opinioni

L'Ospedale che non riesce ad "andare": perché 2 orvietani su 5 vanno in altri ospedali? Un'analisi dalla parte dell'utente

domenica 11 ottobre 2009
di Paolo Borrello
L'Ospedale che non riesce ad "andare": perché 2 orvietani su 5 vanno in altri ospedali? Un'analisi dalla parte dell'utente

Recentemente è stato nominato il nuovo direttore generale dell'Asl di Terni, Vincenzo Panella, in precedenza direttore presso la Asl di Città di Castello. Panella è ritenuto vicino a Rifondazione Comunista ed ha sostituito Imolo Fiaschini, vicino al Pd, componente ex Margherita. La nomina ha suscitato le proteste di esponenti dell'area politica di provenienza di Fiaschini, la quale è stata "risarcita" con la nomina di un nuovo direttore sanitario, proveniente da una Asl di fuori regione. A parte l'evidente "lottizzazione" degli incarichi nelle Asl, metodo da tempo seguito dalla Regione dell'Umbria come del resto da tutte le altre Regioni, occorre segnalare una dichiarazione di Panella, riportata da "Il Giornale dell'Umbria", nel numero in edicola il 7 ottobre scorso, a pagina 37.
Questa la parte del breve articolo che può interessarci: "L' ospedale di Orvieto sotto la lente del nuovo direttore dell'Asl a cui è stato dato mandato di (ri)lanciarlo definitivamente. ‘E' un cruccio dell'assessore Rosi, ma anche di questa azienda' ha detto Panella. ‘Dopo 10 anni - ha detto - per vicissitudini di vario genere riesce a rispondere solo parzialmente alle esigenze di quella comunità che va a trovare risposte altrove. Oggi 2 orvietani su 5 vanno altrove a chiedere assistenza sanitaria, dobbiamo ripartire da lì".

Tale dichiarazione di Panella è estremamente significativa soprattutto perchè è in evidente contrasto con quanto sostenuto dal precedente direttore generale e dal direttore sanitario dell'ospedale di Orvieto, Rita Valecchi, che hanno sempre affermato che la situazione dell'ospedale di Orvieto fosse pressocchè ottimale.
Inoltre la dichiarazione di Panella corrisponde a quanto più volte evidenziato da gran parte degli operatori del nostro ospedale, i quali hanno più volte rilevato la necessità di rilanciare l'ospedale o meglio di "lanciarlo" perchè molte delle aspettative manifestatesi e delle promesse fatte al momento dell'entrata in funzione del nuovo ospedale sono rimaste lettera morta.
Io in altre note, precedenti, poichè ho avuto modo di frequentare in passato l'ospedale di Orvieto a causa di una grave malattia di mia moglie, ho analizzato ciò che non andava nel nostro ospedale, anche perchè l'osservazione diretta talvolta è più utile di molti dati statistici che, in abbondanza, sono stati esposti dal vecchio direttore generale e dall'attuale direttore sanitario, Rita Vallecchi, a sostegno delle loro tesi, tutte rivolte all'ottimismo.

Di cosa mi accorsi frequentando l'ospedale (le mie osservazioni risalgono a 5 mesi or sono quando purtroppo mia moglie è morta ma non credo proprio che la situazione sia cambiata radicalmente)?
Che certi reparti funzionavano bene, che la quasi totalità degli operatori - dai medici, agli infermieri, al resto del personale - era competente e molto disponibile, costretti ad affrontare quotidianamente problemi piuttosto difficili, connessi proprio alla necessità di rilanciare l'ospedale. Mi accorsi che soprattutto alcuni reparti - chirurgia, pronto soccorso, anestesia nel quale veniva praticata una terapia del dolore all'avanguardia - funzionavano nel migliore dei modi.

Ma notai l'esistenza di problemi di notevole rilievo:

  • carenza dei posti letto nei reparti di medicina e chirurgia tanto che diversi ricoverati provenienti dal pronto soccorso dovevano essere ospitati in altri reparti, ad esempio cardiologia e soprattutto ortopedia;
  • carenza di personale prevalentemente infermieristico in evidente contraddizione con il fatto che diversi operatori assunti in ospedale come infermieri erano stati trasferiti nel corso del tempo in uffici amministrativi, credo soprattutto per meriti "politici" piuttosto che per effettiva necessità;
  • assenza di un reparto autonomo di oncologia con un primario che lo dirigesse;
  • assenza di un reparto di gastroenterologia;
  • esistenza di liste di attesa abbastanza lunghe anche per i pazienti ricoverati, in primo luogo per alcuni esami come quelli radiologici.

Non mi stupisce pertanto che Panella dichiari che 2 orvietani su 5 si rivolgono ad altri ospedali. E' l'inevitabile conseguenza dei problemi appena evidenziati.
Ad esempio sono molti i pazienti oncologici che si rivolgono agli ospedali di Perugia e Terni per le cure chemioterapiche.
E la principale motivazione, a mio avviso, di quei problemi risiede nella scarsa considerazione in cui la Regione ha, negli anni, tenuto l'ospedale di Orvieto, privilegiando invece altri ospedali, soprattutto quelli della provincia di Perugia.
E questa scarsa considerazione dipende, oltre che dal non elevato livello qualitativo degli amministratori regionali, dall'insufficiente peso politico dell'Orvietano.
E' necessario un maggiore impegno degli amministratori locali per migliorare la situazione dell'ospedale di Orvieto. La recente dichiarazione del nuovo assessore alla sanità del Comune di Orvieto e la decisione dell'assemblea dei sindaci del comprensorio orvietano di convocare quanto prima il nuovo direttore generale della Asl di Terni vanno valutati positivamente ma occorre aprire, a mio avviso, una vera e propria "vertenza" con la Regione, non solo peraltro per la sanità, ma anche per altri settori, affinchè le esigenze del territorio orvietano non siano trascurate.

Si devono muovere anche i partiti, se ancora esistono e non sono solo diventati comitati elettorali.
E si devono muovere anche i cittadini e le loro associazioni. Ad esempio le associazioni dei malati che operano ad Orvieto devono solo sostenere un candidato piuttosto che un altro alle elezioni comunali oppure devono anche impegnarsi a fondo per migliorare il funzionamento del nostro ospedale? E Orvieto contro il cancro, pur svolgendo un'attività meritoria, prevalentemente se non esclusivamente tramite la gestione del trasporto quotidiano dei pazienti oncologici presso l'ospedale di Terni per la radioterapia, non si deve impegnare anch'essa per migliorare la situazione dell'ospedale di Orvieto?