"Nel Segno del Miracolo. Storia e Significati del Duomo di Orvieto". L'eresia dei Catari, Pietro Parenzo

In occasione del Giubileo eucaristico della diocesi di Orvieto-Todi la società Mirabilia Orvieto è lieta di presentare, attraverso varie puntate su Orvietonews.it, alcuni estratti della pubblicazione-guida ancora inedita "Mirabilia, nel Segno del Miracolo: storia e significati del Duomo di Orvieto".
La novità editoriale, a cui la Diocesi ha concesso il logo del Giubileo, nasce per valorizzare e promuovere in Italia e nel mondo il Duomo di Orvieto e andrà a completare il già esistente progetto "Mirabilia, i luoghi dell'apocalisse", definito nel XII Rapporto Italiano del Turismo 2003 e nel XVIII Rapporto Italiano dell'Eurispes 2006 come "un nuovo modo di illustrare le grandi opere d'arte a carattere religioso".
"Mirabilia, i luoghi dell'apocalisse" è stata realizzata in collaborazione con il fotografo internazionale Sandro Vannini e, fino ad oggi, comprende una speciale visita guidata, una pubblicazione-guida, una mostra multimediale e un originalissimo DVD sul significato teologico e filosofico dello straordinario capolavoro del Giudizio Universale di Luca Signorelli nella cappella di san Brizio.
In "Mirabilia, nel Segno del Miracolo" storia, teologia, filosofia e spiritualità s'intrecciano in un affascinante percorso che intende guidare pellegrini e turisti attraverso i grandi temi della Cattedrale, dalla Storia della Chiesa all'Eucarestia, dall'assunzione e glorificazione della Madre di Dio al Giudizio Universale: lo scopo è quello di trasformare il lettore-visitatore in un "contemplante", chiamato a riscoprire tutta la funzione educativa e iniziatica dell'arte, e cioè di introduzione emotiva ed esperienziale nei misteri della salvezza cristiana.
"L'opera così torna viva, torna a parlare a me adesso, torna a provocare la nostra generazione d'inizio XXI secolo, e a ricordarci che la scelta da compiere è più che mai decisiva , e che ne va di tutto il nostro futuro, di quali figure di umanità o di disumanità faremo crescere sulla nostra terra".
(Marco Guzzi, filosofo e saggista, membro della Pontificia Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi al Pantheon).
"Per trasmettere il messaggio affidatole da Cristo, la Chiesa ha bisogno dell'arte. Essa deve infatti rendere percettibile e anzi, per quanto possibile, affascinante il mondo dello spirito, dell'invisibile, di Dio".
(dalla Lettera agli artisti di Giovanni Paolo II)
Mirabilia, nel Segno del Miracolo
Storia e Significati del Duomo di Orvieto
Autore: Fabio Massimo Del Sole
Collaborazione: don Mauro Picchiami, Patrizia Pelorosso
Foto realizzate da Sandro Vannini e gentile concessione dell'Opera del Duomo
DAL MITO AL MIRACOLO
L'empia divisione
In principio Dio creò Adamo ed Eva e li pose nel giardino di Eden affinché lo coltivassero e lo custodissero. Per invidia Satana li tentò ed essi mangiarono dell'albero della conoscenza del bene e del male per diventare come Dio.
Ma con il peccato originale l'anima perdette il lume sovrannaturale e l'uomo cominciò a separare le cose terrene dalle cose celesti, il mondo sensibile da quello sovrasensibile e spirituale, fino a dividere completamente ragione e religione, conoscenza e contemplazione, sapienza e grazia. L'umanità ebbe dunque a degenerare e le civiltà decaddero.
Come profetizzato, nella pienezza dei tempi, venne allora il Figlio di Dio "libro di divina filosofia" che riunendo in sé la natura umana a quella divina, la materia allo spirito, la conoscenza alla grazia, ricongiunse ciò che gli uomini avevano empiamente diviso lungo i secoli, ristabilendo sulla terra l'antica perfezione quando il "sapiente" e il "sacerdote" erano un'unica persona.
Anche la religione cristiana col tempo degenerò e mentre alcuni abbracciarono la sola dottrina altri si dedicarono interamente al culto, dimenticando entrambi che senza devozione non c'è vera conoscenza e senza conoscenza non c'è vera devozione perché la fede dell'uomo priva della luce dell'intelletto - scriveva sant'Agostino - è simile a una nave che senza rotta e senza nocchiere non raggiungerà mai il suo porto!
L'eresia dei Catari: la missione di Parenzo
Così, nell'età di mezzo, l'ignoranza prese il sopravvento sulla vera dottrina, l'incredulità s'impadronì degli animi al punto da sgretolare i capisaldi della fede e molti caddero vittime del dubbio e dell'eresia. Dal sud della Francia si diffuse infatti in tutta Europa la minaccia dei Catari, ferventi sostenitori del manicheismo, che credendo nella netta opposizione tra il mondo dello spirito e il mondo della materia, l'uno governato dal bene e l'altro dominato dal male, predicavano la "fuga dal mondo e dal corpo". Dallo stile di vita ispirato ai principi evangelici della povertà, umiltà e carità, i Catari, detti anche "i puri" o "i perfetti", consideravano se stessi come la " vera chiesa degli apostoli". Essi condannavano aspramente la corruzione morale e religiosa della Chiesa di Roma e nel loro disprezzo verso tutto ciò che era materiale e terreno rinnegavano senza esitazione le verità più importanti della fede cristiana, quali la dottrina dell'incarnazione, della risurrezione della carne e, soprattutto, il dogma della presenza reale di Cristo nell'Eucarestia.
Uno dei maggiori focolai dell'eresia catara in Italia fu proprio Orvieto, teatro della drammatica vicenda di Pietro Parenzo. Inviato nell'anno 1199 da papa Innocenzo III per sradicare l'eresia dalla piccola cittadina ritenuta troppo vicina a Roma, il giovane podestà scatenò una dura repressione nei confronti dei "ribelli della fede", i quali, sostenuti da famiglie nobili contrarie al papato e da comuni simpatizzanti, complottarono contro Parenzo che, di ritorno da un breve viaggio a Roma, venne catturato e martirizzato nello stesso anno.
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