editoriale

La Confcommercio stia attenta a non fare la fine dei Monaldeschi

giovedì 29 agosto 2002
di Direttivo Confesercenti
Egregio “Signor Confcommercio”, siamo costretti a chiamarla cos, dato che, poco dopo l’uscita della sua prima pesante accusa, il nostro presidente, Sandro Gulino, ha incontrato il presidente Santi che ha dichiarato di essere estraneo alla vicenda (salvo poi firmare l’ultimo pesante comunicato stampa a cui ora rispondiamo).

Vorremmo ribadire la libert degli individui ad appartenere a organismi di partito e a manifestare tale appartenenza e vorremmo anche precisare che la Confesercenti ha da un paio di anni adottato un nuovo statuto e le elezioni dello scorso anno hanno confermato tale “nuovo corso”, con la creazione di organismi come il consiglio, la giunta e la presidenza, coinvolgendo molti nuovi soci, che hanno scelto di aderire alla Confesercenti non per appartenenza politica ma perch si sentivano effettivamente tutelati e rappresentati.

Potremmo anche fare i nomi di quanti si sono iscritti dopo aver provato una profonda e amara delusione dalla allora defunta Confcommercio, ma non lo facciamo, e -sia chiaro- non per fare un favore a Rodot (una querela la nostra associazione pu sopportarla, siamo in tanti, ci costerebbe poco!!!), ma per decenza e per rispetto verso le persone.

In quanto presidenza (non possiamo parlare a nome di tutta la giunta dato che i tempi per una rapida risposta non ci hanno permesso una democratica consultazione) ribadiamo la netta differenza tra la persona Sandro Gulino e la Confesercenti Orvieto o la Confesercenti Regionale e non possiamo non riconoscere che se delle decisioni (spesso tutt’altro che filo-amministrative) sono state democraticamente prese (noi ci consultiamo prima di aprire bocca, prassi a quanto pare non troppo diffusa,…), poi sono state portate avanti anche da chi non ne era del tutto convinto, e spesso lo stesso Gulino ha semplicemente presenziato a degli incontri, lasciando a tutti la facolt di avanzare accuse e fare proposte nel rispetto delle decisioni comuni e nell’interesse dei commercianti soci (e spesso anche non soci).

Pertanto, le accuse dirette alla persona di Sandro Gulino non dovrebbero coinvolgere le decisioni che invece sono della giunta della Confesercenti Orvieto, ricordando che il presidente uno degli strumenti della associazione, e non viceversa. Perci, “Signor Confcommercio”, almeno usi cautela nelle sue accuse, senza sparare in aria e senza documentarsi, senn rischia di sbagliare mira, con somma ira dei colpiti ingiustificatamente.

Ma torniamo ai fatti del nuovo centro commerciale: in qualit di associazione di categoria, dobbiamo riconoscere di aver utilizzato l’incontro col Sindaco e con l’Assessore Frellicca per avanzare le richieste che ritenevamo necessarie per il commercio. Senza impelagarci in questioni pi alte di noi. E questo non vuol dire n arrampicarsi sugli specchi n cadere dalle nuvole: abbiamo chiesto una grande distribuzione al posto della Coop e ci stata garantita, con tanto di esplicito rifiuto ad autorizzazioni comunali per la discoteca di cui tanto si parla e che stravolgerebbe i flussi commerciali e il quieto vivere del quartiere.

Se questo non accadr le garantiamo che tireremo fuori gli artigli, ma non su argomenti quali il conflitto di interesse che poco hanno a che fare con il commercio, ma sulle garanzie fatte ad una categoria. Possiamo garantirle, “Signor Confcommercio”, che anche soltanto nella presidenza ci sono persone non proprio digiune di campagne stampa… Ma fino ad allora abbiamo quello che volevamo, senza tanti schiamazzi e senza indispettire pi del dovuto.

Dobbiamo forse ricordarle che la associazione che lei dice di rappresentare non ha “cavato un ragno dal buco” da quell’incontro? Dobbiamo ricordarle le spaccature interne tra filo-presidenziali e filo-non so che? Francamente non ne sentiamo il bisogno, anche perch non accusando gli altri di essere peggiori che si migliora.

Abbiamo chiesto delle garanzie sui piani di commercio e abbiamo anche richiesto (non senza imbarazzo degli amministratori) le indagini di mercato svolte. Abbiamo saputo criticare perfino l’orario di svolgimento della riunione, arrivando persino a “rinfacciare i ceci di Natale” del Borgo, ma sempre preferendo il dialogo alle barricate inutili.

Questa la nostra strategia, che a quanto pare molto diversa dalla sua, riguardo alla quale non sappiamo davvero spiegarci se sia una mera ricerca di pubblicit o se davvero lei ritenga che questo sia il modo corretto per portare avanti discussioni su temi scottanti come il nuovo assetto della Orvieto vecchia e nuova.

per con profonda amarezza che dobbiamo costatare che all’entusiasmo con cui avevamo accolto la rinascita (novella fenice!!!) della Confcommercio orvietana, sperando in campagne comuni e in promozioni integrate, si sostituito un bel po’ di rammarico. Per che cosa? Ma per il fatto di aver constatato che qualcuno ha ancora nel DNA alcuni geni dei nostri avi Urbevetani, faziosi e indisponenti fino alla morte (lo stesso Dante ne parla aspramente nella Divina Commedia).

Peccato. Le diciamo comunque sin da ora che questa sar l’ultima comunicazione in tal senso, dato che non vorremmo abbassarci a provocazioni che potrebbero trascendere, dedicando il nostro tempo a tutelare gli iscritti e a controllare che quanto garantitoci venga attuato. Insomma, la lasciamo solo, “Signor Confcommercio”, a sanare le sue crepe interne e a risolvere le sue frustrazioni. Possiamo per raccomandarle di stare attento al “gene orvietano” della faziosit, ricordando (corsi e ricorsi storici) che quando i Filippeschi erano spariti dalla scena, i Monaldeschi, trovandosi senza nemici, cominciarono a farsi guerra tra di loro… In bocca al lupo.