opinioni

Serve la sinistra?

lunedì 21 aprile 2008
di Nello Riscaldati
Io non ho mai fatto politica attiva né ritengo di avere competenze specifiche in merito, ma, come cittadino, quello che è accaduto il 13-14 Aprile mi ha quanto meno sollecitato una riflessione, che sicuramente non è solo mia, e che, credo, stia turbando la quiete e le certezze di alcuni italiani. In fondo è una domanda, questa: Stando le cose come stanno, l’Italia, oggi, può fare a meno, o meglio può permettersi di fare a meno di una sinistra strutturata che non sia il pulviscolo di “soggetti politici” “più a sinistra di” e con esponenti che parlano da soli perché usano lingue morte? Se è vero che le prospettive evolutive del sistema globale di muoveranno nei prossimi decenni in modo tale da generare sempre più dei nuovi soggetti marginati ed emarginati, e, Dio non voglia, addirittura una specie di classe di non-lavoratori, chi sarà a scendere in mezzo a costoro, a impararne a parlare la lingua e a difenderne gli interessi? Chi parlerà o lotterà in loro nome, ammesso che la sinistra l’abbia fatto, in passato, con competenza e con successo? Esistono al di fuori di quel “qualcosa” che viene definita, o si definisce, sinistra, strutture politiche, attualmente operanti in grado di sostituirla? Partiti grandi, potenti, che dispongano di tanto potere e tale da poter rappresentare, tutelare e difendere tutte le stratificazioni e condizioni sociali? E’ verosimile tutto ciò? Se sì, il 13 Aprile sarà stato addirittura salutare e per certi aspetti risolutivo. Altrimenti per i superstiti della sinistra, ”o tutti a casa”, o sarà necessario per loro eliminare qualsiasi scoria, apprendere un nuovo linguaggio, imparare a parlare con gli altri, e non solo di fronte agli altri, ed accertarsi, prima, di averli compresi e, poi, di esserne stati compresi. Io ho notato, ma certamente non sono il solo, che anche dopo il 13 Aprile, in tutte le formazioni politiche è ancora attiva la presenza di esponenti che quando ti parlano tu non vedi l’ora che smettano, perché non si sopportano più le banalità e le baggianate che dicono. Ad alcuni addirittura fa difetto la figura, il modo di porsi, la povertà del vocabolario, le ripetizioni, la fuga dalle domande e via dicendo. Costoro sono quelli che fanno perdere voti. L’ultima sinistra ne è stata una dimostrazione concreta. Nessuno dei suoi esponenti ha manifestato una dote, anche modestissima, di carisma, mentre in politica il carisma è necessario perché, facendoti emergere, crea dapprima attenzione, poi discussione ed infine, se sei bravo, consenso. La TV invece è pericolosa perché accentua più i difetti che i pregi. Io credo, ma è una mia personalissima opinione, che al di là dei Comitati e dei Congressi, coloro che a sinistra si sentiranno investiti “da se stessi” di una missione politica appunto di “sinistra”, di riprendere, metaforicamente s’intende, il sacco in spalla ed andare per la “cerca” del grano presso i contadini, podere per podere, come facevano, alcune decine di anni fa, i militanti, per fede, del fu P.C.I., i quali, in tal modo, oltre a ricavarne un utile pratico per il loro Partito, creavano e mantenevano veramente un legame politico col territorio che frequentavano.