economia

Cna Fita Umbria: "Sui tagli al TPL vogliamo chiarezza e prospettive"

mercoledì 19 giugno 2019
Cna Fita Umbria: "Sui tagli al TPL vogliamo chiarezza e prospettive"

"Ritardi sistematici nei pagamenti, esiguità del corrispettivo per chilometri, tagli già operati negli ultimi due anni nel capitolo di spesa destinato al trasporto pubblico locale e ora l’annuncio di un’altra sforbiciata netta che taglierà di un terzo le risorse complessive: così moriamo". Enrico Ceccarelli, presidente di CNA Fita Umbria Trasporto persone, nonché presidente del Cam, uno dei principali consorzi umbri tra imprese affidatarie dei servizi di trasporto pubblico locale, esprime la massima preoccupazione della categoria.

"Dopo le notizie apparse sui media in questi giorni - prosegue Ceccarelli - martedì 18 giugno l’assessore regionale Chianella ha parlato di notizie infondate. Ci auguriamo sia davvero così, perché ne va del diritto alla mobilità di migliaia di persone e del lavoro e della sicurezza economica di centinaia di famiglie. Ma ci permettiamo di dubitare, visto che la lettera che annunciava tagli a partire dal 1° luglio ci è arrivata dalla Regione il 12 giugno scorso, lasciandoci solo una manciata di giorni per riorganizzarci. Dove per riorganizzazione si intende licenziamento del personale”.

La dimensione del problema l’aveva già data la Regione con una delibera del maggio scorso: oltre 21 milioni di disavanzo e quindi di credito complessivo delle aziende per la gestione fino al 31 dicembre 2018; importi attesi per il 2019 attualmente privi di coperture per oltre 13 milioni; possibile taglio della quota regionale del Fondo Nazionale Trasporti con una perdita stimata di altri 6 milioni di Euro. Le soluzioni prospettate, peraltro, non sono di immediata né, tanto meno, certa praticabilità: recupero dell’Iva non versata dai Comuni, somma che ammonterebbe a circa 21 milioni, e costituzione della nuova Agenzia regionale per la mobilità, che consentirebbe alla Regione per il futuro di non corrispondere l’Iva sui trasferimenti del Fondo Nazionale Trasporti, recuperando circa 8/9 milioni di Euro all’anno. Ma su questo possibile recupero pende il parere dell’Agenzia delle Entrate, che ancora non si è espressa.

Se il presente è drammatico, il futuro, nonostante le smentite di Chianella, non sembra lasciare scampo. Sempre secondo le parole usate dalla Regione, infatti, non è ipotizzabile arrivare a una nuova gara di affidamento, attesa da anni, potendo contare solo su 40 milioni di Euro, pena la riduzione di circa 1/3 del servizio ad oggi assicurato. Ne consegue un “notevole impatto occupazionale con la perdita di circa 300/350 addetti” e la lesione dei “principi costituzionali riconosciuti sul diritto alla mobilità che deve essere assicurato attraverso i servizi pubblici di trasporto”.

“Confidiamo nel fatto che la Regione Umbria comprenda la gravità della situazione - afferma Marina Gasparri, responsabile di CNA Fita Umbria-, e che ci si possa sedere al più presto attorno a un tavolo per prospettare soluzioni praticabili in grado di allentare da subito la tensione per le imprese e garantire un servizio pubblico essenziale, ma anche di fare il punto sulle prospettive future”.

 


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