opinioni
Non solo 'mala sanità'. I molti motivi per cui ringrazio l'Ospedale di Orvieto
martedì 9 maggio 2006
di Laura Rengo
Oggi ho deciso di prendere carta e penna e di scrivere una lettera di ringraziamento, o parafrasando “Marcel Mauss - “Saggio sul Dono” - di
restituire un contro dono ad un grande dono ricevuto dalla mia struttura ospedaliera “S. MARIA DELLA STELLA, Unità SANITARIA n 4, Orvieto TERNI, direttore sanitario DOTTOR ROMOLI”.
MI CHIAMO RENGO LAURA, SONO DI CARATTERE MOLTO TIMIDO MA HO DECISO DI LASCIARE DA PARTE QUESTA TIMIDEZZA, INDIGNATA COME CITTADINA ORVIETANA DALLE CRITICHE EDENUNCE RIVOLTE NEI CONFRONTI DI TALE STRUTTURA.
IL DONO RICEVUTO E' STATO PER ME UNICO ASSOLUTO E IRRIPETIBILE, DIVENTARE “mamma” DI UNA BELLISSIMA BAMBINA DI NOME MELISSA CHE PER “ALGIE PELVICHE, CONTRAZIONI UTERINE” stavo perdendo alla dodicesima settimana.
La tempestività, l'umanità, la grande competenza tecnica del “ REPARTO DI GINECOLOGIA E OSTETRICIA DI ORVIETO” diretto egregiamente dal Primario “DOTTOR CORSO" ha permesso che non accadesse. Ricoverata d'urgenza, applicazione del “cerchiaggio”, somministrazione di miolene per endovena, immobilità assoluta per ben 5 mesi in una camera del reparto, hanno trasformato questo evento negativo per ogni donna in una esperienza indimenticabile e concreta; in quanto il mio piccolo esserino è la prova vivente del calore umano , della costanza, del grande legame instauratosi con tutti i medici del reparto. La loro umanità, il loro farmi sentire “ di famiglia”, il rapporto qualitativo medico-paziente è rispecchiabile nel visino di Melissa. Quando ho avuto la possibilità di potermi alzare ho avuto l'applauso di tutti i medici e tutti avevano gli occhi lucidi.
Oggi MELISSA ha quattro anni ed è diventata la bimba di tutti gli operatori sanitari, non solo del reparto Ginecologico, ma anche pediatrico, in quanto dopo la nascita sono sorte complicanze esofagee, intolleranze alimentari, inappetenza, bronchioliti con ricoveri immediati, aveva solo una settimana. La grande umanità, il conforto psicologico datomi dal reparto pediatrico, ex primario dottor “MANCINI”, mi è stata ridonata.
Ricordo gli occhi di una mamma spaventata, i miei, e il coraggio trasmessomi dalla dottoressa Elena Neri, Dottoressa Cardi, Dottoressa Brizzi trasferitasi, e le infermiere e tutte le dottoresse: è ancora presente, perché i problemi non sono del tutto superati.
Spesso le infermiere, come l'equipe medica-pediatrica, mi capita di incontrarli al di fuori del loro ambito lavorativo e mi chiedono come stia Melissa e di salutarla, perché la sentono figlia propria e credo che sia difficile riscontrare ciò in altre realtà. Ciò accade anche con il reparto ginecologico, il Dottor Corso, il Dottor Angelozzi, la Dottoressa Loiodice il Dottor Nicosia, il Dottor Zaccardo, il Dottor Licata e il Dottor Rossetti e le infermiere chiedono cosa faccia il loro piccolo angelo e come stia, stringendomi la mano, commossi ancora per tutto ciò che è successo.
Tutto ciò in stretta collaborazione con la mia pediatra di base, la dottoressa Gelsomina Leone sempre presente, dispiaciuta di questi eventi negativi.
Non è vero che i rapporti medico paziente finiscono quando si esce al di fuori della struttura sanitaria, se umanità esiste continuano a perdurare nel tempo.
