economia

Vino di Orvieto: aperta polemica tra Monrubio e Confagricoltura. L'assemblea della Monrubio risponde al presidente Poggioni

lunedì 2 agosto 2010

Riceviamo in data odierna, dall'Assemblea dei soci della Cantina Monrubio, la seguente comunicazione. Pur avendola ricevuta ben due giorni dopo altri organi di informazione, ricordando che buona prassi comunicativa vorrebbe che i comunicati stampa fossero inviati in contemporanea a tutti gli operatori della comunicazione, pubblichiamo il comunicato che segue in ottemperanza alla par condicio, in quanto si riferisce a un comunicato stampa diffuso dal Presidente di Confagricoltura, Roberto Poggioni, da noi pubblicato in data 7 luglio, e fornisce precisazioni su alcune affermazioni in esso contenute.

Di seguito le precisazioni della Monrubio:

"In merito al recente intervento del Presidente di Confagricoltura di Orvieto Sig. Roberto Poggioni, l'Assemblea della Cantina Monrubio, riunitasi il 28 luglio 2010, ha deliberato con il voto favorevole di tutti i presenti, fatta salva l'astensione di un socio, il seguente testo, dando mandato al Consiglio di Amministrazione affinché ne comunicasse il contenuto agli organi di stampa.

"Leggiamo il comunicato stampa a firma del Presidente di Confagricoltura di Orvieto Sig. Roberto Poggioni e non possiamo non rispondere con fermezza e chiarezza. Lo stato di crisi della vitivinicoltura imporrebbe di perseguire l'unità e la collaborazione di tutti gli operatori e, in particolare, delle organizzazioni rappresentative dei loro interessi. Le parole di Roberto Poggioni, al contrario, perseguono la divisione e riducono il normale e positivo confronto a personalismi e interessi di bottega, sino al limite dell'insulto e della denigrazione, anche attraverso la distorsione della verità.

A proposito di verità:
L'aumento a 120 quintali per ettaro di produzione, decisa all'unanimità nel settembre 2009 dal Consorzio, fu frutto - e per questo unanime - di un difficile compromesso raggiunto al fine di tenere uniti i vitivinicoltori divisi tra chi chiedeva di portare la resa/ha a 140 quintali e chi ancora voleva mantenere i 110 quintali.
E' da tener presente che, in quel momento, lo stato delle giacenze, dopo due vendemmie in cui la produzione era diminuita a 100 ql/ha, non destava nessuna preoccupazione.

L'andamento del mercato a seguito della vendemmia 2009 (a produzione non ridotta), il progressivo aumento della giacenze (+46% a giugno 2010) e il diniego del Consorzio ad accogliere la richiesta della Monrubio di riconsiderare un ritorno alla produzione originaria di 110 q.li/ha, hanno indotto la nostra cantina a ricercare il consenso di altre aziende su questo punto. Consenso, che, in pochi giorni, ha coinvolto la maggioranza dei produttori, tra cui oltre 100 (cento) associati della Confagricoltura di Orvieto.

Le imprese basano il loro successo anche sulla capacità di interpretare in anticipo il mercato e modificare con grande rapidità le loro strategie. Proprio in questo senso, la Monrubio ha ritenuto di operare percependo, probabilmente prima di altri, quello che il mercato ci avrebbe a breve riservato.
Il Presidente Poggioni, del quale sino ad oggi nessuno poteva immaginare cotanta esperienza e competenza in campo vitivinicolo, dimentica nella sua che ben 227 aziende, soci di Monrubio su 229, di cui oltre 70 associate a Confagricoltura, hanno preso la decisione di richiedere il ripristino della resa per ettaro in piena autonomia e con totale convinzione.
Su questa proposta, la Monrubio ha cercato il coinvolgimento delle Associazioni di categoria (Coldiretti , CIA e Confagricoltura), contattando i rispettivi Presidenti della sezione Vitivinicola.
Non tutte hanno aderito, anche se il coinvolgimento dei singoli associati era trasversale a tutte e tre le associazioni.

