interviste

Gli itinerari di Gust'Arte. I Mieli di Casa Parrina: intervista a Rosella Fortinelli

venerdì 2 febbraio 2007

Prosegue il nostro viaggio alla scoperta dei soci di Gust'Arte e delle "cose buone" del territorio orvietano. Sotto i riflettori, questa volta, mettiamo Casa Parrina di Rosella Fortinelli, azienda che ha portato l'apicoltura locale a livelli di eccellenza. Non a caso, uno uno dei prodotti più "golosi" di Casa Parrina, la Crema di Miele e Nocciole, è da tre anni stabilmente inserita nel "Golosario" di Paolo Massobrio, un'autorevole guida alle bontà nazionali. Cerchiamo di capire allora il mondo del miele che, secondo Rosella, ben si sposa con quello che è lo stile slow che caratterizza la città di Orvieto…….

[ LEGGI TUTTO LO SPECIALE ] Qual è l’anno di fondazione – chiediamo a Rosella - dell’azienda agricola Casa Parrina? Il 1996. Sono ormai passati 10 anni da quando abbiamo cominciato la nostra attività. Perché la passione per il miele? C’è forse una tradizione familiare oppure è una vocazione personale? No, non c’è una tradizione familiare: all’inizio tutto è nato per caso. In seguito quella per il miele è diventata una passione, oltre che un lavoro. Ma perché proprio il miele? Ci fu un periodo in cui mi trovai senza lavoro. Avevamo da poco comprato un pezzo di terra in cui c’era un bosco, sempre fiorito, che sembrava essere il posto ideale per le api. Osservando quel bosco l’idea delle api cominciò ad essere sempre più ricorrente, fino a diventare un vero e proprio chiodo fisso. In quello stesso anno frequentai anche un corso organizzato a Villa Ciconia dagli apicoltori umbri. Mi piacque molto. Inizialmente pensavo che mai sarei riuscita a mettere in pratica quegli insegnamenti così preziosi dei miei maestri, tutte persone esperte e appassionate al mondo dell’apicoltura. Per fortuna mi sbagliavo e i risultati non tardarono ad arrivare. Il miele è un prodotto naturale: cosa significa seguire il ritmo della natura? Il miele è un prodotto agricolo e la sua produzione dipende dalle stagioni, dal loro ritmo, dalle fioriture……. Seguire il ritmo della natura è bello, ma è anche molto problematico. Specialmente in questi ultimi tempi in cui ci troviamo a dover fronteggiare cambiamenti climatici considerevoli. Le api si nutrono del nettare dei fiori che trovano in un determinato momento, ma non è detto che ogni anno ci sia la stessa disponibilità di fiori dell’anno precedente. Prendiamo per esempio l’acacia: se in seguito ad una stagione particolarmente negativa l’acacia non dovesse fiorire, in quell’annoquella tipologia di miele non sarebbe disponibile. E questo vale per tutte le fioriture e, conseguentemente, per tutti i tipi di miele. Seguire il ritmo della natura significa, quindi, anche subirne il condizionamento. Quindi produrre miele significa ascoltare ogni giorno i pronunciamenti della Natura. Quanta sensibilità ecologica hai sviluppato attraverso questo fecondo contatto con l’ambiente? L’attenzione all’ambiente c’è stata fin dal momento in cui abbiamo scelto il luogo in cui collocare gli apiari. Abbiamo optato per un posto lontano da smog, strade, autostrade e ferrovie; senza colture irrorate con veleni e pesticidi e dove l’unica grandiosa presenza è quella del bosco, con i suoi alberi maestosi. Questo luogo, la nostra collina, può essere considerata un’oasi felice per le api. Chi è l’apicoltore? Come lavora? Lavora come l’enologo facendo dei tagli, dei blend, delle mescolanze, oppure nella produzione del miele è tutto lasciato alla casualità della natura? Insomma il tuo miele, che è buonissimo, lo fai tu oppure lo fanno le api? Non c’è alcun dubbio sul fatto che il miele sia il prodotto stupefacente e meraviglioso della complessa attività delle api. Il miele tradizionale che si può trovare da me è, quindi, semplicemente il miele fatto dalle api, preso al naturale, così com’è, e messo nei barattoli. Anche i miei mieli lavorati, quelli