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Risorge "Altastrana". A "Baraonde" si presenta la rivista culturale dedicata a Orvieto

mercoledì 29 giugno 2016
Risorge "Altastrana". A "Baraonde" si presenta la rivista culturale dedicata a Orvieto

Nell'ambito della rassegna culturale estiva "Baraonde" è in programma per sabato 2 luglio alle 18.30 nell'atrio del Palazzo dei Sette, la presentazione della rivista culturale "Altastrana" curata e diretta da Aldo Lo Presti, edita dalla casa editrice Intermedia Edizioni.

La nuova "Altastrana", dopo una lunghissima pausa, risorge, per così dire, a nuova vita "come se morta non fosse stata e da capo ricomincia", avendo, oggi come ieri, l’obiettivo principale di offrire una sede quanto più attraente ed accogliente possibile agli studi relativi ad Orvieto ed al suo territorio, ma con uno sguardo curioso che si allargherà anche ad altri contesti sotto i più vari e diversi aspetti, ma principalmente storici, artistici e letterari. A parlare della nuova pubblicazione, saranno Aldo Lo Presti che dirige il periodico e Riccardo Campino, titolare della Libreria dei Sette.

"Altrastrana" è un contenitore eterogeneo di varia culturia, nel quale sarà bandita la tentazione di esercitare la propria intelligenza al soldo del sarcasmo e del gusto della polemica, inseguendo invece la condivisione e la collaborazione tra tutti gli studiosi che interverranno con i loro contributi. Per questo Altastrana desidererà partecipare al filone migliore della storia locale, quella che, per usare le parole di Anton Carlo Ponti, “Si travasa di libro in libro, a cascata, nella storia nazionale, contribuendo, sia pur a piccole dosi, alla conoscenza, cercando di conciliare l’erudizione e la scienza, entrambe interessate, come scrisse il Tommaseo, “Ai fatti e ai raziocinii che intorno a questi fatti si compiono”.

Date queste premesse, appare chiaro anche il motivo che ha suggerito l’adozione di  un titolo, “Altastrana”, che si richiama al celebre passo del Dittamondo del ghibellino Fazio degli Uberti, la città di Orvieto “è alta e strana”, laddove in questo caso l’aggettivo “strano” non assume il significato di “bislacco” ma quello di “esotico”, in grado, pertanto, di alimentare quella  “curiosità” che altro non è se non uno degli stimoli, e forse il più importante, per imparare, contribuendo (ognuno al meglio delle proprie possibilità, ma tutti con grande passione) alla conoscenza, senza la quale non esisterebbe nemmeno la conservazione.