opinioni

Proposta a mo’ di provocazione per tutti i circoli del Pd dell’Orvietano: "Ogni circolo adotti un bambino a distanza"

martedì 22 settembre 2009
di Jacopo Teodori, Segretario del Circolo Pd di Castel Viscardo

Come tutti sanno il Partito Democratico sta attraversando un delicatissimo congresso, non è qui mia intenzione analizzare questo o le sue, quanto meno strane, regole ma vorrei fare un'osservazione e poi una provocazione.

Il congresso ha per titolo guida: un congresso per l'Italia e per il Pd. Prima di tutto quindi e giustamente è posto il Paese e i suoi problemi. Il congresso dunque non deve essere né deve apparire, cosa che invece rischia di sembrare, un contorto problema del partito ma deve parlare al paese. Nelle riunioni in cui ho partecipato è stato effettivamente così, se infatti si è parlato del partito, di come strutturarlo e altro si è soprattutto parlato dell'Italia, gli italiani, i loro problemi e su cosa fare cosa proporre e cosa è stato proposto. I problemi sono molti e i tanti piccoli circoli dell'orvietano non possono certo avere un così grande peso per risolverli ma la discussione, il confronto di idee, è, almeno a mio parere, qualche cosa di sempre fruttuoso e importante.

Proprio da una discussione con alcuni iscritti nasce questa mia considerazione-provocazione. Un tema che gli italiani sentono molto è quello dell'emigrazione, il centro-sinistra in questi anni sembra non aver saputo rispondere a questa tematica. La discussione sarebbe lunga e non è mia intenzione affrontarla qui, sempre disponibile a farlo in futuro, ma io ritengo che l'unica risposta vera fu data dal Governo D'Alema con gli accordi presi con l'Albania che hanno permesso un'interruzione reale dei flussi migratori.

Il punto è ben spiegato da una vignetta di Staino: una bambina bianca parla con una nera e dice "perché venite qua sapendo che forse morirete?" la bambina nera risponde "è per quel forse". L'unica risposta vera all'emigrazione può essere data con un miglioramento della situazione nei paesi dai quali le persone fuggono, miglioramenti base come l'evitare che muoiano di fame.

Il discorso è complesso e una domanda può nascere spontanea: cosa possono fare i piccoli circoli dell'orvietano di fronte ad un problema così enorme? Bene qualche cosa si può fare e si chiama adozione a distanza. Casualmente quel giorno la maggior parte di coloro che dialogavano con me avevano, o hanno tutt'ora, avuto un'esperienza simile. Con soli 25 euro al mese si può sfamare una famiglia di 6/7 persone e mandare un bambino, quello che per l'appunto si adotta a distanza, a scuola fino alle superiori, che in molti casi sono una sorta di nostro avviamento al lavoro.

La cosa è semplice ma efficace: si permette ad un ragazzo di istruirsi e, come tutti sanno, l'istruzione è il primo passo per uscire dalla povertà; si permette ad un ragazzo di imparare un mestiere, cosa non scontata in molti paesi; si permette ad un'intera famiglia di avere sufficiente cibo per tutti i membri. In poche parole gli si da una prospettiva di futuro. Non siamo di fronte ad un atteggiamento paternalistico perché non si tratta di carità ma di costruire le basi per un futuro.

Facendo tutto questo, creando istruzione e lavoro in quelle terre, sicuramente si diminuisce il numero potenziale di emigranti. Ecco dunque una risposta concreta ad un avvenimento che gli italiani sentono come un problema e che non potrĂ  essere risolto regalando 3 miliardi di euro alla Libia per tenere in prigione poveri profughi che scappano da carestie, guerre, fame e malattie.

Propongo ai 12 circoli dell'orvietano di adottare un bambino a distanza. E' una goccia nel mare ma, potenzialmente, se ogni bambino ha una famiglia di 5 persone sono 60 persone a cui si da un futuro nella propria terra e non gli si da motivi di emigrare. Spero di ricevere, anche pubblicamente, risposta dai circoli. Se poi tutti i 4000 circoli d'Italia adottassero un bambino, sempre calcolando 5 membri per famiglia, sarebbero 20000 persone a cui si prova a dare un futuro nel proprio paese, la goccia diverrebbe torrente.

La politica deve dare l'esempio positivo per poter poi magari essere copiata anche da altri. Credo che in questo modo potremmo, almeno per una volta, provare a darlo e far vedere e capire alle persone che si può intervenire per cambiare la realtà che ci circonda anche dal piccolo; e che il Pd guarda agli italiani, al mondo e che si muove concretamente per migliorare la realtà che ci circonda.