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Chi ha paura di Emanuela Orlandi?

giovedì 7 maggio 2015
di Fausto Cerulli
Chi ha paura di Emanuela Orlandi?

Dopo annni ed anni di volutamente inutili indagini, due pm del Tribunale di Roma, con l’avallo del procuratore capo Piignatone, hanno chiesto una volta per tutte l’archiviazione del caso. Dunque la banda della Magliana non ha nulla a che vedere con la faccenda, e la riesumazione del cadavere di un assassino sepolto per evidente simonia in una prestigiosa chiesa di Roma è stata soltanto uno scherzo o un espediente per far vedere che la procura si dava da fare. Dunque la Curia non ha avuto nessun ruolo nella scomparsa di Emanuela. Forse Emanuela si è suicidata e il suo cadavere è stato inghiottito dal Tevere.

Accade però che un pm fa sapere che si opporrà con tutte le forze alla richiesta di archiviazione. E non si tratta di un pm qualsiasi, si tratta del dotttor Capaldo, considerato il capo del pooi dei pubblici ministeri di Roma. Si deve pertanto ritenere che questo giudice pazzerellone non sia convinto che non ci sia più nulla da indagare. Puntualmente Capaldo è stato colpito dai fulmini del Consiglio Superiore della Magistratura,il cui procuratore ha scoperto solo ora e con grande clamore che Capaldo non è affidabile. avrebbe sistemato il figlio in una Società sulla quale aveva indagato, qualche secolo fa.

Capaldo si è salvato dall’accusa di stupro nei confronti di qualche collega. Come si vede, al contrario di quelo che si dice, cane morde cane, e lo azzanna, guarda caso proprio mentre si interdardisce a far sapere che Emanuela Orlandi non è svanita nel nulla. Speriamo che Capaldo non si lasci intimorire dall’’affondo del Consiglio e che le indagini sulla scomparsa di Emanuela vadano avanti, e non si arrestino davanti al porticato di S: Pietro. Magari seguendo anche le tracce indicate da un tale che è stato accusato di autocalunni dai giudice che vogliono archiviare il caso, Autocalunnia perchè si è permesso di dire che sapeva come e quando la banda della Magliana si era presa in carico Emanuela, magari per fare un piacere a qualcuno della uria che aveva regalato un sepolcro da quasi santo aad un volgare assassino, dalle molte e pregiate conoscenze. Tutti sanno che la banda riciclava i soldi delle estorrsioni ed altri delitti proprio nella banca vaticana, quando si chiamava,oscenamente, Istituto per le Opere Religiose, meglio conosciuto come IOR. Tutti sanno o dovrebbero sapere, basta volerlo, che il caso Orlandi è nato in Vaticano e allora in Vaticano dovrebbe finire, magari nel segreto dei sepolcri papali.

Dobbiamo sperare dunque nella ostinazione di Capaldo, e magari nell’intervento di Papa Francesco, che sta facendo piazza pulita in Vaticano e dintorni, dimostrando di non aver paura di quella Curia che nasconde il segreto della scomparsa di Emanuela. Ma se tanto ci dà tanto, nutriamo qualche legittimo timore. Capaldo è stato colpito al momento ingiusto da quel Consiglio che, tanto per fare un esempio, nominò Vitalllone, amico di Andreotti, presidenye di seezione della Corte di Cassazione. E Papa Francesco, se davvero insiste anon farsi i fatti suoi, potrebbe fare la fine di Papa Luciani. Così, tanto per esssere tranquilli e per lasciar tranquilla la Curia, il caso Orkanndi sarà insabbiato del tutto, come la salma della povera Emanuela.