economia

Da Ficulle a Vetrya, il territorio fa Rete

venerdì 29 aprile 2016
Da Ficulle a Vetrya, il territorio fa Rete

Quando si parla di Internet e di territorio è bene soffermarsi su alcuni aspetti che caratterizzano l'economia digitale e un territorio di riferimento. E, almeno per questa giornata dedicata al trentennale del primo collegamento Internet italiano, possiamo associare il concetto di economia digitale a quello di Internet come elemento portante di tale economia.

Siamo stati abituati a pensare che esistano poli attrattivi per le varie fasi economiche (poli industriali, artigianali, commerciali ecc). Per il digitale, se visto come un polo economico a se, potremmo dire anche le stesse cose. Chi non conosce infatti luoghi come la Silicon Valley, l'area intorno a San Francisco culla delle più importanti società internazionali del settore digitale e quindi il più famoso polo digitale del mondo.

Eppure l'economia digitale ha una peculiarità diversa, quella di essere inglobata, indissolubilmente fusa con ogni altro settore economico.
Sempre per parlare di macro esempi, ci basta citare il colosso Amazon che ha dato il via a un impero economico digitale sfruttando il più tradizionale dei business legati all'analogico: la vendita di libri di carta. Ma per restare più in cose concrete vicino alle persone, come potremmo pensare a un economia dei servizi socio-sanitari senza pensare a una forte digitalizzazione degli stessi.

C'è quindi una doppia valenza per internet e il territorio. Da una parte attraverso la rete i territori possono creare opportunità economiche, fornire servizi, migliorare la qualità della vita per chi li vive, dall'altra soggetti economici e professionisti possono scegliere un territorio di riferimento ma non rimanervi legati affatto. Anche il nostro territorio ha visto e vede tutt'oggi realtà di questo tipo.

Proprio per restare in tema con la ricorrenza a chi oggi si fa riferimento, ci piace ricordare una figura professionale che è stato a suo modo uno dei precursori della rete così come oggi la conosciamo: Massimo Bartoli, un professionista che ha vissuto fino agli anni 90 in una sperduta località intorno a Ficulle, dalla cui postazione prendevano forma attività di business di carattere non locale e che non c'entravano nulla col territorio.

Lui stesso raccontava che nel 1978 aveva iniziato a usare la posta elettronica, quando in Italia si era appena conosciuta la televisione a colori! Non aveva rapporti col territorio, anzi. Se qualcuno ricorda la sua storia, potrà anche ricordare che da queste parti era semplicemente uno che "sapeva fare i siti", forse neanche così bene. Eppure era un professionista che ha costruito la digitalizzazione di importantissime aziende pionieristiche.

Realtà intrascurabili come Vetrya che all'inizio del mese ha presentato il suo progetto di quotazione a Borsa Italia Spa e che, in occasione del 30esimo anniversario della prima connessione dell'Italia in Rete avvenuta nel 1986, ha scelto di ospitare in Via dell'Innovazione gli studenti del Liceo "Ettore Majorana" di Orvieto e dell'Italo Calvino di Città della Pieve nella convinzione che i cosiddetti "nativi digitali" aiuteranno sicuramente a scrivere nuove importanti pagine per la Rete, l'Italia e il Mondo.