opinioni

Buon Congresso al PD orvietano

martedì 22 maggio 2012
di Massimo Gnagnarini

Se fosse solo il contrapporsi tra ex margheritini ed ex pidiessini per il controllo del partito sarebbero energie e tempo sprecati. Nessuno può più credere che esistano i moderati e i comunisti in un partito che ha già il suo da fare per conservare qualche tratto di quella che fu l'identità della sinistra storica e di quella riconducibile alla straordinaria esperienza politica dei cattolici nel nostro Paese.

Quando il PD nacque, inglobando gli ex democristiani della Margherita, Orvieto fu consegnata in dote ai nuovi arrivati come risultato d'intricati equilibri regionali. Questo modo di selezionare il gruppo dirigente, ovviamente, era ed è rimasto del tutto sbagliato ed ha prodotto una lunga stagione di infinite difficoltà alla nostra città che sono continuate fino ai giorni attuali.

In effetti anche il deludente esito dell' attuale amministrazione è figlio di quella scelta azzardata sia per i motivi più noti come del voto disgiunto alle elezioni comunali del 2009 e al soccorso all'anatra zoppa che ne conseguì subito dopo da parte dei "disponibili" eletti nelle liste contrapposte, sia per altre ragioni finora meno indagate che hanno, però, sempre legato con un filo doppio settori della maggioranza e settori della minoranza.

Gli sprechi di energie e di talenti che si sono consumati in questa stagione, le dimissioni a raffica degli assessori che avevano raccolto il consenso elettorale, la confusione di ruoli e l'assenza di risultati sono il risultato di quel peccato originale che in politica è definito rendita di posizione e che, qui da noi, si è manifestato in una mera alleanza numerica trasversale, purtroppo, in questo caso, generatrice di una maggioranza autoreferenziale e priva di visione.

Sbaglierebbe il PD nostrano se al suo prossimo congresso cittadino riproponesse le due anime imbrigliate in un costrutto di equilibri e compensazioni interne a formare una piattaforma sulla quale cooptare satelliti e personaggi dei partitini o della indistinta e vacua società civile.

La città ha bisogno di essere governata e di riprendere un cammino virtuoso.

Ha bisogno di talenti e non di rappresentanti.

Ha bisogno di moto e non di equilibri.

Ha bisogno di eccellenti curriculum vitae e non di alleanze fra capobastoni.

Se il PD capirà e favorirà questa metamorfosi qualitativa del quadro politico cittadino che verrà, potrà vantarsene e andare avanti speditamente e autorevolmente.

In caso contrario non sarà quel che rimane di questo pseudocentrodestra orvietano a eliminarlo definitivamente, bensì sciami di grillini e di altri insetti a divorarlo alle prossime elezioni comunali.
Conosco personalmente molti dei dirigenti cittadini del PD sia ex comunisti che ex democristiani, meno i più giovani che buon per loro sono sempre stati altro.

Penso che virtù e debolezze siano equamente distribuite ed è possibile che in un atto di convergenza di intelligenze, la svolta, nel senso qui auspicato, possa, sorprendentemente, anche sul serio accadere.