opinioni

Consigli ai candidati. (1) Della comunicazione

martedì 28 aprile 2009
di Nello Riscaldati

Fra le molte tribolazioni che ingombrano la via e la vita dei politici non è la ultima vedere i propri intendimenti o non compresi o presi a rovescio, cosa che i medesimi considerano un gran sacrilegio.
Il qual sacrilegio è invece per i commentatori mestiere, trastullo e gloria, e per commetterlo i più di loro credono essere stati messi al mondo apposta, imperversando e traendo spirito dovunque trovino appiglio. E appigli i tapini ne offrono a iosa. Che dire infatti, come esempio da non imitare, dell'affermata "funzione civilizzatrice" vantata al suo partito da un politico titolato, quasi che costui fosse convinto di muoversi in terra di barbari, o di popolo ignorante o di vilissima plebe?! Affermazione che molto invita al trastullo di chi la rende manifesta. E anche se costui potrebbe addurre a discarico di avere forse equivocato sul significato del termine, non sarebbe tuttavia facile stabilire se una posizione del genere sia un' attenuante o un'aggravante.
Ma gli elettori tutti, dallo zappatore all'uomo di penna e di pensiero, pongano mente, i meschini, a sì quale bizzarro destino li attenderebbe se i governanti si ponessero come fine del loro essere tali nientemeno che la "civilizzazione" dei governati.

Vero è che taluni che si arrogano la capacità di amministrare la cosa pubblica e dichiarano al popolo di essere disponibili a dimostrarsi afflitti per i problemi dei più deboli e dei più tristi vanno poi ad esprimere il loro pensiero proprio ponendo il pregio del loro stile in ciò che più s'allontana dal semplice e dall'evidente.
Di qui l'improprietà del linguaggio, di qui l'impopolarità. E a tal proposito già così il Locke ebbe ad esprimersi: "L'uomo che adopra voci alle quali non dà chiaro e determinato senso, inganna sé e gli altri."

Una disputa di parole, sia volutamente fraintese, sia congegnate in guisa tale che fraintese debbano apparire, inceppa sovente il commercio delle idee e degli affetti e persino le menti più sane ne riportano un danno molesto.

La proprietà nell'esprimersi, levando via le parole superflue, condensa il concetto e lo fa potente, dà chiarezza al discorso e sgombra i modi approssimativi dei quali chi ascolta s'appaga malamente.
Certo è che già nella prima dichiarazione debbono esservi i germi e la ragione delle dichiarazioni che seguiranno e tali da destare l' idea comune a tutto il discorso mediante il quale la medesima idea si vuol comunicare.
La perifrasi seduce le menti che si bèano di facile e fiacca loquacità, mentre la modestia ed il senno amano non il luccicante ma il luminoso, non il sorprendente ma il vero, non l'arzigogolato ma il semplice.

La proprietà del discorso viene dal sentire e dal far sentire e non da quella prolissità che pare fatta compagna indivisibile della gravità e dell'eleganza. Il modo d'esprimersi quant' è più comune, tanto più viene accetto perché il più comune è quasi sempre il più bello ed efficace.

Cicerone ci insegna nel "Brutus", che non è nell' uso dei vocaboli reconditi, ma nella scelta e nella collocazione di quelli noti ai più che risiede il pregio della vera eleganza e comprensibilità.

Molti si credono di essere oratori non comuni allorché avvolgono un'idea comune in un abito straordinario, mentre invece la forza, la grazia, la nobiltà e la comprensibilità dovrebbero collocarsi nelle semplice significazione dei concetti.
Per essere compresi non c'è bisogno di un'affettata gravità, né di un'armonia artificiosa, ma basta l'uso di vive espressioni che risultano dal comune consenso e dalla comune esperienza. Le parole non debbono essere mai usate come un manto larghissimo per ricoprire delle idee meschine e trite.

P.S. Mi sono preso il vezzo (solo per questa volta) di scrivere alla moda di un tizio mediamente acculturato e aduso alle dispute che si tenevano nei circoli letterari del secolo XIX. Chiedo scusa di questo ai lettori, ma i destinatari, cioè coloro che aspirano a salire le scale del Palazzo al fine di poter posare lo stanco deretano sul sospirato scranno, non credo che avranno problemi a comprendere ed a convenire con quanto scritto.
Se ne avessero forse sarebbe meglio per loro rallentare il passo e sostare qualche attimo in meditazione prima che sia troppo tardi per la città, le periferie, le frazioni e le case sparse. Tiè!