opinioni

Fase II - Come si studia la politica

martedì 21 giugno 2011
di Renato Piscini

Con quale approccio con quale metodo vogliamo iniziare: attraverso una osservazione partecipante per giungere ad una realtà effettuale (quanto succede nella pratica) o attraverso lo studio della storia? Nei fatti lo studio della politica è inteso come eminentemente applicativo in quanto la politica, per l'uomo, è un campo autonomo di attività.

Pertanto diciamo che l'osservazione partecipante è una metodologia che può essere utilizzata con risultati apprezzabili, anche se limitativa. Ora si tratta di individuare in che contenitore si sviluppa il tutto: sistema nazionale, sistema regionale, sistema provinciale, sistema locale.

Tralasciamo il modello di governo, la legge elettorale e il sistema dei partiti in quanto ci porterebbe in una discussione troppo intrinseca e soggetta a comparazioni varie. Vediamo come si applicano le conoscenze politologiche: è noto che la politica non è una scienza esatta in quanto è il procedimento che viene usato per acquisire le conoscenze relative ad uno o più fenomeni, per poi elaborare teorie, offrire spiegazioni e per comunicare (ai cittadini); contano di più le modalità con le quali si passa dalla formulazione delle ipotesi alla costruzione delle teorie.

Le donne e gli uomini che danno vita a comunità organizzate e sistemi politici (oggetto dell'analisi) possono apprendere e interiorizzare mutando di conseguenza i loro comportamenti mirando non alla ottimizzazione ma ad un risultato soddisfacente del tipo: ogniqualvolta si manifestano le seguenti condizioni....allora è probabile che si abbiano le seguenti conseguenze. E' da capire di chi è la responsabilità se di coloro che hanno (pre)definito il contesto (cittadini) e/o (pre)selezionato le alternative praticabili i politici.

Diversamente si può dire... se si desiderano conseguire gli obiettivi... allora sono necessarie le modifiche... In questo caso sono direttamente i cittadini che si appropriano del tempo -della decisione - dell'azione. Una teoria sbagliata si presta ad essere,riveduta, corretta, riformulata, proprio attraverso la presa di coscienza delle inadeguadezze, degli errori e dei percorsi che hanno condotto a quegli errori.

La cattiva politica è anche probabilmente,soprattutto, la conseguenza del fatto che gli uomini e le donne in politica e i cittadini che li hanno eletti dispongono quasi esclusivamente di cattive conoscenze politiche.
L'intento è di partire dal sistema locale senza pretese di completezza ma con l'obbiettivo di suscitare quesiti, sistematico ma non esauriente.