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"Il colore non è, ma appare". Dialogo tra scienza e arte con Francesco Orzi e Michael Franke

martedì 6 novembre 2018
"Il colore non è, ma appare". Dialogo tra scienza e arte con Francesco Orzi e Michael Franke

È proprio vero che i colori sono una caratteristica delle cose stesse? E che gli oggetti appaiano alla vista con un colore ben definito? Niente di più falso! Per capire cosa si nasconde dietro il colore e come i nostri occhi lo percepiscono, sabato 10 novembre 2018, alle ore 17, al Vetrya Corporate Campus di Orvieto, un affascinante dialogo scientifico tra il professor Francesco Orzi, Ordinario di Neurologia alla Sapienza Università di Roma, e il pittore Michael Franke. 

Un incontro per comprendere come la visione del colore sia un fenomeno alquanto complesso e nel quale intervengono molteplici fattori quali la luce, le interazioni di assorbimento, riflessione e rifrazione legate alla struttura e alla diversa composizione chimica della materia. Senza dimenticare, mettendo in evidenza, che nella percezione del colore un ruolo fondamentale è svolto dalla fisiologia dell’occhio umano, dalla relazione occhio-cervello e da fattori genetici che possono influire sulla maggiore o minore ricchezza di sensazioni cromatiche percepibili da una persona. Una corretta analisi del colore coinvolge quindi non solo lo studio della luce e della sua interazione con la materia, ma vede di fondamentale importanza proprio lo studio della neurofisiologia della visione.

“Un aspetto distintivo della vista è il colore e potremmo dire che il colore non è, ma appare. L’esperienza cromatica – afferma il professor Francesco Orzi – nasce dalla risposta differenziale delle cellule retiniche “coni”, a diverse frequenze dello spettro elettromagnetico visibile. Ma il sistema visivo ha la rimarchevole capacità di mantenere la percezione di un colore anche quando le condizioni luminose cambiano al punto di produrre frequenze, della luce riflessa dall’oggetto, del tutto diverse. Questo ed altri fenomeni della percezione cromatica – prosegue Orzi –  sono interpretabili come il risultato di una complessa interazione tra luce fisica, interazione con l’ambiente, elaborazione da parte del sistema nervoso ed interpretazione sulla base di esperienze precedenti. Sembra proprio che il mondo non sia come appare – conclude il neurologo – e che non potremmo vedere senza aver prima appreso”.

Per evidenziare il rapporto esistente tra la fisiologia umana e i fenomeni estetici, Michael Franke presenterà un suo modello tridimensionale della percezione spettrale.  Un incontro unico in cui l’artista parlerà della percezione non lineare della luce, dell’adattamento locale sulla retina e dei fenomeni fisiologici che generano la sensazione di contrasto e di complementarità cromatica. Sarà inoltre possibile vedere esempi d’immagini trattati con un algoritmo creato sulla base delle sue ipotesi e illustrerà l’interazione esistente tra la sua ricerca scientifica e la sua arte.

Noi usiamo ogni giorno il senso della vista e crediamo di vedere. Siamo immersi in una quantità innumerevole di stimoli, spunti, oggetti, forme, ma non ce ne rendiamo conto perché il nostro sguardo passa velocemente su tutto ciò che abitualmente ci circonda. E per soffermarsi a volte solo su quello che ci serve. Un dialogo a due voci, un confronto tra scienza e arte che chiude la serie di appuntamenti organizzati al Vetrya Coporate Campusnell’ambito della mostra “Antron. Paesaggi etruschi. Genesi pittorica dell’Europa” di Michael Franke.  Un’occasione per non smettere di “vedere”, recuperare il piacere di stupirsi e ritrovare il gusto di soffermarsi sulle cose.