A futura (prossima) memoria
Siamo di nuovo in piena liturgia della crisi politica. Un governo si è dimesso perché il Presidente del Consiglio è stato sfiduciato dal suo stesso partito ed un altro è in via di formazione.
Pur essendo tristemente nota l'ostinata capacità della sinistra italiana di farsi del male, questa volta c'è del nuovo, vale a dire la disinvoltura e la rapidità con cui si è passati dalle ripetute attestazioni di stima, alle critiche più aspre. Di fronte alle quali, fra perplessità e sgomento, non si può non osservare che, o erano false le prime o strumentali le seconde.
Ebbene, non voglio entrare nel merito, ma da economista mi limito a riportare, a futura memoria, alcuni dati significativi dell'azione del governo dimissionario. Nel biennio 2014-2015 sono previste maggiori disponibilità per 30,6 miliardi di euro di cui 16,6 derivanti dalle riduzioni di spesa, 8 dal rientro di capitali dall'estero e 6 dal risparmio di interessi sul debito pubblico. Ciò potrà consentire, nello stesso periodo, di ridurre le tasse sul lavoro (cuneo fiscale), per 19 miliardi e di destinare i rimanenti 11,6 miliardi ad altre priorità (e non sono poche).
Enrico Letta ed il suo governo non meritano certamente un serto di alloro, ma neanche una corona di spine. E tutti gli eventi delle ultime settimane, mi portano a fare una considerazione di tipo moralistico. Si obietterà che sono fuori tema, ma non è così. Non mi riferisco infatti alla famosa frase "il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me" che scrisse un Kant ammaliato dalla bellezza del creato e dalla dignità dell'uomo. Pensavo, piuttosto, alla "moralità minima" di Michael Walzer, filosofo ed uomo di sinistra, come valore universale per gli esseri umani, le associazioni e le istituzioni in ogni parte del mondo. Ma, con tutta la buona volontà, non riesco a vedere neanche quella.

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