissuta  da un'ampia fetta di popolazione in fase di stallo, quando non di vera e propria regressione. Che cosa spinge i cittadini a chiedere o ad impegnarsi per un cambiamento se non l'esigenza profonda di rinnovamento?

Sulle pagine dei quotidiani online affiorano le proposte e la domanda di attenzione di associazioni che si muovono sul fronte della sanità, del welfare, delle istanze abitative, privati cittadini che reclamano sicurezza a fronte di atti di vandalismo reiterati e quasi certamente ascrivibili ad aree di disagio non censite e mai affrontate, gruppi di giovani che rivendicano un ruolo decisionale per sé e per la collettività, produttori agricoli della filiera corta che vengono solo strumentalmente citati, ma mai affiancati e coadiuvati nei loro concreti sforzi per preservare qualità e sostenibilità...

Un panorama vasto di soggetti ed istanze che sono stati trascurati e traditi. Che, al meglio, sono stati e si dichiarano tangibilmente delusi. Un patrimonio che non è mai stato intercettato realmente e fattivamente dalla giunta Tardani. Un humus fertile che riteniamo vada ricompreso con serietà in un quadro di rilancio effettivo della città di Orvieto, nello sforzo determinato e concreto non di accontentare tutti, ma di portare avanti tutti in un piano di sviluppo graduale e sinergico, tenace, che possa rappresentare per tutti  un traguardo già nel metodo di approccio.

Amministrare è favorire e cogliere opportunità, sciogliere nodi, restituire alla popolazione il senso di un'appartenenza basata su obiettivi condivisi e di ampio respiro. E chi sul terreno parte da quel famoso zero, sapendo di non perdere nulla, questo sforzo lo compie in condizioni  di slancio notevole sindaco Tardani. È una legge fisica. Se davanti ti trovi un vuoto, non puoi che immaginare e progettare un pieno.