STORIA
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Venerdì 27 maggio a Palazzo Coelli conferenza ISAO: "Le Orvietanine"

martedì 24 maggio 2011

Con la conferenza della D.ssa Lucia Motti sul tema "Le Orvietanine: donne e ginnastica nell'Accademia Femminile Fascista di Orvieto" si conclude venerdì 27 maggio alle 17,30 all'Auditorium di Palazzo Coelli il corso monografico su "Orvieto nel primo Novecento" promosso dall'Istituto Storico Artistico Orvietano.

Nel corso della conferenza sarà proiettato il filmato sulle accademiste e le attività svolte all'interno dell'Accademia orvietana tra il 1932 e il 1943, realizzato nel 1941 per la Mostra del Cinema di Venezia / categoria documentari.
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Nel dicembre 1996, l'Accademia Femminile di Educazione Fisica - tra storia e mito - è stata al centro della ricerca condotta da Lucia Motti e Marilena Rossi Caponeri racchiusa nel volume "Le accademiste a Orvieto": donne ed educazione fisica nell'Italia fascista tra 1932 e il 1943 (Edizioni Quattroemme) contenente importanti documenti storici oltre che fotografici e testimonianze tratte dalle fonti orali; uno studio realizzato con il coinvolgimento del Ministero per i Beni Culturali / Archivio di Stato di Terni - Sezione di Orvieto e dalla Fondazione Istituto Gramsci / Archivio storico delle donne.

Il 6 e 7 dicembre 1996 poi, la ricerca - nata all'indomani della donazione alla sezione di Archivio di Stato di Orvieto (1994) del fondo fotografico di Elisa Lombardi, allora comandante dell'Accademia Femminile Nazionale di Educazione Fisica e dal successivo riordinamento della documentazione archivistica - è stata al centro di un convegno al Palazzo del Popolo e di una mostra fotografica al Palazzo dei Sette intitolati "La Nazione e il corpo: modelli femminili negli anni trenta".

La ricerca ha ricostruito la storia dell'Accademia di Educazione Fisica Femminile istituita dal regime fascista nel 1932 e rimasta operante fino al 1943, anno della soppressione. A quattro anni di distanza da quella maschile di Roma, l'istituzione era nata con il fine di formare le insegnanti di educazione fisica e i quadri dirigenti delle organizzazioni fasciste femminili. Orvieto ("l'antica terra umbra, ricca di pace, di poesia" come recitava un opuscolo di propaganda del tempo) fu scelta dalle autorità di allora quale sede dell'Accademia, luogo perfetto per accogliere le giovani che si preparavano al loro ruolo di educatrici.
La città accolse con orgoglio la nuova istituzione, sia per il prestigio che conferiva ad Orvieto, sia in considerazione della possibilità di attivare risorse economiche. La Casa-convitto del balilla, costruita nei locali dell'ex convento di San Domenico e inaugurata nel 1930, fu destinata ad accogliere la nuova istituzione del regime. Successivamente l'Accademia fu ampliata a danno dell'antica chiesa di San Domenico della quale furono demolite le navate longitudinali.