opinioni

Sul Corteo Storico di Orvieto 2014

martedì 24 giugno 2014
di Giuseppe Andrei, decano associazione Lea Pacini
Sul Corteo Storico di Orvieto 2014

Alcune necessarie considerazioni sull’ultima uscita del Corteo Storico di Orvieto in concomitanza dell’ultima festività del Corpus Domini.
Seppur è vero che a riguardo del Corteo Storico di Orvieto non si possa parlare di una pedissequa storicità, ma anzi, tuttavia si può affermare che la Sin. Lea Pacini nella realizzazione dello stesso cercò di mettere assieme un Corteo, al di la di quanto avveniva nel lontano passato per scortare il Sacro Corporale durante la festa del Corpus Domini, cioè solo con alcuni cavalieri armati, od al di la di quanto avveniva in concomitanza della Festa dell’Assunta, comunque basato su fatti storici con la rappresentazione del Libero Comune di Orvieto al massimo del suo splendore: sia dal punto di vista militare, che civile, all’incirca dopo il 1322, ma prima del 1334, piuttosto che nel 1263-64!

Tale Corteo tuttora rappresenta uno splendido biglietto da visita della città e delle capacità dei suoi artigiani ed è realmente un personale patrimonio di ciascun Cittadino Orvietano, senza dimenticare mai che il giorno della festività del Corpus Domini lo stesso Corteo partecipa come scorta ad una celebrazione religiosa solenne e che per tale ragione è nato su sollecitazione del Vescovo Pieri, seppur anche altro può fare, ma con altri costumi, perché questi attuali sono così preziosi ed inadatti da non poter essere usati per manifestazioni di puro spettacolo, più che mai d’Inverno o d’Estate.

Ma proprio perché tale Corteo è uno splendido biglietto da visita della città, basato su un minimo di fondamenti storici, ritengo opportuno qualche considerazione in pubblico, visto che in privato da eletto almeno la prima considerazione sotto riportata l’ho già fatta ad altri eletti dell’Associazione Lea Pacini che, però, danno tanto l’impressione di considerare l’elezione democratica come poi una tirannia di alcuni eletti che non ascoltano e fanno solo come gli pare, un problema ed una cattiva interpretazione che oggi purtroppo si nota anche in ambiti ben più impegnativi ed importanti!!!

La popolazione Orvietana del Libero Comune molto sinteticamente era formata da popolani più o meno umili, più o meno ricchi, seppur alcuni, soprattutto fra gli appartenenti alle Corporazioni delle Arti, potevano giungere ad una ricchezza addirittura superiore a quella di molti nobili!
I nobili, appunto, erano l’altra componente della popolazione Orvietana, persone spesso di censo alto o molto elevato ed a volte pure cavalieri.
Soffermandoci sui nobili cavalieri: gli stessi potevano fare carriera pubblica in due modi, o nella Magistratura Orvietana e non Orvietana, oppure nelle Forze Armate Orvietane e non Orvietane.

Se facevano carriera nella Magistratura, in abiti civili comunque mantenevano il diritto di portare la spada e gli speroni, nonché il mantello, ad esempio come nel caso del Gonfaloniere di Giustizia, appunto un Orvietano e pure un nobile cavaliere, come accaduto con Manno od Ermanno Monaldeschi, ma non solo, e senza dimenticare che i nobili cavalieri spesso ricoprivano la carica di Podestà, seppure in altra città, ad esempio come Firenze, cioè in genere non nella città in cui normalmente vivevano.

Se invece facevano la carriera militare, potevano avere 2 possibilità: o far parte della cavalleria, oppure far parte degli Ufficiali superiori della Milizia popolare o fanteria dell’Esercito Orvietano e non solo Orvietano, magari come Capitano del Popolo, il quale però espletava anche compiti di Alto Magistrato civile, ma appunto in genere in altra città e non nella stessa in cui normalmente viveva, anche se nella Milizia popolare e nell’Esercito non c’era un solo Ufficiale superiore!!!

Tutto questo per giungere al nodo della questione, il Capitano dei Balestrieri, nobile cavaliere della casata degli Avveduti, al di la di chi abbia indossato ai nostri tempi tale costume, non è un appartenente alla cavalleria, ma è un Ufficiale superiore della fanteria, come si può appurare: dal suo appellativo, dal suo armamento e da quello del suo scudiero, quindi inserirlo fra i cavalieri della cavalleria al comando formale del Podestà è cosa al di fuori da ogni minima realtà storica, seppure spesso ho visto usare la storicità più come un pretesto magari per tutt’altri fini!
Pertanto il Capitano dei Balestrieri appunto deve stare fra i suoi balestrieri nella Milizia popolare come Ufficiale superiore di fanteria al comando del Capitano del Popolo, in una Milizia popolare che non è mai un semplice corteo o seguito del Capitano del Popolo!

