politica

L'assessora Stopponi se ne va: Rifondazione sfiducia la Giunta Mocio

venerdì 8 febbraio 2008
di laura
L'assessora Stopponi se ne va: si è concluso così, con la sofferta decisione di rimettere le deleghe, il travagliato tira e molla che da tempo è in corso tra la maggioranza al Comune di Orvieto (Pd, PS e PdCI) e il Partito della Rifondazione Comunista. A nulla è valso l'incontro di martedì scorso tra la Segreteria di PRC e il Sindaco Stefano Mocio: un'ora e mezza di colloquio che non ha fatto che confermare un solco politico ormai irrecuperabile, tale da avvalorare la determinazione del partito di uscire dalla maggioranza. La decisione è stata annunciata ufficialmente questa mattina, in conferenza stampa, dalla Segretaria di PRC, Rosanna Barbanera, e dalla stessa Maria Cecilia Stopponi che, fino ad oggi, ha detenuto le deleghe alla Pubblica Istruzione, alla Sanità e ai Servizi Sociali. “Giacché in questi giorni si è detto da più parti che la decisione politica del mio partito era in contrasto con la mia opinione - ha voluto precisare Cecilia Stopponi – sottolineo che, nonostante il dolore di dover lasciare il lavoro, i progetti e i rapporti intavolati in questi anni, condivido pienamente la posizione politica di PRC”. In realtà, anche se le incompatibilità si sono accentuate negli ultimi tempi, soprattutto per la decisione di Rifondazione Comunista di correre con Sinistra Democratica e ARS alle elezioni dei Consigli di zona, vissuta come un tradimento dalla maggioranza, i contrasti e le incomprensioni si trascinano da tempo. Da un lato un divorzio politico inevitabile, come anche i fatti nazionali mostrano, per il processo di unificazione del Pd che, se ha spinto il centro sinistra verso posizioni moderate e di liberismo, ha, di converso, unito il fronte della sinistra su scelte e argomentazioni più radicali; dall'altro un colloquio difficile, se non completamente assente in seno alla coalizione di maggioranza, per l'uscita da Rifondazione del consigliere Imbastoni. Eletto nelle file di PRC, per i suoi continui distinguo rispetto al partito e per le sue decisioni autonome, Giancarlo Imbastoni fu infatti sfiduciato da Rifondazione nel settembre 2006, con una lettera della Segreteria. Di fatto, dunque, non avendo più un capogruppo o un consigliere, Rifondazione si è trovata esclusa dal dibattito e dalle decisioni della maggioranza, giacché altri e non precipuamente inerenti alle attività del Consiglio sono i compiti di un assessore. Anche per questa situazione, più volte negli ultimi due anni PRC si è trovato a reclamare, in seno alla coalizione, “pari dignità”, o la convocazione della coalizione stessa; più volte i motivi di contrasto si sono risolti – o meglio non risolti – in colloqui tra Segreteria e Sindaco dai quali non sono mai sbocciati i risultati attesi. In pratica, quel che Rifondazione rimproverava al Sindaco l'anno passato, quando ci fu un altro grave momento di crisi, è, senza mutamenti ma semmai con qualche variabile negativa in più, quel che la rende scontenta anche oggi e che fa sì che non sussistano più le condizioni per appoggiare la maggioranza. Sostanzialmente, al governo Mocio viene addebitato un irrimediabile immobilismo, che rende PRC molto scettico di fronte alle dichiarazioni di intenti degli ultimi giorni. “Con quali soldi faremo tutti i programmi e tutte le opere pubbliche annunciate? - ha affermato tra l'altro la Segretaria Rosanna Barbanera – e quando? Magari faremo lievitare i costi del terzo asilo o delle case popolari, progetti che si trascinano da tempo, come quelli della Complanare”. Niente di promettente, secondo PRC, neanche sul fronte della ex Caserma Piave e su quello dei rifiuti, con Orvieto attestata sui livelli più bassi di differenziata in Umbria e non solo, e preoccupante anche l'accordo con ACEA; per nulla entusiasmante, nonostante i proclami di riordino, la Sanità. Altre questioni aperte, dei cui eventuali sbocchi Rifondazione nulla sa – o per mancanza di programmazione o perché non coinvolta – sono il ruolo dell'ex Ospedale nella riqualificazione dei beni pubblici della città e quello, strettamente connesso, del Centro Studi. “Ma – ha affermato la Barbanera – se non ci si preoccupa di prendere fondi per gli alloggi per gli studenti, probabilmente questo futuro interessa fino a un certo punto”. Divergenze anche