Al Palazzo dei Sette il racconto "Memme Bevilatte salvata da Teresa"

In occasione del Giorno della Memoria, l’Amministrazione Comunale di Orvieto invita gli studenti, i giovani e tutti i cittadini a coltivare la memoria storica ed umana di una delle pagine più tristi della storia del Novecento e a partecipare agli appuntamenti promossi dal Comune - Assessorati alla Cultura e all’Istruzione.
Si inizia lunedì 27 gennaio alle 10.30 nell'Atrio del Palazzo dei Sette con la presentazione e l'inaugurazione della mostra fotografico-letteraria "Ravensbrück, la memoria di un viaggio" con foto e testi degli studenti dell’IISS Scientifico e Tecnico di Orvieto. L'allestimento sarà visitabile fino a lunedì 3 febbraio.
Mercoledì 29 gennaio alle 18 al Palazzo dei Sette, invece, l'appuntamento è con "Memme Bevilatte salvata da Teresa", storia dei giusti, tratta dal libro del giornalista Italo Arcuri, di e con Andrea Baldoffei. Musiche originali di Alessandro Giannone. L'evento è promosso in collaborazione con la Scuola Comunale di Musica “Adriano Casasole” di Orvieto.
Il testo racconta la storia di salvezza di otto ebrei, avvenuta a Riano, durante l’occupazione tedesca. A Riano, il paese a 23 chilometri da Roma, durante gli anni dell’occupazione tedesca, due coniugi: Teresa Giovannucci e Pietro Antonini, mettendo a rischio la loro vita, per nove mesi, nascosero presso la propria casa, otto ebrei, tra cui una bambina di tre anni, Miriam Dell’Ariccia, alias Memme Dell’Ariccia, salvandoli da morte sicura.
Teresa, che era la domestica di casa del rabbino Marco Vivanti e della maestra Silvia Terracina, quando le persecuzioni razziali nei confronti degli ebrei si moltiplicarono e si infittirono, invitò l’intera famiglia, compresi le figlie Enrica ed Emma, il marito di quest’ultima, Alessandro Dell’Ariccia, suo fratello, la piccola Miriam e una loro cuginetta, a trasferirsi da Roma a Riano, paese in cui era andata a vivere dopo aver sposato Pietro, nativo del posto.
Gli otto ebrei rimasero nel nascondiglio segreto di Riano dal 30 settembre del 1943 al 6 giugno del 1944, giorno dell’avvenuta liberazione del paese. In quei terribili 250 giorni di nascondiglio Teresa e Pietro lasciarono alla famiglia Vivanti la loro camera da letto e si trasferirono a dormire in un locale adiacente al salone d’ingresso adibito a forno, utilizzato da tutto il paese e anche dai soldati tedeschi della vicina guarnigione per cuocere il pane e scaldare i cibi, su un pagliericcio trasformato alla bell’e meglio proprio sopra il forno a bocca grande in cemento.
Il 30 giugno 1993 Teresa e Pietro sono stati nominati “Giusti tra le nazioni”. In loro memoria, a Gerusalemme, nel Giardino dei Giusti, è piantato un albero con accanto una lapide commemorativa. Il libro contiene la prefazione di Renzo Gattegna, già presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (decennio 2006 al 2016).
La Repubblica Italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, ‘Giorno della Memoria’, al fine di ricordare la Shoah (lo sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati” (art. 1 della Legge n. 211 del 20 Luglio 2000 che istituisce la Giornata della Memoria).

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