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Dalla contrapposizione all'impianto geotermico rinasca un territorio

lunedì 12 ottobre 2015
di Stefano Olimpieri
Dalla contrapposizione all'impianto geotermico rinasca un territorio

Le battaglie che in questi mesi i Sindaci dell’orvietano e dell’alto viterbese hanno messo in atto possono essere osservate sotto diverse angolazioni; infatti, se queste iniziative hanno come stella polare quella di tutelare e difendere un territorio sostanzialmente incontaminato e che da sempre fissa come modello indiscutibile ed imprescindibile di sviluppo la tutela dell’ambiente, la difesa della produzione agricola tipica ed uno sviluppo turistico fondato sulla natura incontaminata e una storia millenaria, non di meno occorre rilevare che questa forte unità d’intenti sta risvegliando quella grande realtà territoriale ed identitaria che si chiama Tuscia.

La storia ce lo insegna: quando c’è un pericolo incombente ed esterno, le comunità si aggregano e si riuniscono per sconfiggere quel pericolo; ma se le comunità sono legate da storie comuni, da affinità culturali, da consuetudini, dialetti ed usanze, allora è ancora più semplice unire, legare, amalgamare e fare fronte comune. La grande compattezze nella contrapposizione all’impianto geotermico è la plastica dimostrazione che tra questi territori e tra queste popolazioni esiste un “idem sentire” che affonda le radici nella storia millenaria di una terra che ha sempre avuto e sentito fortissimi e profondi legami comunitari.

Se l’Alfina non fosse una parte del tutto, se l’Alfina non venisse sentito da tutte queste realtà come un pezzo di loro stesse, non ci sarebbe stata questa grande unità d’intenti; difendere l’integrità ambientale ed identitaria dell’Alfina significa difendere l’integrità ambientale ed identitaria di Orvieto, dell’orvietano, dell’aquesiano e del lago di Bolsena con tutte le realtà che vi sono intorno; in una parola significa difendere l’integrità ambientale ed identitaria della Tuscia. Ma questa difesa significa, soprattutto, avere uno strumento per costruire un progetto che potenzialmente può determinare una nuova saldatura tra tutti questi territori ed avere un impatto rilevante su un processo di rigenerazione di una realtà territoriale che per troppo tempo i confini amministrativi hanno diviso.

La battaglia sulla geotermia non come un fatto contingente per esprimere una contrarietà sic et simpliciter o, peggio, ancora ideologica; ma difendere l’Alfina significa guardare al futuro per difendere la nostra terra e la nostra gente da un modello di sviluppo che, semplicemente, non ci appartiene e per trovare la chiave d’accesso per ricostruire quel comune senso di appartenenza che deve solo essere risvegliato. C’è un vecchio detto dei nativi americani che dice: “La terra non appartiene all’uomo, è l’uomo che appartiene alla terra”.