Quindi è bene non confondere l’essere un nobile cavaliere con l’appartenere o meno alla cavalleria, due aspetti non necessariamente coincidenti!
Se invece ci si volesse appellare al fatto che i nobili cavalieri facevano capo dal punto di vista civile al Podestà, allora, ripeto, gli stessi come civili non possono indossare elmo e corazza, ma solo il mantello, portando la spada e gli speroni, pertanto anche in tale caso è del tutto fuori luogo il nobile cavaliere degli Avveduti con: spada, balestra, elmo, corazza e cotta da Capitano dei Balestrieri e da Ufficiale superiore della Milizia popolare, per di più comunque messo insieme alla cavalleria in armi ed a fianco del Connestabile dei cavalieri!!!

Al di la di tutto ciò, tuttavia una osservazione che ha un fondamento storico riscontrabile da fonti certe e che non è appellabile con l’ausilio di una bibliografia riconosciuta che lo neghi, come sfido chiunque a fare, personalmente non mi è completamente dispiaciuto il nuovo modo in cui il Corteo Storico di Orvieto è uscito e si è poi disposto nella processione per mostrare le tre principali organizzazioni pubbliche cittadine, seppure ho alcune riserve che sotto esporrò e seppure preferirei che in concomitanza della festa del Corpus Domini lo stesso Corteo uscisse a forza massima, e più che mai secondo me lo avrebbe dovuto fare in concomitanza del Giubileo Eucaristico 2014, piuttosto che a forza ridotta, per essere spezzettato in altre uscite, a volte pure discutibili e di dubbio effetto, come quella vista il pomeriggio della festa della Palombella, e ciò al di la di quanto storicamente accadeva molto tempo fa nelle feste religiose e civili del Libero Comune di Orvieto!

Aggiungo che a volte ho ascoltato persone criticare, ma alle stesse ho risposto che a coloro che organizzano e fanno uscire il Corteo Storico va riconosciuto l’impegno personale del tutto gratuito nel loro fare e se qualcuno vuole criticare e fare in modo diverso, allora si iscriva all’Associazione Lea Pacini, porti il suo contributo e magari si presenti alle elezioni come alternativa per un nuovo Comitato di gestione, ma non prima di aver conosciuto dal suo interno le realtà ed i molti problemi del Corteo Storico di Orvieto che spesso sono completamente sconosciuti con conseguenti considerazioni spesso errate!

Lo dico, perché ripeto che il Corteo Storico è realmente un patrimonio personale di ciascun Cittadino Orvietano, ma tale patrimonio è soggetto ad usura, ha bisogno di manutenzione, di sostituzioni e di implementazioni, soprattutto se lo si vuol impiegare per più manifestazioni ed in modo sempre più impellente ha pure bisogno di risorse: sia finanziarie, che di impegno personale, altrimenti temo che ben presto tale splendido biglietto da visita andrà del tutto perduto!!!

Pur tuttavia, tali considerazioni, ripeto, non significano minimamente che un eletto, anche nell’Associazione Lea Pacini, perché eletto possa ritenere lecito il fare come gli pare, magari contravvenendo pure ai minimi fondamenti storici, senza ascoltare e prendere atto dei fondati consigli che gli vengono dati, come anche senza informare sulle novità che si vogliono introdurre ascoltando pure il parere di quei figuranti che poi debbono essere loro ad uscire in pubblico, anche perché fra coloro che vedono ed osservano dall’esterno vi sono pure persone competenti e quindi far fare una brutta figura al Corteo Storico significa far fare una brutta figura alla città di Orvieto e ciò non deve accadere, meno che mai per testardaggine!

E qualora si volesse ribattere alla critica storica a riguardo del Capitano dei Balestrieri che si fa una tragedia per nulla, ossia per un solo personaggio, si può facilmente controbattere che appunto fa restare piuttosto sconcertati che neppure si riesca a prendere atto in anticipo di un fondato consiglio per un solo figurante su quattrocento, anche se la questione in ballo a livello metodologico e comportamentale va ben al di la di un solo figurante!!!
Infatti, dopo aver attentamente visionato l’uscita di questo anno, a quanto sopra devo aggiungere ulteriori serie perplessità maturate in conseguenza di tale visione, ad iniziare dall’aver visto il Gonfaloniere di Giustizia e non solo lui di fatto inserito nel seguito del Podestà!!!
Infatti, seppure la storia Orvietana del periodo di Libero Comune è stata molto “liquida” anche nel mutare a volte pure repentino delle sue istituzioni a causa delle feroci lotte non solo fra i nobili, ma anche fra nobili e Popolo Orvietano, comunque il Gonfaloniere di Giustizia nasce come figura assolutamente non collegata a quella del Podestà, ma a quella del Capitano del Popolo ed inoltre l’eventuale appellarsi al fatto che lo stesso era pure un nobile cavaliere per giustificare il suo inserimento in una manifestazione nel seguito del Potestà mi lascerebbe totalmente perplesso e comunque mi chiedo: dove vuole andare a parare il Comitato scientifico e con quale “carta canta”?

