opinioni

Siamo vecchi, siamo tanti! Gli anziani sono una risorsa e non un costo

mercoledì 8 maggio 2019
di Odero Montanini
Siamo vecchi, siamo tanti! Gli anziani sono una risorsa e non un costo

Mi chiamo Odero Montanini, ho trascorso 91 anni di vita, i penultimi 15 mi sono dedicato al volontariato e tutt’oggi sono impegnato nella tutela dei diritti dei cittadini e dei malati in un'associazione meritoria che si chiama Cittadinanzattiva - Tribunale per i Diritti del Malato, un invecchiamento attivo che consiglio vivamente per mantenere sempre in esercizio il fisico e la mente. Nell’ufficio che apro puntualmente tutte le mattine, insieme ad altri militanti, svolgo un lavoro di ascolto, registro le segnalazioni, ricevo persone che vogliono comunicare i loro reclami su inefficienze o disservizi del sistema sanitario.

Fra i disagi segnalati al nostro sportello, la questione che mi sta veramente a cuore è il tema degli anziani che, sebbene dibattuto di tanto in tanto in città, non trova ancora un'adeguata soluzione. Come è noto, sembra che Orvieto insieme ad una zona della Liguria, sia il posto dove si vive più a lungo, senza però conoscerne le ragioni. Alla domanda, non c’è ancora una risposta ma sembra che anche in una recente pubblicazione del bollettino economico, se ne faccia menzione come dato essenziale per la programmazione dei servizi sociali del futuro. Insomma si vive più a lungo, ma in certi casi male, perché le famiglie sono cambiate e gli anziani non trovano più quelle possibilità di convivenza senza essere di peso.

Oggi i figli quando ci sono, in molti casi lavorano fuori, alcuni non possono oggettivamente occuparsi dei propri vecchi anche per questioni economiche, i costi per un ricovero presso strutture private per l’assistenza sono proibitivi, si parte da 1600 euro per arrivare a 2800 ed oltre per i non autosufficienti. Ho iniziato una ricerca per verificare quanti "diversamente giovani" ci sono nel nostro comprensorio e vi assicuro che i dati sono veramente allarmanti, sento le lamentele di quanti dopo un ricovero presso l’ospedale per sopraggiunti  malanni, vengono rispediti a casa pur sapendo che non ci sono condizioni di assistenza adeguata, ascolto i miei coetanei che si destreggiano nel mantenersi  in  salute incontrando seri problemi per curarsi, sia per la somministrazione dei farmaci che per le liste di attesa , ascolto i familiari che loro malgrado non possono permettersi la badante o un ricovero, guardo gli occhi lucidi delle persone  che sono costrette ad un esilio dalla città, quando gli viene proposto un periodo in lungodegenza o di sollievo.

Ma quando poi verifico che certi controlli o certi interventi “vengono negati per  raggiunti limiti di età o per i costi" contingentando cure e presidi sanitari, come il numero dei pannoloni per fare un esempio, allora…mi infurio e denuncio: 'Ma dove sono finiti i soldi del Lascito De Solis ovvero il Palazzo di Piazza Nicosia a  Roma lasciato come donazione agli anziani di Orvieto, perché non viene reclamato? visto che produce già proventi incassati da altri?'.

'Tornano gli insegnamenti che vengono da lontano' è stato detto in un'intervista dal sindaco emerito Wladimiro Giulietti, ricordato di recente a dieci anni dalla sua scomparsa, che già poneva  le basi per un recupero dell’ex ospedale a fini sanitari e sociali, dopo vent’anni,  colgo l’occasione in vista delle prossime elezioni  per riproporre il tema e chiedere ai candidati a sindaco di esprimersi sulla questione sollevata,   per  l’ immediato recupero del complesso lasciato in stato di degrado e il suo utilizzo per fini sanitari e sociali, visti peraltro i tentativi di vendita andati deserti.

 Seguendo gli esempi di iniziative analoghe già prese in diverse città umbre dove si è deciso di trasformare le vecchie sedi ospedaliere dismesse  in “Casa della Salute” Orvieto non deve essere lasciata indietro, una realizzazione che produrrebbe risparmi e occupazione ma soprattutto restituirebbe dignità alle persone ora in difficoltà.