economia

Manutenzione del verde. Confragricoltura dice basta all'abusivismo

lunedì 27 febbraio 2017
Manutenzione del verde. Confragricoltura dice basta all'abusivismo

"Curatori del Paesaggio. Così veniamo designati dal Codice ATECO e che cosi descrive la nostra attività: Codice ATECO 81.30 _ Cura e manutenzione del paesaggio (inclusi parchi, giardini ed aiuole) Quindi noi, comunemente indicati come "manutentori del verde", dovremmo prenderci cura del paesaggio e di tutto ciò che esso rappresenta. In altre parole "tutelarlo". Ma chi tutela noi da una sempre più forte presenza di abusivismo in questo comparto? Come fa l'operatore abusivo, reinventatosi giardiniere ma senza preparazione, a prendersi cura del paesaggio. E come facciamo noi, che di questo mestiere abbiamo fatto una bandiera, ad arginare il fenomeno dilagante dell'abusivismo?

Noi, aziende vere e proprie, ci atteniamo scrupolosamente a tutte le normative riguardanti la sicurezza, la tutela del lavoro e dei lavoratori, il rispetto per l'ambiente, la formazione e l'aggiornamento professionale. L'abusivo, in quanto tale, non esiste come soggetto giuridico; vive nell'ombra, lavora in nero e non tutela nessuno. Ignora, volutamente, tutte le leggi ed i regolamenti; ma soprattutto ignora il mestiere e quindi improvvisa. E arreca danno. Sono oltre 200 le imprese che, nella nostra Regione, a vario titolo, operano nella tutela del verde e del paesaggio, dando lavoro a circa 1000 addetti. Insieme rappresentano un numero equiparabile ad una grossa azienda che al cospetto di qualsiasi difficoltà attirerebbe l’attenzione di tutta la società civile e politica di questa Regione.

“Purtroppo quando chiude una piccola impresa appare come la caduta silenziosa delle foglie in un qualsiasi bosco d'autunno, che non fa certo il rumore della caduta di un grosso albero”. Usiamo questo calzante esempio, tanto per rimanere in tema. L’abusivismo ed il lavoro nero è una problematica molto sentita dagli operatori della categoria. Da una attenta ricognizione nel settore si registra un calo medio del 25-30% nel fatturato, e gran parte di questo fatturato è stato inglobato dal lavoro nero e dall’abusivismo, con gravi perdite per l’erario, perdite di posti di lavoro regolari, crescente rischio per la sicurezza delle persone nei luoghi di lavoro.  Tutti i giorni le nostre imprese sono costrette a subire la "concorrenza illegale" da parte di soggetti che si inventano giardinieri.

Costretti dalla crisi, ma anche beneficiando di essa, un numero sempre più consistente di finti o veri disoccupati, cassaintegrati, pensionati costretti ad arrotondare, dipendenti attivi, stranieri più o meno in regola con il permesso di soggiorno, tutti i giorni armati di strumenti e mezzi si cimentano, incuranti delle leggi e dei controlli, nelle più svariate opere di manutenzione e realizzazione di giardini. Tutto questo, ovviamente, supportato ed alimentato dalle Committenze che così pensano di risparmiare. Committenze che, permettendo ciò, si rendono incuranti non solo della qualità del servizio, ma anche dei rischi possibili derivanti da infortuni di vario genere, anche gravi.

Di fronte a questa realtà, la categoria di settore, esprime tutto il suo legittimo disappunto e la propria indignazione, cercando soluzioni da parte degli organi preposti, sollecitandoli ad un più attento controllo sul territorio. Ma è mai possibile che non si riesca a perseguire chi, impunemente, svolge attività illegale ed abusiva alla luce del sole (il verde è all'aperto) e sotto gli occhi di tutti. Qualcosa di certo non sta funzionando perché è già qualche anno che il fenomeno è in crescendo e non accenna a fermarsi.

Vogliamo pretendere di più. Vogliamo che il nostro mestiere sia riconosciuto come categoria. Vogliamo che questa attività sia preclusa a chi non è in possesso di adeguate abilitazioni, così come avviene per altre categorie. Vogliamo che chi esercita abusivamente venga individuato e punito. Chiediamo a gran voce che gli Enti preposti si attivino attuando azioni di controllo e verifica di quegli operatori che agiscono nell’ombra eludendo ogni normativa si tratta quindi di ripristinare in questo settore la legalità. La categoria avverte questo disagio profondo soprattutto quando normative, burocrazia e costi sulla sicurezza unite a quelli per garantire qualità ed efficienza appaiono del tutto fuori luogo e soprattutto penalizzanti per chi li sostiene.

Nelle nostre aziende abbiamo sempre inteso e visto la qualità del nostro operato e la sicurezza per i nostri dipendenti non come un costo, ma come un investimento per meglio operare all’interno di un mercato sempre più concorrenziale. Tutto questo sforzo viene però vanificato da quanti operano nel segno dell’abusivismo, da quanti alimentano il lavoro nero, e da chi non aiuta la diffusione della legalità attraverso i giusti controlli, anche come deterrente. La crisi reale che ha messo e sta mettendo tutti a dura prova, non può più essere utilizzata da qualcuno per cogliere opportunità ulteriori, alimentando impunemente lo sfruttamento e mettendo al bando l’incolumità delle persone inermi e talvolta vittime di un insensato sistema. Occorre quindi che ci si attivi in tutte le maniere per tutelare e difendere un settore fortemente esposto a questo mercato privo di regole, ed al contempo intensificare una campagna di promozione e sensibilizzazione al fine di far comprendere che la qualità e la sicurezza hanno un prezzo minimo non più trattabile".

Sezione Florovivaistica di Confagricoltura Umbria

 

 

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