È la bimba di quest'ospedale, di ogni “suo angolo”, così piccolina ma grande per le continue prove che ha dovuto superare. Al compimento dei suoi due anni, si è associato un problema di “valgismo”. Io incredula, provata, mi sono rivolta al “reparto ortopedico, primario dottor CIOMEI ” il quale mi disse cercando di tranquillizzarmi che non era nulla, mi indicò a chi rivolgermi per i plantari e le scarpette, presso il Dottor Amendola, che vista la difficoltà di poggiare i piedini e di camminare perché sentiva dei piccoli dolori, rese alquanto rapido il percorso burocratico di fronte ad una mamma così impotente. Oggi quando ci incontriamo sorride e ironizza ricordandosi di quella mamma con la bimba in braccio.
Gli eventi negativi accompagnano la vita umana, di me sono parte integrante. Ogni membro della mia famiglia si sente di ringraziare tale struttura, mia madre perché se oggi ancora può sorridere, lo deve al “reparto endoscopico e digestivo”, all'umanità di tutti, ma soprattutto al dottor Longaroni: la sua tempestiva diagnosi ha permesso di salvarle la vita, il suo operato è stato umano e concreto. Il supporto chirurgico del reparto di chirurgia generale, primario Dottor Alberti, e la sua equipe medica le ha permesso di veder crescere sua nipote, grazie a chi, medico chirurgo, non ha mai chiuso la sua porta a noi. Non tutti li conosciamo personalmente ma sono unici come pochi: il dottor Attioli, il dottor Rosmini, il Dottor Caiello, con i quali ci siamo più imbattuti, ma tutta l'equipe è umana.
Mi sento di dire grazie al Reparto Oncologico, che fa credere nella vita come dono prezioso, e alla sua caposala Patrizia Cristofori. Al Reparto DIABETOLOGICO, Dottor Massimo Bracaccia che, con competenza e umana comprensione, mi ha sopportato con tutte le mie paure, accogliendomi in ogni momento di paura e sconforto. Al Reparto Dietologico del Dottor Marco Tonelli, le cui diete sono state determinanti durante la mia degenza.
Grazie anche al PRONTO SOCCORSO e ai suoi operatori per i preziosi, sentiti aiuti ogni volta che ne abbiamo avuto bisogno. Grazie pere mia sorella a cui è stato diagnosticato il morbo di crohn, con complicanze cardiologiche provocate da miopericardite, accolta al reparto cardiologico, PRIMARIO DOTTOR GIORDANO, come in una grande famiglia, supportata oltre che dal dottor Longaroni, dalla dottoressa Franciosini, dal dottor Pistoni e dal dottor Massimo Bracaccia.
AL REPARTO ANESTESIOLOGICO, rappresentato in modo esemplare dal dottor ENZO BROZZI, con la sua simpatia, ironia, puntigliosità, dovizia, pazienza, che rendono meno traumatico il calvario di chi è sottoposto a intervento chirurgico.
Sono figlia di un umile operaio, quindi ciò che tale struttura ha fatto non lo ha fatto perché sono una persona importante o speciale, ma una semplice ragazza diventata grande grazie a questo piccolo grande ospedale.
Il mio più sentito ringraziamento è rivolto al direttore sanitario DOTTOR ROMOLI, perché se in quest'ospedale regna conforto, umanità, sorriso umano e competenze tecniche in ogni reparto e tra singoli operatori, è perché la struttura rispecchia la personalità di chi lo dirige in modo esemplare e perché il suo operato rispecchia chi crede nel lavoro che svolge.
Ogni cittadino orvietano deve essere orgoglioso e difendere questa grande struttura ospedaliera come prodotto della propria cultura materiale.
Vorrei aggiungere un’ultima cosa, anche se la mia gravidanza non fosse giunta a termine, o qualunque altro evento negativo, io non avrei denunciato né incolpato nessuno, la morte come la vita, l'errore e il dubbio fanno parte della nostra natura umana, inammissibile il non ammetterlo.

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