opinioni

Senza il Psi, lo Sdi è destinato al fallimento

lunedì 27 dicembre 2004
di Pierfederico Tedeschini

Io credo che l’articolo del presidente Gialetti sia un po’ fuori dagli schemi politici e frutto di una ormai testata e riprovata saccenza dello stesso. Non è infatti un mio pensiero ma è piuttosto una constatazione numerica frutto per l’appunto di quantità numeriche di fronte alle quali nessuna saccenza, se non una sciocca e leggera di comprendonio, può cadervi. Risultano infatti settecento mila voti per quel nuovo psi definito morettino contro invece uno Sdi in preda a confusioni mistiche nell’aggregarsi ad un Prodi che tutto è tranne che socialista.

 E poi non andiamo a dire che quel progetto di rifondazione socialista delle ultime elezioni non sia servito o stato utile allo Sdi ora in preda ad una rifondazione che più che socialista sembrerebbe comunista. Io stesso , figlio di quel famoso Egisto Antonio ,come diceva lo stesso Presidente in fase di campagna elettorale, ho preso, se pur da un letto d’ospedale, ben una cinquantina di voti. Più di qualche diessino e poi tutti e 50 sono serviti allo Sdi e non al Psi, al quale nulla è stato riconosciuto dallo Sdi. Quindi io la finirei con queste sciocchezze a cui tutti e, basta sentire i vecchi veri socialisti, vanno contro.

Crede forse il signor Evasio di poter tornare ai vecchi e grandi numeri del vecchio Psi con lo Sdi e senza una riunificazione di campo delle forze socialiste? Vorrei ricordare che molti dei voti che sono rivenuti a galla alle ultime elezioni erano di quei vecchi veri socialisti che al momento si trovavano a votare per un'unica e vera forza socialista. Perdoni la mia saccenza ma ,incidente e conseguente ritardo universitrio a parte,provengo dal più antico e prestigioso collegio d’Europa e mi infastidisco nel sentire certe sciocchezze del tutto false e fuori luogo. Il progetto è ormai finito e nessuno vorrà sicuramente più sedersi ad un tavolo unico ma vedremo se i vecchi socialisti inseguiranno il vostro Prodi o meno.

Rimenendo in termini di destra e sinistra io leggerei attentamente l’erticolo dell’ on. Gianni De Michelis sulla rivista romana “Parioli Pocket” nel quale si chiede come potremmo mai noi socialisti sederci con quella sinistra che ha voluto la nostra morte. Vero è che il signor Gialletti nella prima repubblica non ebbe affatto alcun incarico istituzionale ne politico di alcun peso ma, per chi fu persona di rilievo istituzionale e politico tipo mio padre, è inpossibile spiegare quello che si è vissuto. Rimane constatazione logica che se disgraziatamente vincesse quella destra come voi la chiamate la festa per voi sarebbe finita.

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