opinioni

Di bene (comune) in peggio!...

sabato 27 marzo 2010
di Mario Tiberi

Nel settembre dello scorso anno, e quindi in tempi al di sopra di ogni sospetto, scrissi un editoriale dal titolo "A destra non solo petali di rosa..."volendomi riferire a quelli che, ai miei occhi di osservatore delle vicende politiche cittadine, cominciavano a delinearsi come i primi segnali di iniziale scollamento tra il Sindaco e almeno una porzione dell'alleanza che lo aveva candidato, sostenuto ed eletto. Erano passati solo due/tre mesi dalle elezioni di giugno e detti segnali, ironia della sorte, provenivano proprio dalla aggregazione "Orvieto Libera", allora cuore e anima dell'intera coalizione di centrodestra.

Nelle esternazioni di questi ultimi giorni, l'Avv.to Angelo Ranchino sembra prendere ancor più le distanze dagli orientamenti e indirizzi di governo della Giunta municipale in carica e, se le vociferate dimissioni dell'Assessore Marco Sciarra dovessero avere puntuale conferma, ce ne sarebbe di carne al fuoco per aprire a ragion veduta una crisi dell'Esecutivo e non far dormire così sonni tranquilli a chi tiene nella massima considerazione le sorti future della città di Orvieto.

L'Avv.to Ranchino, a mio sommesso avviso, non dovrebbe confondere le mansioni del professionista con quelle dell'amministratore pubblico, le quali ultime impongono di evitare di lanciare il sasso e poi nascondere la mano al fine di smentire il giorno dopo quello che si era pronunciato il giorno prima. Lo dico con tutto l'affetto e la stima nei suoi confronti, ma i doveri civici non possono essere disattesi in funzione di sterzate azzardate o di acrobatiche inversioni ad U.

Non è assolutamente mia intenzione indossare le vesti del profeta lungimirante e, tanto meno, quelle del "Profeta di sventure" anche perché, come ha saggiamente annotato il Consigliere Leoni, se il Commissario Prefettizio è dietro l'angolo sarebbe bene per tutti che lì vi rimanga.
Le condizioni ci sono tutte; quella più carente sembra essere la buona volontà e, in assenza di essa e di questo passo, la chiusura per fallimento diventa uno spettro di sempre più probabile materializzazione.