Riflessioni sull'alluvione di Orvieto
La nostra insignificante e fragile condizione è quella che si rivela grande e forte nelle sofferenze, ma lei madre generatrice e rigeneratrice che ovunque noi siamo ci segue si allontana da noi e ci fa capire che è lei più forte, l'unica via è esserle vicino, non tradirla, non ferirla, non usurparla, Lei è la grande Madre.
Quello che sta accadendo è già accaduto nel tempo ma i suoi effetti non erano così devastanti e ormai globalizzati causa un alterato sistema. L'uomo sta vivendo una epoca senza contorni, dove manca il senso di comunità con gli altri uomini avendo perso il sapere della e dalla natura, cosicché i concetti di bello,ideale, giustizia, verità sono ormai sfilacciati e anche il suo sistema di pensiero va naufragando perchè non crede più perchè i valori si vanno perdendo e la natura non offre più quell'orizzonte di senso.
Interroghiamoci al verificarsi di questi avvenimenti che attraversano con forza e manifestazioni diverse la terra tutta. La vita va vissuta in avanti ma guardando indietro, l'uomo deve riguardare al suo percorso dall'inizio alla fine per capire il fine ultimo del suo approdo.
La vita di ciascuno di noi appartiene alla vita di un universo e noi dobbiamo modificarci insieme all'evoluzione continua della natura e di tutte le sue cose.
Osservando concretamente dobbiamo conciliare il benessere economico cercando un punto di equilibrio tra le nostre esigenze e le leggi della natura. A questo punto non possiamo abbattere i quartieri residenziali e realtà commerciali e industriali costruiti, ma l'urbanizzazione deve seguire criteri logici per convivere con questi fenomeni limitando i danni.
Lavoriamo individualmente al di là anche delle istituzioni per essere a queste d'aiuto, per contenere le conseguenze capendo il rischio di ciò che potrebbe succedere riscoprendo quel senso di responsabilità e autorità singola alla luce della ragione rendendosi conto che per ottenere questo c'è un prezzo da pagare: attenuare quell'unico valore generatore di tutti i valori " il denaro".
La natura ci manda dei segnali: è successo a New York, in misura minore in Europa e quindi in Italia, in Liguria,in Toscana, a Orvieto per un cambiamento climatico derivante dall'atteggiamento dell'uomo, il quale deve rivedere i suoi comportamenti investendo se stesso la sua ragione per questa nuova emergenza.
Inutili i processi al destino; la natura ci avvisa con i suoi segnali, a noi decodificarli. Un esempio per tutti " il Giappone" terra ostile per gli insediamenti umani; ma lì gli uomini hanno trovato un equilibrio con la natura: " non possiamo dire al vulcano di non eruttare, alla terra di non tremare quindi adattare le nostre necessità ai criteri della terra".
Chiediamoci perché gli Etruschi scelsero di fare Orvieto sul cucuzzolo. Diverse le motivazioni: protezione dai nemici che arrivavano dalla pianura ma anche paura di altri eventi naturali ostili. La smisurata potenza della natura è contrapposta alla nostra debolezza e fragilità, la natura tutto può l'uomo deve subire, noi piccole ginestre affacciate sulla Rupe. La ginestra si spande si arrampica si insinua nei posti più impervi; così dovrebbe essere la nostra coscienza collettiva superando il nostro individualismo, aggregandoci creando comunità e armonia tra noi nel segno di una solidarietà e soccorso reciproco considerando la nostra condizione di precarietà, anche per il nostro comune interesse.
Una vita si può dire piena quando è vissuta all'insegna dell'umiltà e della reciproca collaborazione e conoscenza dell'altro.
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