opinioni

L'ora di religione

domenica 21 settembre 2008
di Nadia Formiconi
Sono passati quarant’anni e non è cambiato niente, insomma poco. Avevo sei anni quarantuno anni fa e in prima elementare un prete che veniva in classe a farci religione mi puntava contro un dito dicendo “chi non fa la comunione….” Ieri ho accompagnato mia figlia (prima elementare) in classe, erano in orario due ore di religione. La maestra recita i nomi di tre bambine che si alzano, poi cerca un maschietto, si alza anche questo, tutti zaino in spalla, precari nella propria aula, viene loro comunicato che siccome non fanno religione verranno accompagnati in un'altra aula, in un'altra classe, ospitati altrove per due ore. E’ noto a tutti quanto sia pesante sentirsi diversi, soprattutto a sei anni, soprattutto il terzo del primo giorno di scuola. Sarebbe così difficile per una scuola pubblica di uno stato non confessionale, repubblicano e democratico evitare cotanto “scempio”? Fare di queste due ore, anziché una sorta di propedeutica al catechismo, una specie di primo approccio alla conoscenza della filosofia, religioni comprese? Qualcosa che non “costringa” nessun genitore all’esonero o al suo contrario, e nessun bambino a subire questa prova di straniamento e differenza che tante riflessioni comporterà nel loro futuro? Se ne ricorderanno questi bambini, quando parleremo loro di rispetto, tolleranza, libertà, uguaglianza, giustizia… e “carità cristiana”?