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Al Parco Naturalistico Archeologico di Vulci, tra i resti dell'antica città

martedì 26 marzo 2019
di Davide Pompei
Al Parco Naturalistico Archeologico di Vulci, tra i resti dell'antica città

Si estende su una superficie di 900 ettari, nel cuore della Maremma Laziale e, fra natura incontaminata, canyon scavati nelle rocce di origine vulcanica dal Fiume Fiora che dopo una piccola cascata si allarga nel Laghetto del Pellicone, la macchia mediterranea e le piccole valli in cui si conservano i resti dell'antica città etrusco-romana risalente al IV secolo a.C. È datato XIII secolo, il medievale Castello della Badia, a cui si accede dall'iconico Ponte del Diavolo.

O dell'Arcobaleno, che si erge a 30 metri d'altezza. Costituito nel 1999, il Parco Naturalistico Archeologico di Vulci, situato tra Montalto di Castro e Canino, offre una rete di percorsi segnalati che permettono di visitare sia gli scavi archeologici che le bellezze naturali dell'area. Testimonianza di un'antichità giunta fino ai tempi moderni, i resti dell'abitato e dell'impianto termale. Dall'imponente cinta muraria ai resti delle porte urbane fino a quelli di un acquedotto romano.

Porta e mura di cinta bastano a dare la misura della grandezza di questo centro che non ha mai smesso di vivere sino all’epoca medievale. "Le necropoli etrusche con alcuni esempi di tombe monumentali, la strada romana con i basoli, la ricchissima domus del criptoportico, il mitreo, i resti del tempio grande ed il porto sul Fiora – suggeriscono dall'Associazione Antico Presente – ci introducono nella vita di una delle più importanti città-stato etrusca.

Il suggestivo parco ricco di storia comprende, infatti, i resti della città etrusca e di quella romana ed è una delle poche aree archeologiche in cui si può cogliere nella sua interezza l'articolazione di un centro antico con la città al centro, le necropoli intorno e i santuari lungo le strade urbane ed extraurbane. Alle straordinarie testimonianze dell'antica città si affiancano infatti paesaggi ancora capaci di emanare il fascino che ammaliò i primi esploratori dell'Ottocento".

La cosiddetta "piccola Pompei del Lazio nella potente città etrusca" sarà oggetto domenica 31 marzo alle 10 – appunto alla biglietteria del parco – di un'escursione della durata di circa tre ore, lungo un percorso facile di 4 chilometri che copre un dislivello di 150 metri e si addentra nel verde intenso di boschi e radure, scendendo fino al fiume in località Pelicone, uno dei suoi tratti più belli dove, con una splendida cascata, si apre una piscina naturale.

All'interno di percorsi protetti si attraverseranno estese zone a pascolo, ancora popolate dalla vacca maremmana e da cavalli bradi. Ai partecipanti è richiesto abbigliamento sportivo e scarpe da trekking. Consigliata, almeno una bottiglia d'acqua. La quota di partecipazione per la visita guidata di 10 euro è comprensiva di assicurazione che include polizza professionale RC a cui aggiungere il biglietto d'ingresso al parco di 10 euro. Superati i 15 partecipanti ci sarà la riduzione a 6 euro.

Per ulteriori informazioni e prenotazioni obbligatorie:
339.5718135 – info@anticopresente.it