opinioni

Ruolo delle Fondazioni Bancarie e sviluppo dei territori

sabato 31 luglio 2010
di Marco Moscetti, consigliere comunale Pd

La questione del ruolo delle Fondazionei Bancarie nello sviluppo dei territori attraverso nuove e inedite sinergie con gli enti locali ha occupato una parte importante del dibattito politico estivo grazie ad una serie di recenti articoli apparsi sui quotidiani umbri.

Tutto ha inizio con un intervento di Wladimiro Boccali, Sindaco di Perugia e Presidente ANCI Umbria, pubblicato il 14 luglio sul Corriere dell'Umbria. Boccali va dritto al cuore della questione: "...nel momento in cui il territorio - scrive - soffre le conseguenze di una crisi economica che penalizza cultura, coesione sociale, lavoro, è addirittura normale che le Fondazioni svolgano un ruolo importante come forme di contrapposizione ai rischi di arretramento..." quindi sollecita "...una forma più stretta e coordinata di "vicinanza" tra Fondazioni e governi cittadini in cui il Comune possa svolgere in modo attivo, senza ingerenze inopportune, il suo ruolo di socio espressione del più complessivo interesse generale..."

L'intervento del Presidente dell'ANCI Umbria ha così stimolato un confronto certamente interessante a cui hanno partecipato i Presidenti di Fondazioni Bancarie Umbre, il Sindaco di Terni e il Presidente della Provincia di Perugia.

Dalle diverse riflessioni emerge la consapevolezza di essere arrivati alla fine di un ciclo di crescita e, soprattutto, di un modello di welfare locale che è stato capace di accompagnare lo sviluppo dei territori attraverso una politica delle opportunità che, negli ultimi anni, in parte ha mitigato i pesanti effetti di una crescente disuguaglianza.

Il tema della "vicinanza" e della "sinergia" non è né accademico né prefigura l'assalto alla cassaforte delle fondazioni che qualche nostalgico dei bei tempi andati, ha voluto segnalare. Il punto politico è che questa vicinanza deve inaugurare una nuova "governance" capace di superare quelle frammentazioni di piccoli regni - politica, organizzazioni, fondazioni, autonomie funzionali - oggi non più adeguata a mantenere quella qualità della vita di cui andiamo fieri e che costituisce il nostro più prezioso patrimonio.

Da una sommaria lettura storica del Bilancio del Comune di Orvieto, risulta evidente una progressiva diminuzione del trasferimento, da parte del governo centrale, di risorse destinate al settore sociale. Il taglio dei fondi destinati al welfare locale - una costante dei governi di centrodestra - ha imposto alla Regione Umbria a compensare, anno dopo anno, questa minore disponibilità. Ma ora tutto è saltato: la pesantissima manovra del Centrodestra approvata a colpi di fiducia è stata costruita per quasi la metà attraverso la soppressione di trasferimenti alle regioni. Il risultato è che quella compensazione, che consentiva l'erogazione dei servizi di welfare locale, oggi non è più praticabile. Eccoci dunque dinanzi ad un bivio che non può essere aggirato. Né con viete polemiche, né con la speranza che tutto, alla fine, troverà il modo di aggiustarsi.

È in questo contesto straordinario di cambiamento del modello sociale territoriale che va immaginata, progettata e realizzata una sinergia "responsabile" tra enti pubblici, organizzazioni sociali e produttive, fondazioni bancarie.
Dinanzi a tempi e fatti nuovi vanno adeguati i modelli, le forme, le relazioni. Bisogna, credo, ripensare se quei "piccoli regni", oggi poco comunicanti, possano trovare un modo per fare sistema, diventando così ancora più utili alle persone, alle famiglie, al territorio.

Orvieto e l'Orvietano (in un'ottica di area vasta) possono sperimentare un innovativo modello di una nuova "governance" territoriale capace di organizzare positivamente le relazioni complesse tra i soggetti protagonisti dello sviluppo. Non si chiede a nessuno di liquidare autonomie e specificità, ma di "mettere in fase" gli obiettivi, i progetti, le prospettive. Sono persuaso che la Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto non sia indifferente a tali temi e abbia avvertito chiaramente i possibili rischi connessi all'erosione della nostra qualità sociale.

L'avvertenza è quella di non costringere questa discussione, che merita tempi e luoghi opportuni, dentro la prigione della contingenza. In occasione del confronto sul bilancio 2010 avevamo, in un certo senso, proposto questa maggiore "sinergia e vicinanza" tra Comune e Fondazione. Forse la situazione - tesa e carica di polemiche non adeguatamente sedate - avrebbe consigliato un altro tipo di approccio e maggiore dialogo. Comunque rimane il punto centrale della nostra proposta: quella della vicinanza e della sinergia che sta alla base di un "nuovo governo del territorio a responsabilità diffusa".

Credo che i tempi ci offrano un ricco materiale sul quale esercitare questo progetto di "nuovo governo". Sarebbe davvero interessante cominciare a ragionare - Comuni dell'Orvietano, Fondazioni, Organizzazioni - su obiettivi condivisi. Con le dovute cautele, nel rispetto reciproco delle diverse autonomie e finalità, ma consapevoli che la forza della coesione e della responsabilità restituisce a persone, famiglie e imprese l'irresistibile passione del futuro.