Corrado Fratini illustra "Il restauro della Croce di San Paolo in Orvieto"

Attribuita a Maestro di Varlungo, pittore fiorentino attivo nella seconda metà del XIII secolo, è ritenuta una rara testimonianza del periodo pre-giottesco in territorio orvietano. Attualmente visibile nella Chiesa dei Santi Apostoli nell'ambito della mostra organizzata dall'Opera del Duomo "La Città di Ippolito Scalza. Arte e devozione a Orvieto. Opere inedite e percorsi da riscoprire", la cui apertura è stata prorogata fino a domenica 3 giugno, la Croce sagomata e dipinta proveniente dall'ex monastero domenicano femminile di San Paolo, in Via Postierla, il più antico entro le mura della città, fondato nel 1221, è al centro della nuova conferenza promossa dall'Istituto Storico Artistico Orvietano.
In cattedra, venerdì 13 aprile alle 17.30 all'Auditorium di Palazzo Coelli, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, per illustrare caratteristiche dell'opera e fasi de "Il restauro della Croce di San Paolo in Orvieto", accanto all'architetto Alberto Satolli, presidente dell'ISAO, salirà Corrado Fratini, docente di Storia dell'Arte Medievale presso l'Università degli Studi di Perugia. "Nel XVI secolo – anticipano dall'Istituto Storico Artistico Orvietano – il monastero e la chiesa furono trasformati, perdendo del tutto la fisionomia della struttura originale: durante questi lavori al primo piano del monastero fu realizzata una piccola cappella, al cui interno fu inserito un altare in stucco creato appositamente per ospitare la croce sagomata.
Nella foto a sinistra la Croce, con le ridipinture cinquecentesche, e a destra, dopo la rimozione dall'altare in stucco del Monastero di San Paolo
Nella seconda metà del XVI secolo, negli anni che seguono il Concilio di Trento, il Crocefisso fu soggetto a invasive ridipinture e, sotto le braccia della Croce, furono inseriti due angeli, che mostravano gli strumenti della passione di Cristo. Nel 1986 venne rimosso dall’altare, per essere sottoposto ad un accurato restauro presso il laboratorio della Ditta Tecnireco di Spoleto, sotto la direzione tecnica della Soprintendenza per i Beni Storici e Artistici dell’Umbria Giusi Testa. Dall’operazione di restauro è emersa l’abile tecnica di realizzazione e l’uso di materiali di alta qualità. Nel 2016, la Croce è stato esposta alla Galleria Nazionale dell’Umbria in occasione della mostra 'Francesco e la croce dipinta'.
In questa occasione, sono state ribadite l’altissima qualità dell’opera, degna di una committenza elevata, e l’attribuzione al suo autore, considerato tra gli artisti più 'originali e affascinanti' dell’arte fiorentina dell'epoca. L’opera orvietana ne testimonia l’alto livello artistico, raggiunto nella sua fase matura". Ai tempi di Scalza, infine, la grande Croce fu oggetto di un particolare intervento promozionale di rilancio e venne inquadrata in una "macchina" decorativa manierista ispirata agli altari laterali della Cattedrale, realizzati nell’ambito del progetto di rinnovamento che trae fondamento dai principi della Controriforma.

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