economia

Crisi economica: ripresa ancora lontana, le imprese umbre continuano a soffrire

domenica 22 giugno 2014
di An. Pa.
Crisi economica: ripresa ancora lontana, le imprese umbre continuano a soffrire

E’ il segno meno a farla da padrone. L’economia Umbria fatica ad uscire dal guado, la produzione industriale scende dello 0,1% a fronte dell’1,2% del dato medio nazionale. E’ vero che il calo nel Centro Italia è stato dell’1,5%, ma la situazione preoccupa e molto. Si tratta di numeri poco confortanti quelli dell’indagine congiunturale stilata da Unioncamere Umbria sulle imprese manifatturiere e commerciali, con i numeri del Cruscotto Statistico, lo strumento che fotografa lo stato di salute delle imprese regionali.

Vanno bene le industrie alimentari, quelle elettriche ed elettroniche, le industrie meccaniche e dei trasporti, mentre vanno giù fatturati e ordinativi, così come i consumi delle famiglie, ancora fermi al palo, le imprese continuano a fallire e il sistema economico si fa sempre piu debole, arranca e pare respirare a fatica. L’occupazione complessiva nella regione è pari a 239.789 unità, vanno bene le imprese giovanili, femminili e straniere, che per l’Umbria rappresentano un fiore all’occhiello rispetto al dato nazionale.

Tuttavia il quadro che si dipinge è quello a tinte fosche. L’Umbria procede con il freno a mano tirato soprattutto se si guarda al resto della Nazione. Basti guardare alle imprese manifatturiere il cui calo è stato dello 0,1% rispetto allo stesso trimestre del 2013 a fronte di un dato medio nazionale che fa registrare una crescita dell’1,2%. Per quanto riguarda i settori produttivi, se risultati soddisfacenti arrivano dalle industrie alimentari che cresce del 2,4% rispetto allo stesso trimestre del 2013, la doccia fredda arriva dal comparto moda che dopo i buoni risultati raggiunti nell’ultimo trimestre del 2013, ritorna a flettersi: la produzione scende del 2,4% e il portfolio ordini è inferiore rispetto al dato nazionale. Situazione non rosea anche per il settore del legno e del mobile. La produzione arretra (‐2,0%) insieme al fatturato che si attesta sullo 0,8%.

Non solo, a marcare rosso sono anche i settori dell’industria chimica, petrolifera e delle materie plastiche che nei primi tre mesi dell’anno hanno fatto registrare una flessione pari all’1,2%. Per chi scende, c’è chi sale e così ci sono anche comparti che si fanno riconoscere per essere riusciti a superare il peggio. Stando allo studio di Unioncamere si tratta delle industrie elettriche ed elettroniche nelle quali si registra una crescita della produzione del 3,3% rispetto al primo trimestre del 2013, di quelle meccaniche e dei mezzi di trasporto in cui la produzione è cresciuta dell’1,2% rispetto all’anno precedente. Male, invece, per il settore delle altre industrie, ottenuto unendo la fabbricazione della carta, la lavorazione della ceramica ed altre attività come riparazione, manutenzione e installazione che si caratterizza per l’arretramento della produzione, la stagnazione del fatturato e il calo degli ordinativi.

Situazione negativa anche per i consumi delle famiglie, che rimangono totalmente bloccati. Guardando poi i dati relativi ai primi mesi del 2014, le cessazioni delle imprese sono arrivate al 21%, anche se di contro sono aumentare le iscrizioni di oltre il 14%. I fallimenti sono aumentati del 45% rispetto a una media nazionale del 24%. Il quadro generale, però, della situazione umbra viene dai dati strutturali del Cruscotto statistico relativo all’andamento degli addetti inerente il 2013 e secondo cui si assiste a un calo pari al 2,1%. Le contrazioni piu forti si osservano tra le società di persone e tra le imprese individuali. Per quanto riguarda l’occupazione, il 26% delle imprese umbre è registrato nell’ambito del manifatturiero, il 22% nel commercio.

Infine, rispetto al quarto trimestre del 2012, nel quarto trimestre del 2013, l’occupazione è in forte aumento tra le imprese di Assicurazione e credito (+16%) e in modo molto più contenuto in Servizi alle imprese (+1,6%). Diminuisce in tutti gli altri comparti, e in modo più forte nelle Costruzioni (-7,8%), Turismo e Agricoltura (intorno al 4%).

 

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