opinioni

Il progetto Riformista deve andare avanti nonostante la debacle dello Sdi

domenica 27 giugno 2004
di Stefano Moretti

Un passo avanti ed uno indietro.

Non per rimanere fermi, ma per meglio procedere.

Se dovessimo tentare una interpretazione del voto socialista ad Orvieto, credo che questa sarebbe la migliore e più costruttiva delle sintesi.

Il Nuovo PSI ha ottenuto 495 voti alle europee e, lo stesso giorno, insieme allo SDI ed alle forze liberaldemocratiche del Progetto Riformista, 1004 voti alle comunali.

 

Partendo dalla logica ed inconfutabile considerazione che gli elettori del garofano per Strasburgo hanno di certo votato anche il garofano per Orvieto (senza voler considerare la storica tendenza all’incremento del voto socialista nelle amministrative), si può affermare, senza tema di smentita, che il Nuovo PSI è, oggi, il primo raggruppamento socialista orvietano all’interno del progetto socialista.

Così anche in Umbria.

 

Ma non è una vittoria; la flessione registrata rispetto al voto sommato del 1999 SDI-Nuovo PSI, che configura una perdita secca di oltre 1000 voti tutti in capo ovviamente allo SDI, deve farci riflettere: non basta infatti che una parte dei socialisti avanzi elettoralmente, occorre che lo faccia tutto il Progetto. Se ciò non  è avvenuto, è giocoforza riconsiderare l’attività amministrativa locale svolta negli ultimi cinque anni, che ha dato notoriamente luogo a malumori diffusi i quali hanno originato, almeno in parte, la lista Parretti e la contestazione, sopita ma forte, di esponenti di rilievo dell’area socialista di governo cittadino.

Essersi chiusi nella logica delle preferenze e dei comitatini elettorali ha favorito certamente alcuni candidati che pure hanno sostenuto il Progetto, ma ha portato ad una perdita elettorale rilevante rispetto alla quale abbiamo una sola possibile risposta: il rinnovamento.

 

Se nella futura Giunta Comunale dovesse prevalere la logica degli eletti a danno dei partiti che li hanno espressi, questi, e comunque il Progetto, dovranno riconsiderare la validità del rapporto di sostegno elettorale che ha sostanzialmente determinato sia la candidatura che l’elezione del Sindaco, sia le candidature che l’elezione dei Consiglieri, i quali così non risultano essere un corpo a se stante od espressione delle Dame di San Vincenzo ma rappresentanti stessi dei partiti politici.

Qualora così non  fosse, e se il Sindaco non ne dovesse tener conto, avremo una Giunta certamente legittima, ma fuori rappresentanza politica, priva di appartenenza e di riferimento elettorale.

 Se questo, per caso, dovesse riguardare anche gli eletti socialisti, questi sarebbero soltanto rappresentanti di se stessi, ma non certo del Progetto Riformista.

 

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