editoriale

Per una globalizzazione solidale

domenica 24 marzo 2002
di Massimo Frellicca capogruppo Ds
Uno dei meriti del movimento “new global” è stato quello di informare i cittadini del mondo, dell’esistenza di associazioni che si battono per migliorare le condizioni di quei paesi, di quei popoli che per una “globalizzazione speculativa” e non “solidale” vivono in condizioni disumane. Una di queste associazioni è ATTAC, che riprendendo il pensiero del premio nobel per l’economia James Tobin, ha proposto l’istituzione di un’imposta sulle transazioni valutarie, con l’obiettivo di tassare ogni forma di transazione “speculativa” internazionale e nazionale che consente di spostare capitali, da una parte all’altra nel mondo, senza un minimo di controllo. Per quanto semplice e limitata, la proposta di Tobin datata 1972, ha raccolto negli ultimi anni il consenso di gruppi e movimenti politici sempre più numerosi e significativi. La comunità accademica ha sostenuto la Tobintax con una straordinaria convergenza da parte di economisti di diversa provenienza culturale e politica, le motivazioni sono varie: Una tassa sulle transazioni valutarie appare in grado di contribuire al raggiungimento di tre obiettivi: Ø Riduzione dell’instabilità dei mercati finanziari. Ø Aumento dei margini di manovra delle autorità di politica economica nazionale. Ø Intervento redistributivo per rimediare alle sperequazioni dei redditi verificatesi nel corso di questi anni. L’introduzione della Tobintax, sul piano politico può rappresentare un’inversione di tendenza rispetto ad un mercato valutario, deregolamentato da molti anni. La proposta della Tobintax è di facile comprensione, si tratta di applicare un’imposta proporzionale al valore della transazione valutaria effettuata, con l’esborso a carico di entrambe le parti contraenti. Un esempio può chiarire i concetti ora esposti: a fronte di una conversione di un milione di euro in dollari, un’imposta dello 0,1% imporrebbe ad ognuno dei contraenti di versare al fisco 1000 euro o il loro equivalente in dollari. Secondo alcuni economisti un’imposta dello 0,1% applicata alle transazioni effettuate in Europa porterebbe ad un gettito fiscale pari a 30 miliardi di euro. Gli obiettivi sopra esposti assumono ulteriore rilevanza, viste le crisi finanziarie che molti Paesi hanno subito in questi ultimi anni ( Europa, Russia, America Latina). Nel corso dell’ultimo decennio ci sono stati notevoli cambiamenti negli scenari dell’economia mondiale, in particolar modo nel campo della finanza e della distribuzione del reddito. La libera circolazione internazionale dei capitali ha fortemente ristretto i gradi di libertà delle politiche economiche nazionali e la combinazione tra instabilità finanziaria e impotenza della politica economica hanno notevolmente contribuito all’inquietante divaricazione dei redditi verificatasi, durante gli anni ’90, sia tra i paesi che all’interno dei singoli paesi. L’Undp (United Nations Developpement Program), ha proposto di costituire un fondo per la cooperazione allo sviluppo e per altre attività di solidarietà internazionale, sotto l’egida delle Nazioni Unite, dove si farebbe confluire il gettito fiscale ottenuto dall’ introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie. Tale ipotesi potrebbe avere un’importante funzione di redistribuzione della ricchezza che proverrebbe per il 90% dai paesi ricchi. La Tobintax non è la panacea ma uno strumento operativo che ha notevoli potenzialità e che rappresenta un simbolo politico di rinnovamento dopo anni d’irresponsabile arretramento della politica dalla gestione della moneta e della finanza. Il Gruppo Consiliare dei Democratici di Sinistra del Comune di Orvieto, ha presentato un Ordine del Giorno sulle transazioni valutarie, da discutere in Consiglio Comunale ed ha organizzato per sabato 6 Aprile un incontro-dibattito sulla Tobintax, alla quale sarà presente Fiorino Iantorno, Presidente nazionale di Attac Italia e Mauro Agostini, Deputato dei Democratici di Sinistra - Ulivo, membro della Commissione Bilancio della Camera.

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