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Orvieto, Tribunale lillipuziano. Lo racconta "Il Giornale" riproponendo il dilemma della soppressione

martedì 15 luglio 2008
Ancora una volta Orvieto all'attenzione nazionale in modo non del tutto lusinghiero, questa volta per un'inchiesta de “Il Giornale” di Milano, riportata su www.ilgiornale.it, che ne mette in rilievo i casi per così dire “atipici” di piccola città di provincia. Nell'occhio del giornalista è il Tribunale, il più piccolo d'Italia, seguì a stretto giro da quello di Mistretta. Cosa del resto nota sulla Rupe, dove Amministrazione e Ordine degli avvocati si mobilitano di tanto in tanto per il suo rischio continuo di essere soppresso. Un tribunale dove tutto fila più liscio e veloce che altrove, come riporta il cronista, ma dove i numeri “sono quello che sono”, dice il cronista. E così li dà: secondo i dati del Csm aggiornati al 23 ottobre 2006- offre giustizia a 55.594 utenti. L’equivalente di un quartiere di Milano o della capitale. Al 23 ottobre 2006 i procedimenti penali pendenti, come dicono gli esperti, erano solo 312 - contro i 343 di Mistretta - quelli sopravvenuti, insomma i fascicoli nuovi, 331 - contro i 341 di Mistretta. Ha senso per lo Stato tenere aperto un presidio dalle misure lillipuziane? I giudici sono cinque come le dita di una mano, ma la pianta organica ne prevede sei. E per sopravvivere e non perdersi nel labirinto delle incompatibilità, il presidente Edoardo Cofano, un signore dai modi garbati e dal polso di ferro, ha inventato una sorta di meccanismo a incastri che funziona a meraviglia: «Un giudice del civile fa il gip, un altro il gup e un altro ancora scrive le sentenze collegiali». Tradotto in italiano: tutti fanno tutto. Nel 2007 le sentenze civili sono state 224, ma nel 2008 andrà meglio perché, come fa notare il Presidente del Tribunale Sergio Cofano, le sentenze sono già 172 contro le 102 dell’anno scorso. Nel penale, invece, i verdetti del 2007 sono stati 269, quasi tutti monocratici. “Qui - dichiara ancora Cofano al cronista - le inchieste si fanno in pochi mesi, i processi in un paio d’anni, la prescrizione e l’arretrato non sappiamo cosa siano. Certo, se il Tribunale di Orvieto scomparisse o diventasse una sede staccata di quello di Terni, lo Stato risparmierebbe, ma i calcoli esatti sono difficili”. Il Procuratore Francesco Novarese, arrivato pochi giorni fa dalla Cassazione ad affiancare il Pubblico Ministero Flaminio Monteleone – pensa che il bacino ideale per un Tribunale sia quello compreso fra i 250 e i 500mila abitanti, ma a patto che si riformi il processo e si sfoltisca il catalogo dei reati. Insomma, tra una considerazione e l'altra, l'articolo ripropone il dilemma della cancellazione “di quei piccoli tribunali – si dice - la cui sopravvivenza è perorata da almeno trent’anni da uno stuolo di deputati, avvocati, autorità varie”. Non l'hanno presa bene, né in Tribunale né i 114 avvocati della Rupe perché, come spiega nell'articolo e più di una volta ha spiegato il Presidente dell'Ordine degli avvocati di Orvieto, Sergio Finetti, “per l’economia della nostra città sarebbe una mazzata. Si pensi solo ai consulenti del tribunale”.