con l’aggiunta di frutta per esempio, sono naturali, nel senso che sono privi di sostanze chimiche, additivi, conservanti. Crema di miele e nocciole Quali sono i prodotti di Casa Parrina? I mieli con la frutta secca, intendendo per frutta secca noci, nocciole e mandorle; la crema di nocciole, molto apprezzata, fatta esclusivamente con miele e con nocciole tostate e macinate, senza conservanti perché il miele è di per sé un conservante; i mieli con la frutta, in questo momento i più amati, soprattutto dai giovani. E poi ci sono tutti i mieli tradizionali, naturalmente. Ci puoi fare un elenco? Si, produciamo quattro o cinque tipi di miele l’anno. Il miele millefiori è quello più generico: è prodotto in primavera con diversi tipi di fiori. E’ liquido e generalmente ha un colorito che tende all'arancio. Nei mesi di novembre e dicembre comincia a cristallizzare diventando, quindi, sempre più solido. E’ molto richiesto dalle persone anziane. La melata è un miele di bosco: è ricavato della linfa piante. E’ denso, dolce, molto scuro e non cristallizza. La sua qualità è ottima. Il miele di castagno è un miele liquido, scuro, con un retrogusto leggermente amaro. Non cristallizza. E’ molto usato, nelle degustazioni, in abbinamento con i formaggi piccanti. Il miele d’acacia è il più richiesto tra i mieli tradizionali. E’ chiaro, bellissimo a vedersi, dà un’idea di perfezione. E’ molto dolce e non cristallizza. E’ il miele più adatto ai bambini. E’ squisito degustato in abbinamento a formaggi poco stagionati e ad alimenti poco piccanti. Tra tutti i prodotti che ci hai elencato, qual è il pezzo forte di Casa Parrina? La crema di miele e nocciole di cui ci parlavi prima? La crema di miele e nocciole è indubbiamente un prodotto molto particolare, di cui sono orgogliosa: ha, infatti, ricevuto numerosi apprezzamenti e da qualche anno è messa in bella evidenza sul “Golosario” di Paolo Massobrio (una delle guide più ricche e autorevoli sulle produzioni tipiche italiane). Però il prodotto attualmente più richiesto e che consegue maggior consenso tra la gente è il miele al limone, una nuova proposta che ho aggiunto solo da poco tempo al mio “repertorio” e che ha richiesto, prima di poter essere immesso sul mercato, un lungo periodo di prove, tentativi, aggiustamenti, miglioramenti. E’ il contrasto tra i due ingredienti che incuriosisce i clienti e che dà un ritmo seducente all'assaggio: la dolcezza del miele e l’asprezza del limone. Tornando a parlare della crema di miele e nocciole, come ti è venuta l'idea di produrla? Non è stata proprio una mia idea. Uno degli insegnanti del corso di cui ho parlato all’inizio, una persona che stimo profondamente e da cui ho appreso preziosi insegnamenti, già all’epoca produceva questa crema. Ce ne parlò e, incuriosita, decisi anch’io di tentare l’impresa. Dopo molteplici tentativi riuscii, sostenuta, come sempre, dai miei figli e da mio marito che, addirittura, progettò un mulino in pietra per schiacciare le nocciole e lo fece realizzare in acciaio da un artigiano. Secondo te come si esprime la tradizione del buon gusto orvietano nei tuoi prodotti? Cercando di operare nel rispetto delle antiche tradizioni e di mantenere sempre alto il livello qualitativo dei nostri prodotti. Tutto questo comporta sicuramente una grande fatica, oltre a prezzi leggermente più alti, ma alla fine tutti i nostri sforzi sono abbondantemente ripagati da una numerosa clientela fedele e affezionata. La gente che assaggia una volta i nostri prodotti torna a cercarci. C'è un miele che può essere definito “il tipico miele orvietano”? No, perché non c’è una fioritura tipica della nostra zona. Qui le fioriture sono molto varie e di conseguenza anche i mieli prodotti sono molto differenziati: abbiamo il miele di acacia, di castagno, di millefiori, di tiglio… Sempre parlando del territorio orvietano, secondo te che cos'è lo stile slow che caratterizza la città di Orvieto