"Piccole Donne" in piazza per la rassegna "All'Ombra del Castello"

I guanti spaiati di Margaret, matura e materna, che convola a nozze con John Brooke per allevare due bambini a "La Colombaia". I capelli tagliati per necessità di Josephine, impulsivo e irrequieto maschiaccio, che nutre il sogno di diventare un'affermata scrittrice. Il pianoforte donato dalla famiglia Laurence alla timida Elizabeth, che morirà per insufficienza cardiaca dopo aver contratto la scarlattina a casa degli Hummel. E ancora le mollette sul naso (e le limette giù dalla finestra) della vanitosa Amy che, in Francia per diventare artista, troverà l'amore inatteso di Laurie. Il branch disertato, la colazione ai poveri, il manoscritto dato alle fiamme, il ghiaccio che cede sotto i pattini.
A 150 anni esatti dal debutto – era il 1868 quando Louisa May Alcott dava alle stampe in America il primo volume delle sue, sostanzialmente autobiografiche, "Little Women" approdate in Italia solo nel 1908 – passioni, turbamenti e intemperanze delle quattro sorelle March continuano ad emozionare. Al lungo elenco di saggi, riedizioni, riduzioni letterarie e trasposizioni – dal cinema muto alla tv, passando per il teatro senza sottrarsi ai colori di fumetti e cartoni animati – che il romanzo di formazione ha conosciuto, imprimendo gli archetipi femminili, si è aggiunta da qualche mese anche una miniserie tv della Bbc con Emily Watson nei panni di "Marmee" e un'altra icona come Angela Lansbury in quelli della burbera zia.
Nel 2019 poi uscirà il film diretto da Greta Gerwing che vede Emma Watson interpretare Meg. Ambientate sullo sfondo della Guerra di Secessione Americana ed intrise di quel sentimentalismo generazionale che, ancora di là da venire, già inneggiava a valori come la famiglia, il sacrificio, la complicità al femminile, la solidarietà verso gli altri e, non ultimo, il delicato passaggio dall'adolescenza all'età adulta, le vicende di Meg, Jo, Beth ed Amy popolano le pagine del capolavoro – e relativi seguiti – della letteratura per l'infanzia, non risparmiato negli anni da critiche femministe ma ripetutamente preso in considerazione anche dal mondo della pedagogia.
Suggerisce un'atmosfera da edificante fiaba di Natale, intorno al focolare domestico, pur essendo sulla carta fine estate, la versione di "Piccole Donne" che sarà proiettata venerdì 31 agosto alle 21 nella piazza antistante il Castello di Izzalini. In occasione di "Todi Festival 2018" torna, infatti, in edizione speciale la rassegna cinematografica "All'Ombra del Castello" in collaborazione con il comitato della frazione che provvederà anche ad un piccolo momento conviviale, ad ingresso libero e gratuito come la pellicola. La terza sonora, la prima con una donna alla regia, seconda quanto a popolarità solo a quella del 1949 dove Elizabeth Taylor presta il volto ad Amy. Durata, 115 minuti.
Si tratta della versione del 1994 diretta dalla regista australiana Gillian Armstrong e fortemente voluta dall'attrice Winona Ryder che ha ritagliato per sé il ruolo della secondogenita Jo – schietta e coraggiosa, più volte accostata all'indole dell'autrice stessa – che nell'economia della narrazione trova ampio spazio. Un ruolo che nel 1995 le è valso il premio come migliore attrice ai Kansas City Film Critics Circle Awards e la nomination all'Oscar, insieme a quelli per i migliori costumi e la migliore colonna sonora. Differenze, più o meno significative, con il testo originale hanno attirato in realtà più di una perplessità verso alcune soluzioni giudicate stereotipate.
Seppur diversa da quella che, 36enne, la sua autrice avrebbe voluto scrivere, la storia così ricca di suggestioni da sola funziona anche su pellicola e arruola nel cast nomi come Susan Sarandon, nei panni della saggia Margaret Curtis March, madre e matriarca alla guida della famiglia durante l'assenza del marito Robert, portando avanti una linea educativa diversa rispetto a quella prevista dalla società del tardo '800, lasciando che le figlie – interpretate da Trini Alvarado (Meg), Claire Danes (Beth), Kirsten Dunst e, da grande, Samantha Mathis (Amy) – crescano libere e imparino fin da subito a nutrire grandi aspettative. A guadagnare la propria indipendenza, finanziaria e morale. Anche a costo di grandi sacrifici.

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