opinioni

Le Sacre Rappresentazioni e la Processione della Madonna Assunta

martedì 26 agosto 2008
di Mauro Sborra
Mercoledì, 13 Agosto, alle ore 22,00, abbiamo assistito, sulla scalea del Duomo, alla Sacra Rappresentazione “Il Miracolo di Golena “. Noi, di una certa età, abbiamo apprezzato la stessa Rappresentazione nel 1951. Ovvero 57 anni or sono . Speriamo si ripeta nel 2065 per coloro che verranno dopo di noi! Bando agli scherzi, e ricordiamo piuttosto che nel 1949 si è tenuto, in Orvieto, il Primo Convegno del Dramma Sacro, che programmava l’annualità della Rappresentazione. Ed allora cosa è successo è presto detto. La Rappresentazione venne presto “bruciata”, e dalle sue “ceneri”, per volontà di chi volle il “rogo”, nacque il Corteo Storico o come si usa chiamarlo. Il tutto dimenticando come il secolo XIII sia povero di notizie ed ancor più di quelle relative al Miracolo di Bolsena. Ed i miracoli, non è certo una novità, troppo spesso sono legati alla fantasia, sono affidati alla vivacità della devozione popolare, sempre attenta alla ricezione ed alla traduzione del sovrannaturale nel quotidiano, ed in specie, quando il quotidiano ha tanto bisogno del sovrannaturale. Non a sproposito, all’uopo, parliamo di Pietro da Praga, che solitamente viene indicato come un sacerdote boemo “tormentato dal dubbio sulle reale presenza del Corpo di Cristo nell’Eucarestia; che si è recato in pellegrinaggio a Roma per implorare sulla tomba “la grazia di liberarsi dalle angustie, ond’era afflitto il suo spirito.” Sulla strada del ritorno, giunto a Bolsena, stava celebrando la Messa nella chiesa di S. Cristina, quando, nel momento della consacrazione, dall’ostia spezzata stillò vivo sangue, che cadde sul corporale, e su alcune pietre dell’altare…….. Ma la mia storia è ben altra ed è supportata dai documenti : il “Magister” Pietro, ottimo giurista ed esperto diplomatico, già nel 1262 aveva incontrato Urbano IV a Viterbo, colà inviatovi dal suo re, in qualità di ambasciatore; nel giugno del 1264 era venuto in Orvieto per chiedere allo stesso Papa la dispensa dell’obbligo della residenza presso il suo beneficio (vedi lettera con cui Urbano IV concede tale dispensa, datata da Orvieto 4 giugno 1264). Altri documenti ci dicono che Pietro, in data 13 luglio 1264, si trovava presso il Re a Pisek, in Boemia E del portentoso miracolo non ne fa il minimo cenno al re Ottocaro Premislao, di cui è confidente. E questo perché il “magister” Pietro, canonico della cattedrale di Praga, protonotario del potente re di Boemia, Ottocaro II, uomo politico di primo ordine, ambasciatore accreditato presso la Santa Sede, chiaramente non ha nulla a che vedere con il timoroso, titubante prete, tormentato dal dubbio sulla reale presenza del Corpo di Cristo nell’Eucarestia; che si era recato a Roma per implorare sulla tomba di Pietro la grazia della angustia ond’era afflitto il suo spirito”. E veniamo ora alla Processione di S. Maria d’Agosto. E’ stata, l’ultima edizione, un misto di sacro e profano. E per profano intendo quella parte di Corteo Storico che vi è stata inserita. Mi piacerebbe tanto sapere a chi è venuta sì brillante idea! Purtroppo, nella nostra Città, le innovazioni servono solo ad avvilire il nostro passato, il nostro patrimonio storico-culturale! Ed allora ricordiamo agli “innovatori” cosa è successo nel 1338. In quell’anno il Consiglio Generale, non potendo Orvieto più sopportare il lungo assedio dei Malcorini, che volevano strapparla ai Beffati, deliberò di portare processionalmente, la sera del 13 agosto, la statua della Madonna di S. Maria nella chiesa collegiata di S. Andrea, perché ivi fosse esposta alla pubblica venerazione, e quindi, la sera successiva, di ricondurla alla Cattedrale,come avvenne, tra le accorate preghiere del popolo piangente, che ne invocava la miracolosa intercessione, onde fosse allontanata dalla Città l’incombente sventura. Tradendo lo spirito della sua natura, e il significato storico, la Processione di quest’anno, invece del “popolo piangente per l’incombente disgrazia”, ci ha propinato dame e cavalieri in tutta pompa, tamburini, trombetti, armati, famigli e chi più ne ha, più ne metta: tutti personaggi dai costumi indubbiamente meravigliosi, ma che c’entravano solo come il classico “cavolo a merenda”. Vorrei anche ricordare agli “Innovatori” come all’epoca della prima processione alle donne non era permesso partecipare a sfilate, cortei, ecc; che alle stesse era severamente vietato fregiare le vesti e adornare il capo di argento e perle; di indossare abiti con strascichi superiori ad una lunghezza di un piede orvietano (cm. 28 circa). E perché il divieto fosse osservato da tutte indistintamente, il Podestà nominò custodi segreti in ogni rione, con il compito di denunciare eventuali infrazioni. Concludendo si potrebbe dire che siamo passati dalla ”Requisitio censualium” alla “Demostratio vanitatis”.