Politica dei rifiuti o degli assensi?

La questione rifiuti è delicata perché investe l'aspetto, strettamente correlato, della salute pubblica. Ogni cittadino sa che proprio l’articolo 32 della nostra Costituzione stabilisce, a chiare lettere, che la “Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo ed interesse della collettività…” ed ogni cittadino, prima ancora che amministratore, deve prefiggersi come obiettivo quello di assicurare un’ampia tutela di questo diritto.
Occorre, al contempo, affrontare con serietà le questioni in ogni loro aspetto e con un metodo che permette di essere quanto più possibile aderenti alle prospettive reali ed alle soluzioni percorribili, fuggendo da logiche di partito strumentali o peggio funzionali ad interessi individuali.
Non si può nascondere infatti, che il dibattito sulla discarica orvietana si inserisce, anche e soprattutto, nel problema della programmazione regionale della gestione dei rifiuti. Da qui bisogna ripartire, per ridisegnarne il ruolo nel nostro territorio. Questo è quello che si chiede alla politica. Perché le proteste passano ma il problema rifiuti no!!
Se è dalle crisi che possono nascere opportunità, questo è il momento in cui la politica locale deve lavorare per coglierle: impianti tecnologici avanzati per il riciclo, il trattamento e il riuso, che tutelino l’ambiente, creino occupazione, diano sviluppo e risposte strutturali.
I nostri NO “di pancia” non ci daranno soluzioni come soluzioni non le ha date la lunga latitanza della politica su un tema che avrebbe richiesto una seria programmazione e lungimiranza.
Ora che le mancanze del passato deflagrano nel rischio imminente di un ampliamento della nostra discarica, opporsi senza fornire e pretendere risposte che possano garantire a questo territorio investimenti e sostenibilità, può rivelarsi un esercizio pericoloso.
Dobbiamo prendere atto che la progressiva dismissione delle discariche e la messa al bando nel 2020 di inceneritori che bruciano rifiuti altrimenti riciclabili ci è imposto dall’UE che detta una gerarchia chiara: riduzione di quantità e pericolosità, riutilizzo, riciclaggio e compostaggio, recupero energetico, discarica.
Questo è il modello di economia circolare che deve impegnare oggi la nostra politica, un progetto coerente con la programmazione europea, per consegnare alle generazioni future un territorio tutelato, sano e stabile dal punto di vista economico.
Come la maggioranza consiliare ha suggerito, occorre un tavolo collaborativo Regione/Comune e una nuova strategia nell’Auri. Solo così potremo uscire dagli approcci demagogici, la politica eserciterà autorevolmente il suo mandato, noi costruiremo un percorso consapevole e responsabile per un futuro virtuoso ed eviteremo che i muri su cui rimbalzano le responsabilità continuino a relegare l’orvietano ad un ruolo di passivo spettatore.

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