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Orvieto, una città a misura di scontrino

venerdì 11 ottobre 2019
di Giancarlo Imbastoni
Orvieto, una città a misura di scontrino

Mio figlio (9 anni) fa parte di quello sparuto drappello di bambini che frequenta Piazza del Popolo, prima e dopo il tramonto, anche con le biciclette, col pallone, o semplicemente con la fantasia. Questo, d'ora in poi, non sarà più possibile. Sta prendendo piede, infatti, una strana cultura per cui i bambini, la stragrande maggioranza, dopo le attivita sportive, sparisce nelle case, a scanso di pericoli o semplicemente di preoccupazioni da parte di genitori imbottiti di paranoie.

Anche se attualmente vanno molto di moda le paranoie collettive, questo purtroppo è un processo che parte da più lontano nel tempo e che identifica la fruizione dello spazio pubblico con lo shopping. Ecco quindi che i centri commerciali diventano luoghi di aggregazione, i centri storici luoghi dove vedere le vetrine. E' naturale in questa logica che le regole urbanistiche le diano i commercianti.

I bambini? Per loro c'è Via Roma o la Confaloniera, luoghi deliziosi, intendiamoci, ma che presumono una fruizione diurna e con l'ausilio di una scorta. E' questa, secondo me, la vera sconfitta per la città, della riapertura al traffico di Piazza del Popolo, non prevedere la fruibilità intesa come esplorazione per i bambini perché semplicemente non sono consumatori, quando girano da loro (se si esclude il gelato e le figurine).

Torneremo quindi a vedere le macchine arrampicate sui muri nei fine settimana, in una piazza che vede bellezze come Palazzo del Popolo, Palazzo Simoncelli, San Rocco quando sarà sistemata, la Torre del Moro, torneremo ad avere il pozzo incartato di macchine. Torneremo ad avere una Piazza del Popolo con la minuscola. Con lo stesso principio, provocatoriamente, perché non fare lo stesso con Piazza Duomo? Che cambia?

Vi risparmio la parte sull'antieconomicità di certe scelte "produttive" anni' 70 l'avvocato Morcella non poteva esporlo meglio e mi trova pienamente d'accordo. Sparisce così, forse, una delle pochissime cose buone fatta dalla precedente giunta e quella nuova colleziona la prima grossa cantonata.


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