opinioni

A proposito di Battisti e di Valdesi

martedì 15 gennaio 2019
di Fausto Cerulli
A proposito di Battisti e di Valdesi

Torno sull’argomento del “terrorista” Cesare Battisti anche per chiarire alcune questioni, visto che qualche amico, che ha letto, e mi fa piacere essere letto, il mio precedente articolo sul tema, ha trovato il modo di lodare la mia finezza (grazie) di intellettuale (intellettuale a chi?) per dirmi che di politica non ci capisco, come dire, un bel niente. Vorrei chiarire che io non volevo fare politica, anche se non mi considero del tutto ignaro della materia, visto che in un'elezione provinciale, come esponente di Rifondazione, raccolsi 15.000 voti senza aver seminato propaganda.

Se quel mio amico voleva dire che non sono un politicante, gli do ragione. Politicante sarà semmai un tizio che è  diventato consigliere regionale anche se quando lo frequentavo soleva fare l’attacchino di manifesti elettorali, e nulla da dire sugli attacchini, solo che il Nostro attaccava i manifesti alla rovescia.

Comunque ho dovuto notare che chi mi ha criticato ha dimostrato di non conoscere i fatti. Battisti può non essere stato un democratico nel senso cristiano del termine, ma di certo non ha spaccato a colpi di pistola il figlio del Torreggiani, martire della lotta per la libertà di avere armi per giocare all’eccesso di legittima difesa, Torregiani junior, costretto su una carrozzella, è stato bersaglio accidentale di suo padre, che già era noto alla cronaca per aver sparato un colpo di pistola nella schiena ad un rapinatore che scappava, e scusate se può considerarsi legittima difesa sparare alla schiena di uno che scappa e che dunque non può assolutamente farti del male.

Comunque tutto il rispetto per la vittima, ma non è giusto dire che sia stato Battisti ad ammazzarlo. E qui torno al discorso giuridico: insisto a dire che nei paesi civili non esiste il concorso morale, e a chi mi fa osservare che contro Battisti sono state pronunciate quattro condanne all’ergastolo, mi permetto di far osservare che negli anni di piombo molti giudici emettevano sentenze a comando, ed a comando, manco a dirlo, di una tremebonda borghesia medio-alta, timorosa di perdere il controllo politico di un paese che viveva un periodo tormentato. Potrei citare decine di condanne emesse da giudici che a chiamarli incompetenti gli si fa un complimento perché erano, come si diceva allora, servi dei padroni.

Come certi giudici di oggi che mandano assolti i padroni delle strade, e parlo del dirigente di un’autostrada e che probabilmente manderanno assolti gli stessi dirigenti, accusati di aver fatto morire una cinquantina di persone per un ponte oggetto di una manutenzione, per dirla con un francesismo, condotta a c... di cane. Per tornare alla vicenda Battisti, credo che la politica italiana e il giornalismo italiano, con l’eccezione di Piero Sansonetti, abbiano toccato il fondo.  I giornalisti che hanno usato in coro le stesse parole di soddisfazione, da Repubblica al Giornale al Fatto Quotidiano, diretto da un "ex fascista" come Marco Travaglio.

Ma è stata soprattutto la classe politica (ed uso questi termini con un brivido nella schiena) si è dimostrata "forcaiola e giustizialista" nel peggiore dei sensi di questo termine. Salvini, che usa ed abusa della divisa di poliziotto, si è augurato, con il suo solito linguaggio raffinato, che Battista marcisca in galere, essendo un assassino, un vigliacco e magari un omosessuale che a Salvini e al suo collega in fascismo Borsonero ci fanno anche schifo. Di Maio, tanto per far vedere che esiste, si è limitato a dire che giustizia è fatta, idem i volatili membri dell’inesistente Partito Democratico.

A dimostrazione del fatto che nella politica marcia tutto si tiene. E a quel mio amico che si è sentito giustamente offeso di essere considerato un fascista, voglio ricordare, tanto per fare l’intellettuale, che un certo Piero Gobetti, vittima non del terrorismo rosso, ma del terrorismo nero mussoliniano,prima di essere ammazzato, trovò il tempo di scrivere che il fascismo è l’antropologia del popolo italiano, ed oggi diremmo, con termini più tecnici, che il Fascismo è nel Dna di questo popolo sciagurato che è spesso fascista senza accorgersi di esserlo. E questo è il vero dramma.

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