opinioni

I lavori alla Piave sono illegittimi ed inopportuni

giovedì 6 maggio 2004
di Giancarlo Parretti

Sono letteralmente sbalordito dalla disinvoltura con cui si pensa di compromettere ogni futura scelta sulla ex Caserma Piave, proprio adesso che il Comune deve rinnovarsi.

  

I cittadini orvietani hanno il diritto di sapere e poi di decidere non soltanto attraverso gli organi delegati, ma addirittura con un referendum che ponga in alternativa più di un progetto. Ritengo assolutamente intempestivo e, probabilmente illegittimo, l’intervento edilizio in atto in questi giorni con l’abbattimento del muro di cinta ed ulteriori lavori in corso.

           

La risorsa della Piave è l’ultima disponibile e quindi fondamentale per il futuro della Città e dei nostri giovani: se fino ad oggi non se ne è fatto nulla, non è pensabile che in assenza del maggiore azionista e a 30 giorni dal voto, “Risorse per Orvieto” prenda iniziative a riguardo.

            In ogni caso, non sono assolutamente d’accordo sul progetto dei mini appartamenti, che snaturerebbe la vocazione operativa dell’area, riducendola ad una foresteria.

           

Il 35% degli immobili nel Centro Storico è di proprietà del Comune, della Fondazione Cassa di Risparmio, dell’Opera del Duomo, della Provincia e del Vescovado: soltanto dall’unione delle forze laiche e religiose si può originare la rinascita di Orvieto. Comunque, ho chiesto  ad uno studio di avvocati amministrativisti di valutare l’opportunità di un provvedimento della Magistratura che blocchi qualsiasi iniziativa fino a che non ci sarà la nuova amministrazione.

 

Il mio fermo intendimento è quello di evitare che i Cittadini vengano espropriati dei propri diritti su questioni di interesse pubblico e per questo posso promettere a tutti che, indipendentemente dall’esito della mia candidatura a Sindaco, siederò nel Consiglio Comunale di Orvieto e non lo abbandonerò, come è accaduto in passato per altri candidati alla carica di primo cittadino.