e le produzioni agroalimentari del territorio? Il tuo è uno stile slow? Certamente. Lo stile dell’apicoltore è necessariamente uno stile slow: la qualità principale che egli deve possedere è la pazienza. Deve avere pazienza nel seguire il ritmo delle stagioni, nel mettere il miele nei barattoli…..Quest’ultimo è, infatti, un procedimento piuttosto lungo perché il miele cola molto lentamente. Anche semplicemente per spalmare il miele sul pane con un cucchiaino ci vuole tempo, molto più tempo di quanto ce ne voglia per stendere qualsiasi altra crema spalmabile: questo soprattutto se il miele è cristallizzato. Mi verrebbe da dire che il concetto di città slow e il miele camminino a braccetto. Chi sono i clienti di Casa Parrina? Sicuramente persone che cercano un prodotto di qualità fatto sul territorio. Le persone non attente a questi aspetti comprano il miele nei supermercati, incuranti della sua provenienza. Ho poi notato che tra i miei clienti ci sono molte persone giovani, molti ragazzi, il cui miele preferito è quello fruttato. Ho constatato, ascoltando i loro racconti, che il consumo di miele da parte dei ragazzi avviene soprattutto a cena ed è strettamente legato ad una loro tendenza a sostituire le cene tradizionali con cene fatte solo di piccoli assaggi. Gli anziani, invece, preferiscono il miele tradizionale, quello millefiori cristallizzato, che invece non risulta gradito dai ragazzi perché è difficile da spalmare ed è piuttosto granelloso. Ho letto su internet che i bambini sono grandi consumatori di miele. Tu hai mai pensato a ad un miele fatto “su misura” per i bambini? Devi sapere che ho cominciato a produrre il miele alla frutta proprio pensando ai bambini. Avevo avuto in azienda delle scolaresche e avevo notato che ad alcuni bimbi il miele non piaceva, probabilmente perché non avevano ricevuto un’educazione al miele da parte della famiglia. Pensai che aggiungendo della frutta al miele i bambini sarebbero stati per lo meno incuriositi: e fu un successo. Spesso vengono loro stessi, insieme ai genitori, ai mercatini a cui partecipo e chiedono di provare il gusto fruttato che ancora non hanno avuto occasione di assaggiare. Nel futuro di Casa Parrina che cosa hai mente? Quali prodotti nuovi hai in mente? Sto lavorando su un paio di nuovi prodotti....però preferisco per ora non svelare nulla (sono ancora nella fase di sperimentazione). Per ora è un segreto. Voglio, invece, parlare di un altro prodotto: l’idromele ,noto anche come”bevanda degli dei” .Si tratta di una bevanda a bassa gradazione alcolica ottenuta dalla fermentazione di miele e acqua, la cui origine è antichissima. Un’ultima domanda, Rosella. Casa Parrina lavora con gesti antichi però non teme la modernità. Il vostro sito è risultato, infatti, vincitore del concorso “Grandi mieli d'Italia – Innovazione in agricoltura”. Cosa significa il web nell'attività di Casa Parrina e cosa vuol dire avere per figlio un eccelso programmatore? Credo che al giorno d’oggi il web sia di fondamentale importanza. A noi è servito per dare visibilità all’azienda, non solo in Italia, ma nel mondo intero. Ci sono arrivate, e continuano ad arrivarci, e-mail dal Brasile, dalla Romania…di gente che è incuriosita dai nostri prodotti o che chiede di poter visitare l'azienda. Il sito si è rivelato molto importante per farci conoscere nello stesso settore dell’apicoltura: ci ha, infatti, aiutati a metterci in contatto e ad intraprendere scambi fecondi con altri apicoltori. E’ mio figlio Michele che si occupa di tutti gli aspetti legati al web: credo che abbia costruito il sito utilizzando il meglio delle sue conoscenze. Vincere il concorso “Grandi mieli d’Italia” è stato, sia per me, sia per lui, fonte di grande soddisfazione. Stiamo insieme pensando anche al commercio elettronico e probabilmente sarà un'esperienza che intraprenderemo da qui a qualche mese. Leggi tutto lo speciale
Intervista a cura di Sabrina Bonino