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Incontro con Guido Guidi su "Climate Change: un clima di non ritorno?"

giovedì 17 ottobre 2019
di Davide Pompei
Incontro con Guido Guidi su "Climate Change: un clima di non ritorno?"

Grazie anche alla sua collaborazione è nato www.climatemonitor.it, "un modo nuovo di leggere l'informazione meteorologica e climatologica", ricco di spunti scientifici e posizioni scettiche nei confronti dei cambiamenti climatici di origine antropica. Di riscaldamento globale e approccio a tutto quello che genericamente è considerato clima, Guido Guidi, tenente colonnello assegnato al Servizio Meteorologico dell'Aeronautica Militare, parlerà ad Orvieto venerdì 18 ottobre alle 17.30.

"Climate Change: un clima di non ritorno?" è il titolo dell'incontro che lo porta nell'Atrio del Palazzo dei Sette per dialogare con il giornalista Guido Barlozzetti nel contesto della sesta edizione del Festival del Dialogo, promosso dall'Associazione ApertaMenteOrvieto, con il patrocinio del Comune, e dedicato quest'anno a un tema quanto mai attuale come "Cambiamenti climatici: verso il punto di non ritorno. Sfide locali e sfide globali".

Classe 1968, iscritto all'Albo dei Pubblicisti dell'Ordine dei Giornalisti di Roma, Guidi è senza ombra di dubbio tra i meteorologi più popolari d'Italia per via anche alla partecipazione a numerose trasmissioni televisive Rai – prossimo, l'approdo a Meteo.it – insieme ad altri colleghi dell'Aeronautica, ma è anche presente in diversi gruppi di studio e convegni o come esperto per la stampa, consapevole dell'importanza di divulgare con correttezza e comprensibilità.

Arruolatosi a gennaio 1989, nel 1996 ha partecipato alla tredicesima spedizione italiana in Antartide e, con il Centro Nazionale di Complemento di Meteorologia e Climatologia Aeronautica, a varie missioni in operazioni di mantenimento della pace per ONU e NATO. Selezionato per ricevere l’EMS Broadcast Meteorologist Award 2016, è anche italian focal point per il Servizio di Informazione Meteorologica Mondiale dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale.

"L’eccesso di informazione – ha scritto – si trasforma in deficit, le grandi potenzialità rimangono soltanto tali, e anche nel campo dell’informazione meteorologica prevale la politica del campanile. Negli ultimi anni, infatti, è cresciuto moltissimo il numero degli operatori nel settore, ma per lo più si è scelto di occupare spazio nel settore commerciale, l’ultimo anello della catena, quello appunto redditizio, trascurando troppo spesso la qualità della materia prima col risultato di produrre servizi ottimi per riempire spazi editoriali, ma quasi del tutto inutili per l’utenza".

La speranza è che "l’allargarsi del movimento produca quella spinta necessaria a farlo crescere, senza accontentarsi di soddisfare solo apparentemente una domanda in crescita continua, anche perseguendo lo scopo di uscire definitivamente dal ruolo un po’ buffonesco del previsore visto come una sorta di stregone, depositario più di un privilegiato rapporto con la sorte, che di una conoscenza fondata su basi scientifiche. Tutto questo è possibile, la tecnologia ci aiuta, le risorse ci sono, le buone intenzioni anche, il pubblico ne ha bisogno".

Per ulteriori informazioni:
www.apertamenteorvieto.it