La Monrubio ha da sempre basato le scelte nell'esclusivo interesse dei propri associati. A dimostrazione di ciò basta verificare i suoi prezzi di liquidazione delle uve che, nell'ultimo quarto di secolo, sono state sistematicamente superiori a quelli riscontrabili sul mercato.
Affermare, come fa il Presidente Poggioni, che la Monrubio ha deciso di non imbottigliare non per scelta imprenditoriale, ma perché priva di impianti adeguati, è falso e denigratorio.
La nostra cantina ha raggiunto, in un recente passato, livelli di imbottigliamento per circa 1,5 milioni di bottiglie; ha deciso di limitare tale attività solo perché, al momento, non remunerativa.

Come ha sempre fatto nel passato e per la serenità del Presidente Poggioni, se le condizioni lo consentiranno, la Monrubio modificherà, prima degli altri, il proprio atteggiamento imprenditoriale.
La Monrubio, e ancor meno il Suo Direttore, a differenza di quanto lascia intendere Poggioni, non ha certamente nessuna pretesa di indirizzare le scelte di altre Aziende sull'opportunità o meno di imbottigliare. Ritiene però che qualunque scelta debba essere realizzata nell'interesse della denominazione e, per questo, orientata, senza dubbi, al sostegno dei prezzi del vino indipendentemente se sfuso o imbottigliato.

Le affermazioni del Presidente Poggioni, risultano assolutamente deprecabili, pretestuose ed offensive nei confronti della nostra Cantina e di tanti Soci della Confederazione e, pertanto, lo invitiamo, qualora nel futuro ne avesse l'opportunità, ad avere maggiore rispetto dei propri associati, a non creare fazioni e ad informarsi sullo stato delle cose prima di lanciare proclami.
Ci auguriamo che questa sia davvero l'ultima polemica in cui veniamo  trascinati ed in cui ci vediamo costretti a dover rispondere per il  rispetto della verità e dei nostri agricoltori. Preferiamo, come abbiamo sempre fatto e per quanto possibile, continuare a lavorare  fattivamente piuttosto che dedicare tempo e risorse ad attività che  non ci sono proprie e che certamente non danno nessun contributo alla  soluzione dei problemi."

 

Cantina MONRUBIO
L'Assemblea dei Soci

 

 

 

In merito al recente intervento del Presidente di Confagricoltura di Orvieto Sig. Roberto Poggioni, l'Assemblea della Cantina Monrubio, riunitasi il 28 luglio 2010, ha deliberato con il voto favorevole di tutti i presenti, fatta salva l'astensione di un socio, il seguente testo, dando mandato al Consiglio di Amministrazione affinché ne comunicasse il contenuto agli organi di stampa.

