economia

Chiusure e prezzi maggiorati durante UJW. Il Caffè Montanucci dice la sua

venerdì 16 gennaio 2009
Causano ancora strascichi le dichiarazioni del Sindaco di Orvieto, Stefano Mocio, rispetto ad alcuni locali chiusi nella notte di capodanno durante Umbria Jazz Winter e ai prezzi maggiorati cher alcuni esercenti avrebbero praticato durante la manifestazione: un breve passaggio durante la conferenza stampa finale di UJW che tuttavia, data la delicatezza dell'argomento, ha scatenato un vero e proprio polverone, mediatico e non solo. A intervenire con una nota stampa di Nazzareno Montanucci è ora il noto caffè orvietano del centro storico, direttamente coinvolto nella polemica perché, appunto, rimasto chiuso fin dalle 22,30 nella notte di fine anno. Di seguito la nota stampa di nazzareno Montanucci, che pubblichiamo integralmente. ___________________________________________________________________________ La recente conferenza stampa del Sindaco in merito all’ultima edizione di UJ e la pasticciata sintesi fatta dalla stampa, oltre a una certa confusione ha generato una vergognosa gogna non solo mediatica, del tipo dagli all’avido e gretto commerciante, sulla base di una limitata conoscenza dei fatti unita ad una sospettabile pruderie campanilistica di comodo: “che scandalo il noto caffè del centro storico CHIUSOOOOO?!?”. Così sarà bene fornire qualche chiarimento. La rivoluzione che sta investendo in tutto il territorio nazionale i pubblici esercizi ha permesso l’inserimento di nuove aziende che stanno coprendo segmenti di mercato e fasce d’orario specialistiche adottando modelli nuovi di servizio e nuove proposte. Anche ad Orvieto questo è avvenuto, manifestando così una certa vivacità e scelte di buon gusto che esprimono una prerogativa della nostra cultura cittadina e incrementano tutta la città di nuove attrattive. Tutto questo, chiaramente, induce inevitabili modifiche nelle strategie delle aziende preesistenti. Del resto non erano mancati altri segnali che suggerivano per il caffè Montanucci la fine dei tempi dei “buoni a tutte le ore”, con orari massacranti e gran finale non stop di 48 ore (come succedeva per tradizione nella fatidica notte dell’ultimo dell’anno). E’ così che abbiamo cominciato a dedicare più risorse alle fasce d’orario più proprie alla nostra vocazione aziendale. La decisione quindi della chiusura notturna per favorire un migliore servizio nell’orario giornaliero tradizionale (che in occasione di tutta la manifestazione di UJ si aggira comunque intorno alla media di 19/20 ore) è stata dolorosa ma inevitabile e soprattutto comunicata in tempi non sospetti al sig. Pagnotta e al sig. Tizi i quali, pur manifestando sorpresa, hanno correttamente rispettato le nostre scelte. Si da il caso comunque che la nostra tradizionale disponibilità, manifestata in tante occasioni e per la quale ci si è illusi di aver maturato qualche credito, dopo tanto ululare, rimane a disposizione dell’Autorità competente purché si faccia viva in tempi e modi opportuni. Viene posta un’unica condizione: farci conoscere quale fascia d’orario del servizio verrebbe concessa per il riposo accompagnata dalla motivazione, se possibile, che quella, a quel punto, non dovrebbe essere interpretata come segno di alto tradimento al ruolo che tanti concittadini desiderano attribuirci, grazie al loro buon cuore (e al loro letto caldo). Per finire qualche annotazione. L'esposizione del listino prezzi risponde ad un obbligo di legge del quale ogni cittadino può pretenderne l’osservanza. La sua consultazione, prima della consumazione (come avviene con moltissimi clienti stranieri), non infastidisce mai il commerciante corretto ed evita fastidiose sorprese. Se invece si desidera qualche input educativo, si provi ad allargare l’orizzonte oltre il Monte Peglia o il Cetona, si potrebbe scoprire che non solo l’erba del vicino non è più verde ma è anche più costosa. Si è sollevato poi il problema del listino prezzi “double face”. Fa anche “un po’ ride” che ne venga sussurrato l’uso (o l’abuso), mentre il vero scandalo consiste nell’inviare larvate minacce senza assumersi la piena responsabilità di una precisa e liberatoria denuncia. Dulcis in fundo: il tanto decantato turismo come unica panacea dei nostri mali è un'autentica bufala. Se qualunque progetto o commento che lo riguardi non viene inserito in una visione più ampia di tutto il Centro Storico che sia capace di garantire un rapporto privilegiato con il cittadino orvietano e di tutto quel bacino di utenza che ci circonda (che anche in occasione di UJ ha manifestato molti apprezzamenti e con essi un legame di appartenenza), si rischia un’autentica prostituzione della città, alla moda del soldo “facile e sùbito”. Le conseguenze sono purtroppo già facilmente riscontrabili in tante piccole città della nostra vicina e bella Toscana. Se invece di sbraitare senza costrutto si corresse ai ripari, potremmo evitare guai peggiori: listini prezzi sicuramente più alti e, in aggiunta, “Poltrone azzurro mare Algida” e ”Ombrelloni rosso fiamma Coca Cola”.