opinioni

Senza memoria non c’è futuro; per Filippetti la memoria è qualcosa da rimuovere... Il Futuro è ripartire anche da qui, dai problemi della nostra Città

martedì 22 maggio 2007
di Giuliano Santelli
Con una frase “copia incolla” presa da un vecchio documento della sinistra, inizia così l’articolo di Valentino Filippetti sulla conferenza stampa tenuta la scorsa settimana da 24 dirigenti dei D.S. che hanno deciso di non aderire al P.D. e di dare vita alla Sinistra Democratica. Senza memoria non c’è futuro e quel gruppo dirigente che Filippetti “bolla” è un pezzo della sua storia, una storia che lo ha visto protagonista, con responsabilità anche pesanti in termini di direzione politica. Valentino è stato Segretario del PCI, Consigliere Comunale del PCI/PDS, Segretario di Rifondazione Comunista, poi coordinatore dei Comunisti Italiani, Consigliere Provinciale dei DS, Assessore esterno al Comune di Allerona, Presidente della Comunità Montana Monte Peglia Selva di Meana, membro della Direzione Regionale dei D.S. e ora siede nel CORECOM. Regionale. Tutti questi incarichi sono stati il frutto di un percorso politico “tortuoso e sofferto” che si è realizzato anche con qualche “forzatura” politica proprio da parte di quel pezzo del gruppo dirigente sul quale si esprimono giudizi non certo edificanti. La storia dirà ciò che ognuno di noi ha prodotto per questa Città, nel bene e nel male, ma maliziosamente sottolineare aspetti legati alle attività delle persone, al ruolo che queste hanno avuto nella Città, il dire e non dire, è davvero una modo di concepire la politica in maniera “strumentale” e priva di un minimo di onesta politica e intellettuale. Caro Valentino parlare del “mondo” è parlare di questa Città e dei suoi problemi, che guarda caso sono i problemi che Tu citi, che quotidianamente viviamo, politica energetica e dei rifiuti, certezza nelle decisioni amministrative, affidabilità di una classe dirigente, futuro per i nostri giovani, la condizione degli anziani, la sanità, la democrazia e la giustizia sociale, ma anche della laicità dello Stato, che peraltro dimentichi di inserire tra le questioni. Il terreno di sfida e proprio questo e per questo non condividiamo il percorso del P.D., una forza politica che nasce su un accordo tra gruppi dirigenti, divisi su tutto; basti pensare alla questione sociale, al lavoro e la sua precarizzazione. La legge Biagi si può dire che è uno strumento che produce precarizzazione, contratti atipici, insicurezza per il destino e il futuro proprio per i giovani? La laicità dello Stato, l’ingerenza delle autorità ecclesiastiche sui costumi di vita, quelli sessuali, sulla pluralità delle confessioni, sulla pretesa di cancellazione della scuola pubblica possiamo dire che sono elementi non più tollerabili? Caro Valentino, vogliamo parlare del ruolo che oggi giocano, in accordo con un pezzo del sistema politico locale, la Fondazione Bancaria che pensa a campanili in vetro o a fontane, invece che promuovere lo sviluppo locale, ammodernare le nuove infrastrutture del II° millennio, varare una politica del credito che non escluda i giovani senza lavoro fisso e le giovani coppie in cerca di prima casa? Vogliamo parlare dell’accordo con tanto di “padrinato” e la benedizione del P.D. realizzato in queste ore con UNICREDIT-GROUP? E’ forse un elemento di civilizzazione del capitalismo di quinta generazione? Per quanto riguarda la sostenibilità ambientale, materia complessa, vedremo quale sarà l’efficacia di questo nuovo gruppo dirigente del P.D. che parla molto di Bankoc e Khioto, spesso per non parlare delle altre questioni, mentre ad Orvieto non decolla neanche uno straccio di raccolta differenziata. Vogliamo parlare dei costi della politica, delle decine di Enti inutili, degli innumerevoli Consigli di Amministrazione, degli Enti di secondo, terzo, quarto grado? Sarebbe interessante riempire le caselle di queste realtà, forse si scoprirebbe anche perché molti hanno aderito al P.D. La sfida del P.D. non è nella riforma della politica intesa come partecipazione della gente alla costruzione e condivisione delle scelte e dei programmi? Non mi pare che Rutelli la pensi come Fassino, potrei fare anche esempi locali “divaricanti.” E le primarie valgono sempre o voteranno solo i gruppi dirigenti? Vedi Valentino a volte parlare di “locale” significa parlare di “globale”. I problemi sono gli stessi in scala ridotta, chissà, forse, come fu per il “Progetto Orvieto” trovare e sperimentare qui e ora soluzioni positive potrebbe servire a risolverli anche nel Paese. Caro Valentino, non c’è stata nessuna scissione, qualcuno ha deciso di costruire qualcosa di diverso, scelta rispettabile quanto quella di chi ha deciso di non cancellare una esperienza straordinaria come quella che è stata la Sinistra del nostro Paese. Non c’è ne nostalgia, né la testa rivolta all’indietro, non ci sono torcicolli, c’è solo coerenza e non certo opportunismo. Proprio per evitare di continuare a stare insieme anche a dispetto dei santi, che si è scelto di continuare e rinnovare l’esperienza del socialismo nel nostro Paese. Un’impresa difficile ma affascinante, sì perché la politica, quella buona è fatta di emozioni e sentimenti, non solo di calcoli di ragionieristica convenienza. Del resto, caro Valentino, dalle cose che dici, sembri Tu con la testa rivolta all’indietro, rinvanghi una storia alla quale, nonostante tutto, devi molto anche Tu. La nostra separazione dal P.D. è avvenuta senza drammi, in modo consensuale, invece la descrivi con l’astio di un amante tradito. Vedi Valentino, io mi auguro che il P.D. abbia successo, può essere utile ad impedire che Berlusconi torni a governare. Così come credo sia utile rinnovare e riunificate la sinistra di questo paese così come stiamo tentando di fare con la Sinistra Democratica e concorrere ad un Governo del paese più attento e “sbilanciato” sui problemi del nostro elettorato. Mi sarei aspettato ben altro dalle Tue considerazioni, una sfida a tutto campo proprio a partire da qui e ora. Peccato, ancora una volta ti ha fregato il risentimento, la voglia di dare giudizi a tutti costi sulle persone. Un giorno, ricordi, mi dicesti “in politica non esiste amicizia”, quella politica a me non è mai piaciuta, forse per la mia naturale inclinazione ad essere minoranza. Tanto mi sentivo di dire e per citare anch’io una frase ad effetto ti saluto e ti “DICO” Dio rende ciechi coloro che vuole perdere. Dal film (Thelma e Louise) Comunque auguri, arrivederci, a rincontrarci, e buon viaggio. Giuliano Santelli