opinioni

Perché scegliere Ignazio Marino a segretario del PD

giovedì 3 settembre 2009
di Comitato per Ignazio Marino, Area Orvietana

La scelta di sostenere Ignazio Marino a Segretario Nazionale del PD nasce dalla inderogabile esigenza di fornire, all'opinione pubblica, un chiaro e robusto segnale di rottura con un passato non certo esaltante e di profonda inversione di rotta rispetto ad un presente infarcito di incoerenza e mancanza di coraggio per l'affermazione di una reale politica popolare, laica, non classista e che guarda convintamente a sinistra.
Anche a Orvieto, come altrove, codesta scelta ha pure il valore di significare un preciso impegno per un radicale e sostanziale cambiamento della locale dirigenza del partito, non più adeguata alle mutate condizioni sociali e politiche maturate nell'ultimo periodo.

Intendiamo edificare una "Casa Comune" strutturata su due fondamentali architravi rappresentati, da un lato, dalla laicità e dall'autodeterminazione dello Stato con a fianco un partito democratico anch'esso laico e aconfessionale e, dall'altro, da una società civile fondata sulle conoscenze e sulle capacità del cittadino-individuo, con i suoi diritti e doveri costituzionali, e della persona-essere umano con la sua dignità e onorabilità.

Su tali due pilastri, devono poter saldamente poggiare cinque motivi conduttori:
1)Una comunità nazionale e locale APERTA e che rifugga dalle chiusure ideologiche e dalle arretratezze autarchiche. Sul piano economico dobbiamo superare i monopoli, le corporazioni e le oligarchie per dare alle imprese la libertà di scegliere e di crescere in modo sano e produttivo; sul piano sociale dobbiamo puntare all'inclusione di tutti i cittadini nella grande famiglia statuale e dove nessuno si senta emarginato o discriminato;
2)Il CORAGGIO di politici moderni e preparati che non nascondano la testa sotto la sabbia e che, invece, sappiano interpretare e vincere le sfide del nostro tempo e che, pur riconoscendo e rispettando le radici cristiane del nostro popolo, accettino e facciano sentire liberi e partecipi sia i credenti che i non credenti in un contesto di ampio pluralismo all'interno del quale a ciascuno sia offerta la possibilità di realizzare il proprio progetto di vita;
3)La valorizzazione del MERITO che disegni un quadro esistenziale in cui le classi dirigenti, in tutti i settori e ad ogni livello, siano selezionate sulla sola base delle proprie capacità e dove il merito stesso sia premiato attraverso virtuosi meccanismi decisionali e di esercizio delle responsabilità;
4)PROTEZIONE e SICUREZZA potranno essere garantite acquisendo la consapevolezza di un forte senso della legalità, rispettoso delle norme e delle regole e in perfetta linea con una amministrazione della GIUSTIZIA che sia efficiente, rapida, uguale per tutti e dalla pena certa;
5)Infine la LIBERTA' come bene supremo e insopprimibile perché solo la condizione di liberi è in grado di assicurare una democrazia compiuta e partecipata, dove la maggioranza abbia efficaci strumenti di governo e l'opposizione altrettanti strumenti di controllo ed entrambe siano periodicamente sottoposte al giudizio critico del corpo elettorale. Dove, ancora, al cittadino sia data la possibilità di formare liberamente la propria opinione, dove l'informazione sia svincolata dal dover rispondere ai "poteri forti" e la rappresentanza parlamentare sia scelta dai cittadini e non dalle segreterie dei partiti.
La concretezza dei principi sopra esposti deve portare a realizzare finalmente una politica economico-fiscale equa e solidale, deve tendere all'uguaglianza civile e alla giustizia sociale perché il LAVORO, la CASA, la SALUTE e la FORMAZIONE Scolastica non siano più chimere, ma diritti riconosciuti e praticati.

A titolo esemplificativo del nuovo modo di fare politica, segnaliamo due questioni sulle quali intendiamo soffermare particolarmente la nostra attenzione:

LA GESTIONE DELL'ACCESSO AL CREDITO, impostata dalle grandi Banche sulla cieca stupidità di rigidi programmi elettronici e non più sulla oculata esperienza del banchiere, abbandona a se stessi gli artigiani, le piccole imprese ed in generale i più deboli spingendoli spesso e drammaticamente nelle braccia dell'usura;

I PRECARI, dal reddito incerto e di mera sussistenza, costretti a kafkiani "contratti di consulenza a progetto", gravati dalle spese del commercialista, dalla ritenuta d'acconto del committente e sopratutto dal versamento anticipato dell'IVA, con il risultato che, a fronte di incassi dalla difficile percettibilità, si vedono obbligati a procacciarsi un secondo lavoro a nero in una situazione paradossale di sistematico disagio.

La drammaticità dei tempi impone scelte coraggiose, leali e idonee ad estirpare il male subdolo che mina alle fondamenta le moderne civiltà. Per queste ragioni sosteniamo con passione e convinzione la proposta politica di Ignazio Marino per vivere il PD e cambiare l'Italia.

Comitato per Ignazio Marino
segretario del Partito Democratico
Area Orvietana