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Riflessioni sul concetto di coppia e di civile convivenza

venerdì 15 settembre 2017
di Maria Virginia Cinti
Riflessioni sul concetto di coppia e di civile convivenza

Come è difficile dare un contenuto alla parola Amore. Ne cantano, ne scrivono, ne dipingono, ne scolpiscono uomini di tutti i tempi.
Amore e psiche, da lì tutto ha vita, cresce e muore. A volte si muore per morte naturale dopo ore, giorni dalla morte del proprio partner. Si muore di dolore e se non è la morte a cercare noi, siamo noi a cercare lei ricorrendo a diversi modi di suicidio, morte dolce come soluzione, l'eutanasia ne è un esempio. In alcuni situazioni, c'è tanto amore da non voler proseguire una vita che appare di giorni tutti uguali e senza senso.

Amore: camminare su due fili paralleli in equilibrio precario sguardo lontano e respiro vicino.
Ti amo: guardo lo svolgersi della tua vita curioso, orgoglioso delle tue soddisfazioni, delle tue vincite e delle tue perdite, son contento quando sei felice delle tue conquiste,partecipo alle tue sofferenze, quando la vita ti arreca dolore, affanno, perdita, inganni, dispiaceri, disillusioni non meritate. Lascio a te decidere della tua vita, lascio a te sbagliare, e ti sorreggo con sguardo discreto.

Tutto questo appartiene a chi ha consapevolezza del vivere, dell'attimo che è il nostro passaggio,bollicine della schiuma di una onda che ritorna al mare dopo aver toccato terra assorbendo i suoi sali minerali.  Così il nostro ciclo ritorna alla natura. Nella donna nasce la vita, lei sa capirne la profondità, il mistero, il miracolo.

Alcuni uomini non accettano che la loro donna voli alto, scelga il suo cammino,per alcuni di loro è insopportabile,non averne il dominio, allora l' assalgono, tendono agguati, tirano fuori tutta la loro rabbia originata dalla pochezza, dalla mancanza di cultura, cultura che risiede nell'animo e che non presuppone per forza studio, o conseguimento di lauree, ma appartiene anche ai semplici.

Nella vita di tutti i giorni sembrano persone normali, ma a ben scavare non hanno il senso della misura, la mitezza non li contraddistingue, basta osservarli in alcune situazioni, sopraffanno, urlano, inveiscono nel confronto. Uomini che vogliono avere il potere, il dominio uomini che bruciano la vita passata della propria compagna quasi ad esorcizzare un passato, come se bruciare lettere serva a uccidere il demone che li corrode, uomini che non ragionano, non si torna mai indietro a quel che è stato, è stato bello ma appartiene a quel momento ; il passato è dentro di noi è quel che siamo oggi con la sua incessante rielaborazione.

Uomini che per gelosia insensata di notte salgono come acrobati lungo i muri della tua casa, o che ti aspettano in un percorso conosciuto, per assalirti, per colpevolizzarti, e a volte per ucciderti. Ma tutto questo è amore? No, è rabbia, rivalsa, è paura di perdere qualcosa , la propria donna diventata oggetto,subire lo smacco verso la società. Per accettare un processo di emancipazione di una donna, per vederla emergere è necessario essere maturi nei sentimenti, sapere cosa si vuole.

Uomini che sono deboli, che non sanno lottare contro le avversità, la violenza alberga là dove manca la forza d'animo, la forza di essere soli a combattere. Una volte le nostre nonne e bisnonne, andavano avanti anche se con ipocrisia, cercavano un buon marito, poi magari in silenzio ognuno aveva un amante, ma nulla veniva tradotto in realtà, il silenzio era una buona coperta.

Gli uomini che poi commettono gli stupri commettono un atto di violenza subdolo, colpendo la donna nella sua essenza più profonda, scavando nella propria intimità quasi a toccare le corde del divino un'estasi dentro di se che la avvicina al mistero della vita...

Chi ha amato, chi ha creduto alla persona che aveva vicino, ha poi scoperto una violenza dettata da una forte insicurezza,dall'invidia, e dalla intollerabilità delle naturali differenze che esistono tra uomo e donna, (l'esperienza della gestazione e del parto appartengono solo a lei).
Finchè accadranno tali cose non potremmo parlare di comportamento di una evoluzione,la specie umana ha lasciato la clava, ma ha adottato forme più sofisticate di violenza.