"Leggiamo il comunicato stampa a firma del Presidente di Confagricoltura di Orvieto Sig. Roberto Poggioni e non possiamo non rispondere con fermezza e chiarezza. Lo stato di crisi della vitivinicoltura imporrebbe di perseguire l'unità e la collaborazione di tutti gli operatori e, in particolare, delle organizzazioni rappresentative dei loro interessi. Le parole di Roberto Poggioni, al contrario, perseguono la divisione e riducono il normale e positivo confronto a personalismi e interessi di bottega, sino al limite dell'insulto e della denigrazione, anche attraverso la distorsione della verità.
A proposito di verità:
L'aumento a 120 quintali per ettaro di produzione, decisa all'unanimità nel settembre 2009 dal Consorzio, fu frutto - e per questo unanime - di un difficile compromesso raggiunto al fine di tenere uniti i vitivinicoltori divisi tra chi chiedeva di portare la resa/ha a 140 quintali e chi ancora voleva mantenere i 110 quintali.
E' da tener presente che, in quel momento, lo stato delle giacenze, dopo due vendemmie in cui la produzione era diminuita a 100 ql/ha, non destava nessuna preoccupazione.
L'andamento del mercato a seguito della vendemmia 2009 (a produzione non ridotta), il progressivo aumento della giacenze (+46% a giugno 2010) e il diniego del Consorzio ad accogliere la richiesta della Monrubio di riconsiderare un ritorno alla produzione originaria di 110 q.li/ha, hanno indotto la nostra cantina a ricercare il consenso di altre aziende su questo punto. Consenso, che, in pochi giorni, ha coinvolto la maggioranza dei produttori, tra cui oltre 100 (cento) associati della Confagricoltura di Orvieto.
Le imprese basano il loro successo anche sulla capacità di interpretare in anticipo il mercato e modificare con grande rapidità le loro strategie. Proprio in questo senso, la Monrubio ha ritenuto di operare percependo, probabilmente prima di altri, quello che il mercato ci avrebbe a breve riservato.
Il Presidente Poggioni, del quale sino ad oggi nessuno poteva immaginare cotanta esperienza e competenza in campo vitivinicolo, dimentica nella sua che ben 227 aziende, soci di Monrubio su 229, di cui oltre 70 associate a Confagricoltura, hanno preso la decisione di richiedere il ripristino della resa per ettaro in piena autonomia e con totale convinzione.
Su questa proposta, la Monrubio ha cercato il coinvolgimento delle Associazioni di categoria (Col- diretti , CIA e Confagricoltura), contattando i rispettivi Presidenti della sezione Vitivinicola.
Non tutte hanno aderito, anche se il coinvolgimento dei singoli associati era trasversale a tutte e tre le associazioni.
La Monrubio ha da sempre basato le scelte nell'esclusivo interesse dei propri associati. A dimostrazione di ciò basta verificare i suoi prezzi di liquidazione delle uve che, nell'ultimo quarto di secolo, sono state sistematicamente superiori a quelli riscontrabili sul mercato.
Affermare, come fa il Presidente Poggioni, che la Monrubio ha deciso di non imbottigliare non per scelta imprenditoriale, ma perché priva di impianti adeguati, è falso e denigratorio.
La nostra cantina ha raggiunto, in un recente passato, livelli di imbottigliamento per circa 1,5 milioni di bottiglie; ha deciso di limitare tale attività solo perché, al momento, non remunerativa.
Come ha sempre fatto nel passato e per la serenità del Presidente Poggioni, se le condizioni lo consentiranno, la Monrubio modificherà, prima degli altri, il proprio atteggiamento imprenditoriale.
La Monrubio, e ancor meno il Suo Direttore, a differenza di quanto lascia intendere Poggioni, non ha certamente nessuna pretesa di indirizzare le scelte di altre Aziende sull'opportunità o meno di imbottigliare. Ritiene però che qualunque scelta debba essere realizzata nell'interesse della denominazione e, per questo, orientata, senza dubbi, al sostegno dei prezzi del vino indipendentemente se sfuso o imbottigliato.
Le affermazioni del Presidente Poggioni, risultano assolutamente deprecabili, pretestuose ed offensive nei confronti della nostra Cantina e di tanti Soci della Confederazione e, pertanto, lo invitiamo, qualora nel futuro ne avesse l'opportunità, ad avere maggiore rispetto dei propri associati, a non creare fazioni e ad informarsi sullo stato delle cose prima di lanciare proclami.
Ci auguriamo che questa sia davvero l'ultima polemica in cui veniamo  trascinati ed in cui ci vediamo costretti a dover rispondere per il  rispetto della verità e dei nostri agricoltori. Preferiamo, come abbiamo sempre fatto e per quanto possibile, continuare a lavorare  fattivamente piuttosto che dedicare tempo e risorse ad attività che  non ci sono proprie e che certamente non danno nessun contributo alla  soluzione dei problemi."