sull'acqua, per la cui rifunzionalizzazione PRC è da tempo impegnato; e giudicato "moralmente inopportuno", anche se legalmente possibile, il doppio ruolo di Marino Capoccia Vice Sindaco a Orvieto e presidente dell'ATO. Cecilia Stopponi, nell'annunciare la sua sofferta decisione di riconsegnare le deleghe, cosa che formalizzerà quanto prima con una lettera al Sindaco, ha voluto ringraziare gli uffici e la ripartizione per il tanto e qualificato lavoro svolto, in piena collaborazione, in questi anni, e ha parlato in modo più specifico delle difficoltà incontrate, negli ultimi tempi, rispetto alle competenze assegnategli. “Ci sono progetti importanti da chiudere – ha detto l'assessora ormai dimissionaria – e nell'atteggiamento del Sindaco mi sembra quasi di registrare l'intenzione di non volerli portare a termine. Ma la vera difficoltà, la sensazione peggiore, è non sentirsi parte di una squadra, il fatto di non percepire un progetto complessivo e condiviso”. E' indubbio che il momento di maggior attrito è stata la vicenda dei Consigli di Zona, che ha determinato verso l'assessora, da parte del Sindaco e di altri componenti della maggioranza, un atteggiamento che, almeno stando a quanto raccontato, potrebbe quasi essere definito di mobbing: appuntamenti non concessi, scadenze da tempo avvenute, convocazioni urgenti e procrastinate rammentate per lettera, rifiuto da parte del capogruppo di maggioranza a trattare la chiusura del regolamento per la Consulta dei Migranti. “Rivendico per me e per il mio partito, grazie all'assessore Stufara – ha ancora aggiunto Stopponi – i 20 posti di residenza protetta del Piccolomini, che verranno consegnati a giugno, gli unici pubblici che cambieranno con grande valenza l'offerta della città; devo però aggiungere che non sono riuscita a discutere il progetto complessivo, la continuazione dei lavori, i posti di RSA che potrebbero ad esempio crearsi nelle Scuderie della Villa di San Giorgio, l'eventuale centro di riabilitazione; così come non sono riuscita a portare avanti il progetto di fare dell'ex Scuola elementare di Viale I Maggio la sede condivisa delle molte associazioni di volontariato della città, che sono un importante patrimonio. Con questo, voglio comunque sottolineare – ha concluso la Stopponi – l'alto standard qualitativo dei servizi sociali a Orvieto, riconosciuti tra i migliori in Umbria e a livello nazionale”. Con le dimissioni di Cecilia Stopponi, a poco più di un anno dalle prossime elezioni amministrative, la Giunta Mocio perde un altro pezzo del suo primo assetto: mai consiliatura è stata più instabile, mutevole e travagliata; ché se Stefano Cimicchi Sindaco cambiò, all'epoca, completamente la sua Giunta, ne ebbe comunque, in cambio, grande e indiscussa stabilità. Restano, degli assessori iniziali di questa consiliatura, solo Tonelli (PdCI) e Desideri (PS). Difficile dire, al momento, se a un anno dalle elezioni – poco per entrare nei meccanismi di un assessorato così vasto - il Sindaco nominerà un altro assessore o preferirà distribuire o avocare a sé le deleghe. La grande fluidità politica e, nel primo nutrito rimpasto, la brusca inversione di rotta di una parte della componente DS - che quasi anticipando il percorso del Pd ha tagliato con quel Correntone che poi, in gran parte, è diventato Sinistra Democratica - hanno smembrato le alleanze d'origine; non pochi personalismi hanno ancor più approfondito il solco; gli ultimi eventi nazionali lo hanno reso irreversibile. Ora, con l'uscita del PRC dalla maggioranza, non solo a livello nazionale ma anche sul piano amministrativo si entra, anche a Orvieto, in pieno clima pre-elettorale. Non è un caso che Rifondazione annunci, mentre la propria assessora riconsegna le deleghe, che inizierà una campagna di informazione su quanto è stato fatto, su quello che grida vergogna e sulle ragioni del distacco. “Trovo illogico che ci si rimproveri di aver corso ai Consigli di Zona con ARS e Sinistra Democratica, se il Pd ha fatto il suo percorso e addirittura un gruppo consiliare non vedo perché noi non si possa fare il nostro – ha affermato la Segretaria Barbanera - . Stiamo facendo un percorso a sinistra, ma con l'amministrazione abbiamo continuato a rapportarci correttamente”. Ora l'appoggio, sia pure problematico, è finito; il confronto politico si preannuncia quanto mai determinato e duro.