Osservare poi il Capitano del Popolo rendere omaggio al Podestà, anche se rappresentante dell’Autorità del Comune, è un’altra cosa che mi ha fatto rizzare i capelli!!! Sì, vorrei proprio vedere un Ranieri della Greca, che invece brigò e riuscì nell’intento di decidere lui chi doveva essere eletto a Podestà, oppure un Porcello Orsini con l’elmo in mano sotto il Palazzo del Comune a rendere omaggio al Podestà!!!

Senza considerare che Daniel Walley ripetutamente presenta i Capitani del Popolo, in particolare i due sopra citati, non come semplici comandanti della Milizia popolare, ma come Comandanti dell’Esercito Orvietano, autori e vincitori di scontri con città avversarie o confinanti per territorio!!!
Come pure Giuseppe Pardi ci descrive il Podestà agli inizi del 1300 come comandante della sola cavalleria e non dell’intero Esercito, cosa invece che poté essere, ma fra il 1200 ed il 1250!

Non sarebbe più opportuno far sì uscire dal Palazzo del Comune il Podestà ed il suo vero seguito e mantenere l’uscita dal Palazzo del Capitano del Popolo: sia del Popolo e delle sue Magistrature, che della Milizia popolare a chiusura del Corteo, prevedendo una riunificazione delle due parti di corteo sotto la torre del Moro e lasciando stare onori che spesso vennero resi solo sul filo delle spade?

C’è un altro aspetto che mi ha lasciato molto perplesso, a differenza di quanto fatto dalla Signora Lea Pacini, l’attuale Corteo storico rappresenta un Potestà onnipotente, nonostante sia in presenza di un Capitano del Popolo e di un Gonfaloniere di Giustizia, oltre che dei Signori Sette, il che non è per nulla vero, se non che quando i nobili presero il sopravvento sul Popolo con la loro nefasta politica portando se stessi e l’intera città verso la totale autodistruzione!!!

Mi verrebbe da scherzare: non è che qualcuno ha scambiato il 1322 per il 1922, seppure anche quando i nobili prevalsero, come dal 1322 al 1332, ciò, ripeto, fu l’antefatto dell’autodistruzione di Orvieto per mano dei suoi feroci, ottusi e litigiosi nobili, come ancor più e sempre peggio fu a patire dall’11 Maggio 1334, data d’inizio del colpo di stato di Manno Monaldeschi!!!

Accenno anche ad un’altra seria perplessità, cioè a quella di un’autorità del Popolo mostrata ai minimi termini: con i Quartieri rappresentati in maniera molto risicata e molto poco veritiera dal punto di vista della partecipazione e con i Signori Sette messi in fondo al Corteo soli, soletti con le Corporazioni delle Arti e ridotti a ben poca cosa, altro aspetto non vero da Ranieri della Greca in poi, seppur con ripetute mutazioni istituzionali che li coinvolsero, e comunque cosa non vera pure al tempo di Porcello Orsini, ma anche fra il 1331 ed il 1334, anno del ferale colpo di stato di Manno Monaldeschi, eletto però “sarcasticamente” a Gonfaloniere del Popolo e Gonfaloniere di Giustizia a vita, nel definitivo prevalere della mortale litigiosa autodistruttiva tirannia dei nobili Guelfi!

Insomma, il Corteo della Signora Lea Pacini, al di la delle diatribe sulla storicità, aveva restituito una immagine molto più equilibrata delle Istituzioni Orvietane, ma forse oggi si predilige, comunque errando, mostrare quanto accaduto nelle fasi più ferali ed autodistruttive della città, piuttosto che nelle fasi di maggiore equilibrio, concordia e floridezza!

Inoltre mi pare che qualcuno mal sopporti lo sfilare nell’ambito di una processione religiosa come quella del Corpus Domini e che magari vorrebbe sfilare e fare spettacolo in tutt’altro contesto, per cui costoro mostrino più chiaramente ed in pubblico il loro intento e si mostrino soprattutto di fronte al Popolo Orvietano, poi sarà il Popolo Orvietano, unico vero proprietario dei costumi del Corteo storico di Orvieto, a dire come la pensa, perché forse è ora che il Popolo Orvietano dica come la pensa sull’utilizzo di ciò che gli appartiene in toto, magari anche per fare rientrare nei ranghi le tiranniche mire eccessivamente spettacolari, e per me almeno a volte decisamente fuori luogo, di alcuni che si credono padroni di ciò di cui non sono padroni, ma al massimo gestori!!!

Se invece non c’è alcuno che non sopporta di sfilare dietro ad un crocefisso, che allora ci si adoperi di più perché sia meglio coordinato lo sfilare nell’ambito di una processione religiosa, in modo, assieme alle autorità religiose, da non creare eccessivi distacchi fra il Corteo storico ed il resto della processione del Corpus Domini!

Resta invece fermo il mio personale plauso ai figuranti che in più punti del percorso ho visto ripetutamente sfilare dignitosamente riuscendo al contempo a far fare bella figura alla città di Orvieto ed ad onorare il Corpus Domini con una adeguata seria scorta.