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Neri Marcorè riscopre il teatro-canzone. Fra De André e Pasolini, "Quello che non ho"

sabato 25 marzo 2017
di Davide Pompei
Neri Marcorè riscopre il teatro-canzone. Fra De André e Pasolini, "Quello che non ho"

L'indignazione civile di Pier Paolo Pasolini, le "anime salve" di Fabrizio De André. Si ispira a due giganti del recente passato, mettendo a nudo le contraddizioni del tempo presente e affrontando i grandi temi di attualità, lo spettacolo di teatro-canzone "Quello che non ho". Scritto e diretto da Giorgio Gallione, a portarlo in scena sul palco del Teatro Comunale di Todi martedì 28 marzo alle 21, il camaleontico Neri Marcorè.

Reduce dalle felici esperienze di "Eretici e corsari", "Un certo Signor G" e "Beatles Submarine", torna sul palco da protagonista, accompagnato dalle voci e dalle chitarre di Giua, Pietro Guarracino e Vieri Sturlini. Quasi due ore in cui l'attore, comico, imitatore, doppiatore, conduttore televisivo e cantante nato a Porto Sant'Elpidio, recita e canta, in equilibrio instabile tra ansia del presente e speranza del futuro. In un affresco teatrale che (si) interroga sulla quotidianità.

Come? Raccontando storie emblematiche, anche in chiave satirica, Per mettere a nudo le contraddizioni di quella società globalizzata, "dove – affermava Pasolini nel documentario 'La Rabbia' – continua ad esserci sviluppo senza progresso". Un tessuto narrativo, basato su episodi di cronaca internazionale, riflessioni di carattere economico e sociale, che incrocia le ballate nere di Faber. Da "Khorakhané" a "Don Raffaè", passando per "Smisurata Preghiera".

Poesie in musica, le sue, che altalenano tra ribellioni e sarcasmi giovanili, per "approdare alla visionarietà dolente dei 'non allineati' contemporanei. Idealmente, dallo spettacolo emerge un dialogo – etico e politico – tra le narrazioni dell’Italia e del mondo lasciate in eredità da due artisti lontani tra loro ma curiosamente spesso in assonanza".

"Nelle ultime stagioni – spiega il regista, Giorgio Gallioneinsieme a Neri Marcorè abbiamo molto frequentato il teatro musicale, costruendo spettacoli che guardavano sia al teatro civile che alla bizzarra giocosità del surreale. Con 'Quello che non ho' siamo di fronte a un anomalo, reinventato esempio di teatro-canzone che, traendo linfa dalla visione del mondo e dalla poetica di Pasolini e De Andrè, prova a raccontare l’oggi. Un tempo nuovo e in parte inesplorato in cerca di idee e ideali". Per dire "che bello il mio tempo, che bella compagnia".

Così viaggiando "in direzione ostinata e contraria", si favoleggia del Sesto Continente, un’enorme Atlantide di rifiuti di plastica, grande due volte e mezzo l’Italia, che galleggia al largo delle Hawaii. Di evoluti roditori, nuovi padroni del mondo, che, dopo Neanderthal, inaugurano il regno di Emmenthal. Di surreali, realissime interrogazioni parlamentari che lamentano la scomparsa di Clarabella (?!) dai gadget dell’acqua minerale. Di guerre civili, causate dal coltan, minerale indispensabile per far funzionare telefonini e playstation. Di economia in "decrescita felice" che propone la pizza da un euro – una normale margherita, grande però come un euro – , costruendo così "un mosaico variegato di storie-canzone che si muove tra satira, racconto e suggestione poetica".

I biglietti possono essere acquistati contattando la biglietteria del Teatro Comunale di Todi (075.8956706) il giorno prima dello spettacolo dalle 16 alle 19.30 e il giorno dello spettacolo, a partire dalle 18 fino ad inizio rappresentazione. Si può prenotare telefonicamente anche al Botteghino Telefonico Regionale (075.57542222), tutti i giorni feriali, dalle 16 alle 20. È inoltre possibile acquistare i biglietti anche on-line sul sito del Teatro Stabile dell'Umbria www.teatrostabile.umbria.it.